Giovedì 25 Aprile 2024

Giulia Fresca: zona industriale di Manfredonia, opere (poche) e omissioni (parecchie)

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Il contratto d’area è stata l’ennesima grande occasione persa per la città di Manfredonia che ha ricevuto tantissimi miliardi di vecchie lire gestiti malissimo, considerando che ad oggi abbiamo una
zona industriale con tante cattedrali nel deserto, in un’area gravata da vincoli paesaggistici che ci sono costati un’infrazione comunitaria.

Una delle azioni assurde compiute è stata quella che, per evitare la procedura di infrazione europea, si è vincolata un’ulteriore area vicino l’Oasi Lago Salso e il Litorale Sud. Tale scriteriata operazione ha compromesso la realizzazione di una serie di progetti, anche privati, senza aver comunque permesso lo svincolo dell’area industriale. Roba da dilettanti allo sbaraglio.

Detti vincoli ancora oggi stanno creando grossi problemi alle poche aziende presenti come, ad esempio, l’ASE che non può far partire un impianto di separazione dei “rifiuti secchi riciclabili e non inquinanti” – costato circa un milione di euro dei contribuenti – pronto all’uso, che ci permetterebbe di abbattere i costi del servizio e, di conseguenza, farebbe diminuire la TARI ai cittadini di Manfredonia.

Vero che in quella zona vi sono state alcune “Aziende” che hanno sfruttato, furbescamente, gli incentivi, i finanziamenti e i vantaggi fiscali per poi andare via. Ma, con la prossima squadra di governo, mi impegnerò per dare una speranza soprattutto ai coraggiosi imprenditori locali, che resistono tenendo in vita attività in una zona dove ancora oggi mancano le infrastrutture minime necessarie come l’acqua e la fogna, un depuratore, un impianto di recupero delle acque piovane, strade incomplete, rifiuti abbandonati e mai rimossi, rete telefonica e internet, illuminazione pubblica che per assenza di controlli è stata vandalizzata e tanto altro ancora.

Queste carenze e deficienze, oltre a compromettere l’operatività di chi continua a lottare per sopravvivere, costituiscono un grande ostacolo per nuovi investitori. Ve n’è un buon numero che vorrebbe sfruttare la felice posizione della zona industriale ex D46 – pianeggiante, collegata allo snodo autostradale di Foggia tramite la SS89 a quattro corsie, servita dal collegamento ferroviario, vicina al Porto Alti Fondali e all’aeroporto Gino Lisa, per il quale bisognerà attuare una concreta azione di sostegno affinché diventi presto operativo. Alcune di esse sono aziende di produzione e trasformazione agroalimentare che potrebbero favorire le tante aziende agricole locali.

Inoltre, va considerata la zona a valle della SS89 (ex D49), dove qualcuno aveva previsto e favorito l’insediamento industriale del deposito Energas, fortemente contrastato dai cittadini di
Manfredonia, che ad oggi non è stato ancora scongiurato. Tale area, come detto, è anch’essa piena di vincoli, non solo paesaggistici, ma dal momento che ad oggi non è stata interessata da insediamenti industriali, è urgente – e una mia eventuale amministrazione lo farà, così come sostenuto da diversi rappresentanti dei gruppi politici che mi sostengono – trasformarla in zona agricola, eliminando definitivamente la possibilità che Energas (o installazioni pericolosamente similari) possa insediarsi. Giova ricordare che il Comune di Manfredonia, in questa vicenda, può solo intervenire da un punto di vista urbanistico. Sarebbe interessante sapere come la pensano gli altri candidati. Capire se c’è qualcuno al quale interessi continuare a tenere in piedi questa situazione, dal momento che non abbiamo avvertito una chiara presa di posizione come la nostra.

In estrema sintesi, e per agevolare la comprensione, la nostra proposta è:
– Ritrasformare in zona agricola l’area a valle della SS 89 (exD/49) non ancora interessata da insediamenti industriali,
– Completare le infrastrutture necessarie nell’area già interessata da insediamenti industriali a monte della SS 89 (ex D/46),
– avviare una concreta interlocuzione con le istituzioni Europee per eliminare vincoli che non hanno più senso nella zona considerata, che andrebbe implementata con una destinazione
d’uso commerciale, rendendola, di fatto, più attrattiva per gli investitori che, in passato, hanno subìto l’ostracismo amministrativo che ne ha compromesso lo sviluppo (è utile
ricordare che vi sono Società che muovono gruppi di aziende che, in caso di insediamento, rappresenterebbero un polo attraente per altre attività, che non rimarrebbero obsolete).

Questa è una parte delle considerazioni che siamo soliti illustrare ai cittadini in merito alla zona industriale e che continueremo a spiegare fino al 7 novembre, giorno in cui ci auguriamo che ci
venga data fiducia.

Di seguito la tabella riassuntiva di quanto prescritto dalla Regione Puglia e non ottemperato dall’Amministrazione Comunale di Manfredonia:

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