Venerdì 29 Marzo 2024

Giandiego Gatta nato per fare politica, conquista anche Manfredonia

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Giandiego Gatta, nasce il 10 aprile 1964 a Manfredonia, in casa a Monticchio e precisamente in via Gargano. Il padre era già componente del consigliere comunale di Manfredonia da tanti anni con il simbolo del Movimento Sociale Italiano. A sette anni, in terza elementare, inizia la sua attività negli ambienti del Movimento Sociale Italiano, nel Fronte della Gioventù, aiutava il papà nella campagna elettorale, affiggendo manifesti e facendo propaganda attraverso altoparlanti montati su automobile. Erano gli anni in cui essere “missini” significava essere appestati. Il MSI poi diventato MSI Destra Nazionale era considerato un partito al di fuori dell’arco costituzionale. Da piccolo, impugnando un cucchiaio, fingendo che fosse un microfono, provava il timbro della voce, emulando il padre quando teneva pubblici comizi in piazza. Vissuto all’ombra dell’amatissimo padre Renzo, lo ascoltava con ammirazione, lo seguiva come un’ombra, era affascinato dalle riunioni sul Gargano e dal mondo della politica. Ai tempi del liceo seguiva il Fronte della Gioventù di cui era segretario cittadino. Al primo anno di università fu nominato segretario provinciale del Fronte della Gioventù fino alla svolta di Fiuggi del ’95 che segna il passaggio da Movimento Sociale Italiano ad Alleanza Nazionale che con Gianfranco Fini cerca di diventare da forza di protesta a forza di proposta e di governo. Il Passaggio successivo è l’adesione nel 2009 al Popolo delle Libertà fino alla rottura tra Berlusconi e Fini. Nasce Forza Italia e Giandiego segue l’evoluzione logica del Popolo delle Libertà seguendo Berlusconi. Prima esperienza elettorale nell’83 alle elezioni comunali. Frequentava il primo anno di Giurisprudenza nelle fila del Movimento Sociale Italiano. Non venne eletto per 14 voti, il primo dei non eletti. Si laurea con il massimo dei voti in Giurisprudenza e si ricandida alla provincia nel 1994 anche lì non eletto per 11 voti, ma non si abbatte. Nel 2000 si candida per la prima volta alle regionali. Un successo strepitoso con circa 9000 voti. Il lunedì mattina i giornali lo riportano tra gli eletti ma il martedì il seggio, per uno scarto di 300 voti, passa ad un’altra provincia pugliese. Per un solo giorno assapora la gioia di essere consigliere regionale. Terzo tentativo andato male per pochi voti. Nel 2004 la grande svolta, nominato dal Ministro dell’Ambiente Matteoli, Presidente del Parco Nazionale del Gargano fino al 2010. Nello stesso anno manifesta agli organi di partito di candidarsi sindaco di Manfredonia ma la proposta non venne accettata. Nel 2010 la candidatura, con Forza Itala, alla Regione e con 14.000 voti viene eletto al consiglio regionale. Il più votato della provincia di Foggia. Si ricandida nel 2015, di nuovo primo degli eletti di Forza Italia nominato vicepresidente della Regione Puglia, sedendo nell’ufficio di segreteria della presidenza. Nel 2020 ancora il primo degli eletti di tutta la regione Puglia di Forza Italia. Un percorso fatto di successi strepitosi all’interno delle urne piuttosto che nomine blindate pervenute dalle riunioni di partito. Una delle più grandi soddisfazioni è la vittoria al consiglio comunale di quest’anno, il primo compagno di viaggio di Gianni Rotice che decide di candidarsi a sindaco di Manfredonia. Subito scatta una grande empatia tra i due e si condivide la voglia di cambiare registro alla politica cittadina. All’inizio ci ha creduto solo Forza Italia, le altre forze politiche inizialmente erano recalcitranti nei confronti di questa candidatura, poi attraverso anche vari interlocutori romani, altre forze politiche locali si sono avvicinate al progetto politico del centro-destra. Giandiego Gatta è stato il regista esperto che ha permesso la svolta, nella conduzione politica che la sinistra deteneva incontrastata da decenni. La presenza a Manfredonia di tanti personaggi politici di vertice fino alla telefonata tra Berlusconi, Gatta e Rotice è il segnale dell’attenzione che il mondo del centro-destra ha manifestato verso la “nuova” politica di Manfredonia che oggi deve dimostrare di che pasta è fatta.

Raffaele di Sabato

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