Giovedì 28 Marzo 2024

IL GIRO DEL MONDO IN BICICLETTA di Matteo Tricarico PER I DIVERSABILI

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Sentirse nada donde hay mucho y ser alguien donde hay nadie

“Sentirsi nulla dove c’è molto ed essere qualcuno dove non c’è niente”. La frase di un anonimo sembra appropriata per descrivere la sensazione che accompagna un vero viaggiatore. E un vero viaggiatore, non un semplice turista vacanziero, è colui che preferisce gli itinerari che non procedono in linea retta e ama e rispetta la cultura dei luoghi. Il sipontino Matteo Tricarico ha concluso pochi giorni fa a Manfredonia il suo progetto sportivo-umanitario “Giro del mondo in bicicletta per i diversabili”, tornando carico di chilometri e di racconti. L’impresa è stata ideata da Matteo in partnership con la onlus Travel for Aid ed è durata 1960 giorni, portando il ciclista viaggiatore attraverso trentasei Paesi tra Asia, Europa e Americhe, per un totale di 70.000 chilometri. La sua biografia racconta di una propensione a viaggiare, studiare e lavorare all’estero sviluppatasi fin dall’adolescenza. Ma la passione per la bicicletta no. Quella, come ci racconta lui stesso, è nata durante la sua permanenza come agente di viaggio nel sud-est asiatico, quando ha cominciato ad utilizzare la bici come mezzo per viaggiare su lunghe distanze. Nella cultura asiatica, tuttavia, è considerato quasi uno spreco compiere grandi imprese che non siano associate ad un fine nobile: questa è stata la molla ideale che l’ha spinto a pedalare per accendere un riflettore sulla situazione, troppe volte sconfortante, in cui versano le strutture socio-sanitarie che si occupano dei disabili, con situazioni di particolare precarietà nei Paesi in via di sviluppo. Matteo lo ha fatto attraverso la sua avventura, riuscendo così a pubblicizzare le tante strutture che ha visitato e in cui spesso si è soffermato e integrato con la popolazione locale. Durante il corso del viaggio, infatti, man mano che cresceva l’eco del Giro, si è moltiplicato il numero delle organizzazioni umanitarie partner e così anche il numero dei diversi centri da raggiungere. Un itinerario a velocità umana, pieno di meraviglie e difficoltà, dalla incontrastata natura del Nord America alla fatica dei picchi andini, dagli orfanotrofi di Taiwan alle ricche ville californiane, passando per una scuola per ragazzine-spose fuggite da mariti imposti dalle famiglie in Bangladesh. Leggendo il diario di viaggio (cosa che invitiamo a fare sul sito di Travel for Aid) emergono una cultura ed una sensibilità non comuni, unite allo sguardo antropologico di chi ha digerito tanto materiale umano. L’unica cosa che importa è seguire un sentiero che abbia un cuore e seguirlo fino in fondo con tenacia. Matteo Tricarico è un concittadino di cui andar fieri.

Massimiliano Rinaldi

 

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