Giovedì 25 Aprile 2024

I pescatori ripuliscono il mare

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Partiti due progetti della AGCI, ma ne seguiranno altri

LA LEGGE appena approvata cosiddetta “Salva Mare” apre nuove e più edificanti prospettive per la tutela del mare e dunque delle attività che si svolgono in essa innanzitutto quelle della pesca. Reca infatti disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne per la promozione dell’economia circolare; consentirà, in breve, ai pescatori di portare a terra la plastica recuperata con le reti che, prima di questa legge, erano costretti a rigettare in mare per non incorrere nel reato di trasporto illecito di rifiuti. La categoria, da nord a sud, ha tratto un sospiro liberatorio di un cruccio che covava nei pescatori costretti essi stessi ad alimentare un inquinamento che stava distruggendo la ragione del loro lavoro. «In mare – commentava sconsolato un vecchio pescatore sipontino – c’è ormai più plastica che pesci».

LA LEGGE “Salva Mare” ha ridato loro l’antica dignità e lo strumento per contribuire al risanamento dell’ecosistema marino. A Manfredonia i pescatori sono pronti a ripulire il mare del golfo. «Stiamo lavorando da almeno un paio di anni per far fronte ad un flagello divenuto condizionante per la sopravvivenza della pesca» rileva Pasquale Pappalardo, vice presidente nazionale e presidente regionale dell’Associazione generale cooperative italiane, nonché direttore del mercato ittico di Manfredonia. «L’esperienza maturata sul mare ha radicato nella categoria – spiega – la convinzione di dover fare qualcosa per la protezione e il ripristino della biodiversità marina. Con il coordinamento delle associazioni di settore, la collaborazione degli istituti di ricerca statali, abbiamo predisposto come AGCI due progetti finalizzati alla riduzione dei rifiuti marini che abbiamo candidato ai bandi ministeriali e regionali per i relativi finanziamenti previsti per l’attivazione di queste buone pratiche». Che sono rimaste bloccate fino a quando non è arrivata la legge che equipara i rifiuti marini a quelli terrestri.

SI TRATTA di progetti che prevedono l’impiego di un determinato numero di pescherecci che dovranno effettuare delle vere cacce ai rifiuti sparsi nel mare, un monitoraggio sottoposto ad un controllo scientifico i cui risultati saranno inviati al Ministero per gli opportuni provvedimenti. «Ciascuna barca – precisa Pappalardo – sarà dotata di una scheda in cui sono indicati i vari parametri da studiare e quindi: zona di pesca, tipo di rifiuto recuperato (plastica, vetro, eccetera), da redigere per ogni giorno e per ogni uscita in mare. I rifiuti sbarcati a terra saranno raccolti in appositi cassoni per essere poi destinati allo smaltimento».

I DUE PROGETTI sono stati presentati nel 2018, uno al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, l’altro alla Regione Puglia che li hanno entrambi approvati. Nel primo progetto saranno impiegate sedici barche; nel secondo 46 imbarcazioni. Ma sono in itinere altri progetti analoghi. Si inizierà lunedì 16 aprile. L’organizzazione della complessa e delicata operazione sperimentale per 40 giorni, è stata codificata in un protocollo d’intesa tra i soggetti che a vario titolo sono cointeressati all’iniziativa: Autorità di sistema portuale, Comune di Manfredonia, ASE, Cooperativa produttori ittici, AGCI, ATI tra le cooperative di pesca impegnate nei progetti. Presso il mercato ittico sono stati predisposti i cassoni controllati da apposito personale, nei quali saranno stoccati i rifiuti pescati in mare.

  Michele Apollonio

 

 

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