Venerdì 19 Aprile 2024

Energas rischio anche per l’aeroporto di Amendola

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«FORTE preoccupazione dei cittadini che l’impianto Energas possa diventare ghiotto bersaglio di attentati terroristici o militari per colpire la base Militare vicina le istanti associazione» scrivono i rappresentanti di un nutrito gruppo di associazioni ambientaliste e culturali, primo firmatario l’arcivescovo di Manfredonia Vieste San Giovanni Rotondo padre Franco Moscone, in una lettera indirizzata al Ministro della difesa, ai responsabili delle Forze armate, al Consiglio Atlantico, al Comando Nato, fino alla Regione Puglia e al Comune di Manfredonia.

I SOTTOSCRITTORI del documento «sollecitano le SS. LL. a fornire, in tempi brevissimi al Consiglio dei Ministri dell’Italia – che nella prossima assise prevede l’approvazione dell’istallazione del deposito Energas – argomenti tecnici strategici che sconsigliano l’insediamento del mega deposito di gas GPL in quanto altamente esplosivo e considerato dalla Direttiva Seveso ad alto rischio rilevante. Nella prospettiva di una guerra, in cui possa essere coinvolta l’Italia, la strategica operatività dell’Aeroporto Militale di Amendola -Foggia verrebbe sicuramente messa a rischio dalla vicinanza di un siffatto impianto pericolosissimo, il più grande impianto di gas GPL d’Europa obsoleto e anacronistico».

EVIDENZIATO che il sito dell’insediamento Energas è «a dodici chilometri dall’aeroporto militare del 32° Stormo di Amendola» e «Vista l’importanza strategica elevatissima di questo Aeroporto nella NATO – essendo infatti un aeroporto militare “operativo” – sede del sistema di difesa con velivoli telecomandati a distanza (droni) e destinato a ricevere gli F35 con testate nucleari», i firmatari della petizione chiedono alle autorità in indirizzo «di intervenire presso il Consiglio dei Ministri, perché venga negato l’insediamento in parola per le ragioni rassegnate».

L’ARCIVESCOVO Moscone si è poi rivolto direttamente al Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, con una lettera nella quale ricordato di essere «un Arcivescovo di origini piemontesi come lei, Pastore di una meravigliosa terra del sud d’Italia che abbraccia quasi l’intero “Amato Gargano”, l’Archidiocesi di Manfredonia Vieste San Giovanni Rotondo», prospetta la «paventata possibilità di approvazione da parte del Consiglio dei Ministri dell’installazione, in area di Manfredonia, di un deposito di GPL conosciuto come Energas». Ricordato come anche il suo predecessore il compianto mons. Michele Castoro, «nel 2016 si schierò accanto alla popolazione nell’esprimere quel chiaro NO, sostenuto da tutte le forze politiche cittadine e regionali. Ho deciso – afferma –  alla luce anche del Magistero Sociale della Chiesa, anche io di continuare ad essere accanto a popolazione ed Istituzioni locali per dire NO».

CONFERMANDO la disponibilità già espressa in altre occasioni di essere pronto a scendere in piazza accanto a popolazione e istituzioni, si rivolge al Ministro appellandosi «alla Sua sensibilità Istituzionale, ascolti la voce di un popolo e dei suoi rappresentanti politici, e se vuole anche la povera voce di un Vescovo. Lei solo forse può alimentare in un eventuale Consiglio dei Ministri la discussione nella giusta direzione».

  Michele Apollonio

 

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