Giovedì 18 Aprile 2024

Scoperta una  “Crocifissione”  del   1500  nella Cripta di Santa Maria Maggiore di Siponto Di Aldo Caroleo  

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Chi come me , insieme ad altri volontari è stato impegnato nelle aperture dell’intero sito della Basilica di Siponto, della sua Cripta e anche delle chiese paleocristiane esterne, poi tristemente ricoperte dall’opera moderna in rete metallica che di fatto le hanno risotterrate, ha avuto il privilegio di stare sempre a contatto con quelle pietre grondanti Storia e  Arte e che davano, ogni giorno l’emozione di una scoperta : i graffiti delle decine di mani, di nomi, di date, di croci, epigrafi, di simboli a centinaia (personalmente ne ho mappati, tra esterni ed interni delle due chiese, quella superiore e la Cripta almeno 450 anche sovrapposti).

Insomma una vera enciclopedia della Fede che per secoli ha pervaso queste stupende fonti di pura e  vera Cristianita’ nell’abbraccio della Vergine di Siponto.

Nulla ci e’ sfuggito, come le magnifiche incisioni simboliche maematiche dei resti del pavimento dela Cripta (di cui altrove  ho dato contezza e che riproporrò , per chi ha la pazienza di leggermi).

Tra queste testimonianze del passato non potevano mancare lacerti seminascosti di affreschi sulle pareti,  sia della chiesa superiore che della  Cripta, alcui sovrapposti ma che noi avevamo ben in mente per quando  sarebbero emersi dal loro passato. Alcuni  di questi resti di pittura murale erano visibili nel lato destro  della parete a  est della Cripta.

Si riuscivano ad intavvedere , due piedi, a sx., e due  Rosari pendenti. Dopo piu’ nulla anche se sapevo che tolto l’intonaco  che  li copriva , qaulcosa di piu’ sarebbe emerso.

Ed è per questo motivo che,quando furono   intrapresi  i lavori di restauro della Cripta (pavimento,capitelli, colonne,ecc) mi affrettai a mostrare a quei magnifici ragazzi restauratori , e segnalare graffiti, segni, date, ed anche quei resti di pittura murale che avevo notato e mappato.

E ho avuto ragione, perché, da quei pochi grani di rosari, da qei piedi, da quel piccolo segno di tessuto, è venuta alla luce uno grande, straordinario affresco raffigurate una Crocifissione di almeno due metri, con delle figure ai lati della Croce che cercherò di  spiegare, chiedendo anche lumi a chi potrebbe completare queste mie ipotesi inetrpretative.

L’affresco raffigura una Crocifissione. Non si vedono chiaramente i bracci superiori della Croce, e nemmenno la figura del Cristo ma si intuiscono .

A  fianco del Crocifisso,  in basso sul lato sx  di chi guarda, si scorge un personaggio vestito di pelli, scalzo,con un rosario in mano, e a fianco ai piedi, sempre  sulla sx. si  notano  chiaramente una corona  e un pugnale. Sicuramente quindi appartenenti  una persona di rango in atteggiamento penitente o comunque orante e che potrebbe trattarsi di Sant’Onofrio Eremita.

Sulla dx di chi guarda, si vede con più chiarezza un personaggio  con la barba e capelli bianchi  che è vestito  con  tunica o abito  da dignitario, dorato, sicuramente importante per il ruolo religioso (?) che  deteneva. Oltre ad avere un rosario in mano, ha uno scettro molto simile ad un bastone patriarcale ,attributo anche  di sa Nicola di Mira, poi di Bari.

Penso  che raffiguri proprio San Nicola che è stato anche importante nella chiesa pugliese  di quei tempi e presente in molte raffigurazioni iconiche,e pittoriche ed anche scultoree.

In un affresco molto rimaneggiato scoperto nella Cappella della Maddalena di Manfredonia, si nota la presenza di san Nicola che offre alla protezione della Vergine un fanciullo.

Partendo dalla parte superiore dell’affresco della Cripta,, si possono intuire le braccia di Gesu’ ormai  abbandonate, e la parte del viso ,molto nebulosamente.

Proseguendo verso il basso, si nota  a sinistra,  la ferita del costato con le gocce di sangue che  gocciolano sul perizoma bianco del Cristo   chiaramente  visibile.

Sempre scendendo verso il basso, si scorge  il ginocchio del Signore vistosamente escoriato e infine ,poco più in basso i piedi  sovrapposti con il chiodo in evidenza e  con la ferita ancora sanguinante e i rivoli  del sangue  che  scorrono verso il basso, fino alla  base della Croce  e che  cadono   su un cranio chiaramente visibile e di  un osso  lungo posto di traverso al cranio.

Come in questa raffigurazione, nelle iconografie  della crocifissione  ai piedi della  croce, come in questo caso,  è spesso rafigurato il cranio di Adamo, come vuole la leggenda secondo cui la croce sarebbe fatta col legno dell’albero del Paradiso.

Ricordiamo le Crocifissioni del Botticelli, di Giotto, ecc. e in molte icone.

“Una volta sepolto (raccontano il Vangelo apocrifo di Nicodemo e la Legenda aurea) , il  Redentore ,con la sua discesa nel  “regno della morte”,spezzo’ le sbarre del carcere dove si trovavano coloro che vi erano stati rinchiusi prima della sua venuta, e contemporaneamente alla propria Resurrezione sottrasse Adamo ed Eva dall’oscurità della tomba,restituendo loro la  primordiale innocenza ,macchiata dal peccato originale”..

Quidi Gesù Risorto, col sacrificio della Croce è l’Uomo Nuovo, il nuovo Adamo.

Questo tema dell’ANASTASI  o  RESURREZIONE, del Cristo che scende negli inferi e redime Adamo ed Eva è raffigurato magistralmente in una delle formelle delle porte   bronzee della Cattedrale di Trani..e anche in altre raffigurazioni nell’arte .

Tornando al nostro affresco, sulla  cornice che delimita in basso l’affresco, vi è una data, chiaramente visibile 1   5   (   )    0

Anche di questa data cercherò di dare una mia personale spiegazione susettibile di suggerimenti  e correzioni , sempre graditi.

Talasciado la lunga storia egli eventi che hanno caratterizzto la straordinaria storia della Chesa Sipontina, passando dala “domus ecclesia” del periodo romano fino ai giorni nostri, mi limito sempliceente ad ipotizzare, partendo da date certe,l’anno della realizzazione dell’affresco scoperto  e di recente  restaurato in modo egregio,dando lode e merito a quei restauratori che, oltre all’affresco, hanno ridato luce e dignità a tutto il resto dellaCripta: capitelli,colonne, pavimento,graffiti,segni,ecc.

Sappiamo dalla storia, che  anche prima del 1500  molti Vescovi si diedero da fare per ricostruire il cosiddetto  “  Diruto Duomo Sipontino” semidistruttto per guerre ed eventi sismici . con alterne vicende.

Ma tralasciando gli anni precedenti mi soffermo nel periodo de 1500.

Partiamo a una data certa: nel 1528 quando  ,assoldate  dai Veneziani ,le truppe del Lautrech, assaltarono Manfredonia per mare ,sconquassando  la novella fabbrica del duomo sipontino,minandone la torre campanaria e facendo crollare la facciata della chiesa superiore ed inferiore, esposta a est,così come si puo’ancora osservare.

Quindi  la data dell’affresco non poteva essere anteriore al 1528 perché la parete era semidistrutta.

Un’altra data che ci può aiutare è quella scolpita in un concio di una voltina della cripta nella parete a nord -est,probabilente data di inizio o fine lavori di ricostruzione della  facciata distrutta: 1554.

E’ improbabile che in questa data sia   stato   realizzato l’affresco se  una ulteriore nota storica ci informa che : “ nel 1586 l’Arcivescovo Ginnasio si diede a rifare il Tempio di S.Maria di Siponto conquassato dai venetiani nella guerra del Lautrech”.

Quindi,la  mia ipotesi è che la data di esecuzione sia compresa tra il  1586 e il   1590, vale a dire dopo poco l’avvenuta ricostruzione della parete crollata.

Ancora ,sempre , Siponto: la sua Basilica in pietra bianca, la sua cripta, la sua Storia, sempre affascinante e misteriosa, come misterioso rimane il personaggio  vestito di pelli e scalzo in atteggiamento orante con rosario che potrebbe ragionevolmente essere identificato in Sant’Onofrio Eremita.  .Di lui sappiamo che visse nel IV o V Sec. , si sa  che era figlio di un re,e che aveva da giovane  rinunciato ai fasti e ai titoli (la corona e lo stiletto ai suoi piedi)  sull’esempio di Giovanni  il BattistA ed  Elia, diventa anacoreta e abbraccia lo stato di vita piu’ perfetto: la solitudine nel deserto dove visse per settant’anni.

L’immagine  di S.Onofrio, anacoreta seminudo, coperto dei soli suoi lunghi capelli fu oggetto della rappresentazione figurata nell’arte,in tutti isecoli, arricchita da tanti particolari: la corona e lo stiletto, il perizoma di foglie o di pelli,il rosario. Ilsuo nome di origine egizia, significa : <Colui che è sempre felice>.

Nella foto (un Santino antico) lo rappresenta in  con la corona e lo stiletto  ai suoi piedi, il perizoma di pelli o foglie, il rosario in mano.

Aldo Caroleo, P..On . Archeoclub, Siponto

 

 

 

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