Giovedì 28 Marzo 2024

Rotice ha varato la sua giunta

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Sospesa tra passato e futuro carica di promesse

IL SINDACO eletto al ballottaggio il 21 novembre scorso, ha nominato i componenti della sua giunta, la 21esima, tante quanti sono i sindaci della città dal dopoguerra. Sono sette: Giuseppe Basta (FI) transizione ecologica e vicesindaco; Libero Palumbo (Città protagonista) affari generali e personale; Anna Trotta (E885) pianificazione urbana strategica e periferie; Antonio Vitulano (FI) sviluppo, occupazione e sport; Angelo Salvemini (Strada facendo) lavori pubblici; Antonella Lauriola (Strada facendo) risorse finanziarie e programmazione; Grazia Pennella (esterna Fratelli d’Italia) welfare e politiche di genere.

UNA SQUADRA combinata col bilancino del manuale Cencelli, il funzionario della Democrazia Cristiana che nel 1967 ideò la formula che assicurava la partecipazione al governo dei vari partiti politici secondo il rispettivo peso elettorale, in modo equo per non scontentare nessuno. Probabilmente il sindaco Gianni Rotice non conosce (o forse si) quel manuale, ma si è comportato mettendolo in pratica scrupolosamente. Due assessori con vicesindaco per FI; due assessori della sua lista personale; uno per le altre liste che lo hanno accompagnato in questa prima parte di una avventura tutta da svelare; un posto anche per Fratelli d’Italia ma pescato all’esterno di quel tormentato partito, e forse all’interno di altro raggruppamento fiancheggiatore.

TUTTI dunque tranquilli in casa Rotice-centrodestra? Parrebbe di si. Si vedrà nel prosieguo se ci sono degli insoddisfatti. Così come si vedrà dalla messa in opera la validità di quella giunta comunale che pare contenga – stante le prime impressioni del mondo politico avverso – elementi discordanti rispetto alle dichiarazioni ripetute in modo assillante nel corso della lunga e intricata campagna elettorale, che prospettavano “discontinuità” e “cambiamento”. Una obiezione che trova ragione nella presenza di Palumbo e Salvemini i quali, unitamente ai rispettivi sostenitori, nella passata disastrosa amministrazione comunale ebbero ruoli significativi dai banchi della “sinistra” nel sostenere quel governo poi sciolto d’imperio. Assimilata a tale ruolo è anche Pennella per la sua controversa funzione di commissaria all’Anna Rizzi (2018).

È A LORO (anche a loro) che si riferiva Michele Bordo quando commentava: «Questo è il momento dei frustrati. Anche le pietre sanno che molti di quelli che in questa campagna elettorale a Manfredonia sono con la destra, in questi 25 anni hanno sostenuto convintamente il centrosinistra occupando spesso anche ruoli di grande responsabilità»? Probabilmente sono salti di quaglie che non fanno più impressione, anzi trovano riscontri alle proprie ambizioni.

MA LA SQUADRA della giunta Rotice ha altri componenti che si presentano per la prima volta sulla ribalta politico-amministrativa comunale. Non hanno esperienza, ma sono dotati di buona volontà ed anche di referenze professionali che lasciano spiragli promettenti per la gestione amministrativa dell’Ente che, come arcinoto, versa in condizioni strutturali difficili eppertanto bisognevole di particolari cure per consolidare la legalità e la trasparenza innescate dalla Commissione straordinaria.

I NUOVI INQUILINI di Palazzo San Domenico dovranno affrontare il baratro delle insidie amministrative come sospesi su un ponte tibetano. Li attende l’attuazione dei programmi che con tanta larga veemenza sono stati sciorinati nei mesi scorsi annunciando la ripartenza della città. L’auspicio di tutti è che riescano a dare nei fatti quella svolta annunciata nei comizi.

  Michele Apollonio

 

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