Venerdì 10 Maggio 2024

Essere donna con rispetto, affermazione e cura del sé

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Nella Giornata nazionale per la salute della donna, il 22 aprile, istituita dal Ministero della Salute, la sezione di Manfredonia dell’associazione AMMI (Associazione Mogli dei Medici Italiani) ha organizzato un incontro dal titolo “Una donna. Rispetto, affermazione, cura del sé”. A introdurre i lavori la presidente Michela D’Errico che, assieme alla Vicepresidente Carlotta Fatone, hanno presentato il tema dell’incontro e le due relatrici invitate a parlare. La professoressa Carlotta Fatone ha illustrato la locandina e il titolo dell’incontro spiegando la ragione della presenza delle immagini tratte dalla mitologia, dalla tragedia e dall’arte che fanno parte del mondo femminile. La dea Artemide, Antigone e la Venere di Botticelli, simbolo dei tre elementi, caratterizzanti una donna: indipendenza, rispetto per le leggi interiori e amore per la propria dignità. Elementi che vanno a confluire nel titolo dato all’incontro: “Una donna” che riporta alla mente il romanzo di Sibilla Aleramo del 1906. Romanzo in cui le tre caratteristiche delle immagini mitologiche confluiscono nel personaggio della Aleramo. È intervenuta, quindi, la dottoressa Patrizia Mascolo, consigliera dell’Organizzazione di Volontariato Viola Dauna di Foggia che si occupa di violenza di genere. Nel suo intervento, intitolato “La salute parla d’amore”, ha spiegato come tanti sintomi di dolori fisici delle donne, come cefalee, ansia, panico, disturbi del sonno, spesso non hanno nessuna ragione clinica, ma sono solo il risultato di violenza domestica. Una violenza non fisica e quindi visibile, ma risultato di maltrattamenti psicologici. L’Associazione Viola Dauna istruisce i giovani medici di medicina generale a prevenire la violenza, fa sensibilizzazione nelle scuole insegnando l’educazione alla gentilezza, ai rapporti con l’altro sesso, e poi i corsi di educazione sessuale. Ma tutti dovremmo essere formati, ha concluso la dottoressa Mascolo, perché ognuno di noi può essere una sentinella di ciò che ci avviene intorno, per essere vicini gli uni con gli altri. Ha chiuso l’incontro l’interessante intervento della dottoressa Daniela Delzotti, psicologa, Arteterapeuta e psicanalista in formazione, intitolato “Eteros, tra libertà e cura”. Partendo dal mondo della letteratura e della mitologia greca, attraverso le figure di Artemide e di Antigone, per giungere alla filosofia di Edith Stein, Daniela Delzotti ha delineato un breve e intenso percorso alla scoperta del senso ultimo della dimensione femminile. Cosa significa essere “donna”? La femminilità è il vero nome dell’Eteros: è un abisso non rappresentabile. È l’ignoto. Il mare non ancora navigato. È mistero da abitare e soggettivare nel modo più creativo possibile. La violenza, invece, non è altro che il tentativo illusorio e perverso di gestire la potenza indomabile di tale abisso. Dalla riflessione teorica si è poi vissuto un momento esperienziale, mediante la proposta di un esercizio di scrittura creativa che ha visto protagonisti tutti i presenti. Ogni partecipante ha così potuto lasciare una traccia, esprimendo in modo anonimo che cosa a suo parere facesse più timore della femminilità e come la si potrebbe far fiorire. Importanti approfondimenti che andrebbero diffusi tra le giovani donne, affinché recuperino e comprendano il senso etimologico della parola donna, dal latino “domina” che significa “signora”, ma non signora di altri, semplicemente signora e padrona di se stessa.

Mariantonietta Di Sabato

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