A Palazzo San Domenico si sarebbero commessi gravi reati, ci sarebbero amministratori e consulenti che agiscono per interessi propri, dirigenti e funzionari si dimettono o rifiutano di occuparsi di procedimenti per evitare di rimanere invischiati in attività poco chiare.Questo è il contenuto delle gravissime affermazioni dell’ex assessore comunale ai Lavori pubblici che, sembra, non abbiano provocato alcuna reazione nell’Amministrazione comunale e nel centrodestra manfredoniano.
Il sindaco cosa dice? C’è un complotto!
Il deputato manfredoniano che lo ha fatto eleggere cosa dice? Neanche una parola!
Entrambi sono impegnati a ricucire lo strappo politico provocato dalla sconfitta alle elezioni provinciali, quello che avrebbe dovuto provocare la sfiducia del sindaco “traditore” ad opera dei consiglieri comunali di Forza Italia.
La sfiducia sarebbe stato un atto doveroso nei confronti della città che da un anno e mezzo subisce gli effetti disastrosi dell’incapacità amministrativa e della confusione politica di Gianni Rotice e di chi lo affianca in Giunta e lo sostiene in Consiglio comunale.
E invece, fallito il blitz architettato dall’on. Giandiego Gatta, a causa della pavidità dei consiglieri di Forza Italia, si sarebbe trovato un altro accomodamento tra il deputato e il sindaco: mettere alla porta qualche consulente.
Invece di spiegare ai manfredoniani quali siano gli interessi reali e le motivazioni sostanziali che hanno indotto il centrodestra ad affossare la procedura milionaria sul servizio di illuminazione pubblica, Rotice e Gatta giocano alle figurine e si occupano di poltrone.
A pensarci bene, ha ragione il sindaco a dire che qualcuno sta tramando nell’ombra. È lui l’artefice delle trame oscure insieme a tutti quelli che per paura, interesse o calcolo politico stanno mortificando Manfredonia e i manfredoniani.
