Lunedì 3 Giugno 2024

Documento ai candidati sindaco da parte di ‘Casa della Salute e dell’Ambiente’

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Ai candidati alla carica di Sindaco

alle Elezioni del Comune di Manfredonia del 8/9 giugno 2024

Premessa

Come Casa della Salute e dell’Ambiente ci occupiamo da sempre di salute e ambiente, non tanto e solo come questioni specifiche, quanto soprattutto come leva principale per prefigurare un Futuro per il nostro Territorio, sia in termini di sviluppo economico che di benessere complessivo e progresso di vita, tanto più a ragione delle ferite prodotte dell’insediamento dell’ANIC-ENICHEM.

Guardando indietro alle sofferenze passate e avanti a quanto ancora c’è da fare per sanare il danno causato,( solo un dato della Ricerca 2015/2018: + 14% di tumori al polmone sulla media regionale) riteniamo necessario fare un passo in direzione opposta rispetto agli errori del passato, non solo perché non si ripetano, ma anche per rendere possibile un futuro diverso compatibile con le aspettative di lavoro, salute e cura della nostra terra. Riteniamo infatti che il nostro territorio abbia diritto a una nuova prospettiva di sviluppo che non si fondi solo sul profitto e parametri quantitativi del PIL, ma anche qualitativi di benessere e vita sana. Questa prospettiva etica, del resto, è sostenuta sempre di più da molti economisti, anche premi Nobel, come necessaria, e, non a caso,è condivisa fortemente anche dalla Chiesa nell’Enciclica “Laudato Si’”.

 

Analisi

Siamo preoccupati perché in questo momento storico, che vede la necessità di attuare velocemente le opere del PNRR, gli interessi dei cittadini, dell’ambiente e del paesaggio, tutelati dalla Costituzione, rischiano di essere travolti senza troppe remore, in balìa di interessi speculativi che sfrutterebbero il territorio senza lasciarvi quasi nulla. Eppure il  nostro territorio possiede tante ricchezze ambientali che possono diventare fonte di grandi  risorse economiche.

È paradossale però che, nonostante le grandi potenzialità del nostro territorio, non ci sia uno sviluppo ad esso legato che sia fonte di progresso e che le sue peculiarità non siano adeguatamente sostenute e portate avanti. Basti pensare alle due zone industriali, invidiate per le infrastrutture esistenti e perciò molto attrattive, che tuttavia, invece di essere fonte di ricchezza e di benessere per la città, sono fonte di preoccupazioni e controversie.

Questo, forse, è dovuto al fatto che, in ultima istanza, Manfredonia non ha il proprio futuro economico nelle sue mani, in quanto le decisioni più importanti per l’economia locale vengono prese fuori dal Comune e lontano dalla cittadinanza, senza l’intervento decisionale del Comune, senza alcuna partecipazione della popolazione e della società civile nelle sue diverse articolazioni, ma da organismi tecnici (ASI, Autorità portuale, ZES) in cui la rappresentanza di Manfredonia o è inesistente o è marginale, né tantomeno c’è un aiuto specifico da parte dei politici locali presenti nelle istituzioni come Regione e Parlamento. Ci troviamo, dunque, da una parte dentro una coltre di nebbia che ci impedisce ogni possibilità di sapere, di prefigurare o intravedere cosa ci aspetta, dall’altra davanti a decisioni prese al di fuori di un territorio che rischiano facilmente di non tenere conto delle sue priorità.

Che fare?

Noi siamo stati protagonisti del Laboratorio Politico-istituzionale della Ricerca Partecipata messa in atto nel 2015/2019 tra Comune di Manfredonia e i Rappresentanti della popolazione (vedi Delibera unanime del Consiglio Comunale 5/2018 Istituzione Casa della Salute) e, dal nostro punto di vista,si tratta di aprire strade nuove per favorire  uno sviluppo territoriale codeciso invece che indirizzato solo da istituzioni spesso lontane dai cittadini o dall’interesse pubblico. E’ una storia nuova che può partire dal basso, qui e ora, con la promozione di una specie di patto etico per lo sviluppo, che veda insieme cittadini e istituzioni, e successivamente le imprese che ne condivideranno il patto , con la preliminare definizione di criteri fondamentali che devono essere rispettati dalle aziende che vogliono produrre sul nostro territorio.

 

Manfredonia è un sito SIN

(con un dato inquietante)

Il SIN di Manfredonia è stato inserito tra i Siti d’Interesse Nazionale (SIN) con la legge n. 426 del 9 dicembre 1998 ed è stato perimetrato con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio del 10 gennaio 2000 (G.U. n.47 del 26 febbraio 2000). Il Sito di Manfredonia ha un’estensione complessiva di 10,7 km2, tra aree private ed aree pubbliche. Delle aree pubbliche, la porzione di territorio con estensione maggiore (8,5 km2) è rappresentata dall’area marina prospiciente il polo chimico; il resto del territorio è costituito da tre discariche, estese 45.500 m2 (Pariti I), 35.100 m2 (Conte di Troia) e 2.100 m2 (Pariti Liquami). L’ area del SIN di Manfredonia, può essere schematicamente suddivisa nelle seguenti sub aree:

  1. Aree Private, costituite primariamente dal polo chimico ex Enichem;
  2. Aree Pubbliche, costituite dalle discariche Pariti I – RSU, Conte di Troia, Pariti Liquami, ricadenti nel territorio comunale di Manfredonia (FG), a Sud-Ovest della Località Siponto, e realizzate in vecchie cave di calcarenite dismesse;
  3. Aree a Mare, prospicienti il Sito. L’area perimetrata a terra è pari a circa 216 ettari mentre l’area a mare prospicente il polo chimico è circa 860 ettari.

Alcuni dati sui rifiuti prodotti dalla fabbrica Enichem:

– Isola 5: 41.320,00 t

– Isola 16 discariche A, B e C: 193.030,00 t

– Isola 12 discarica “Fanghi Accelator”: 21.000,00 t

– Discarica F dell’Isola 12: 119.570,50 t

– Isola 14 Discarica 2 Ovest: 37.510,00 t

– Isola 17 Discarica D: 34.174,00 t

– totale suolo e sottosuolo: 446.604,50 t (per ogni anno su 16 anni di produzione: 27.912,78 t).

 

Dai rapporti ISPRA ed ISTAT ANNI 2018,2019 e 2020, la produzione annua di Rifiuti Speciali Pericolosi si attesta a circa 360.000,00 t/anno; considerando che gli abitanti della Puglia sono circa 4.000.000,00 abitanti, la produzione procapite di RSP per la Puglia risulta essere di 0,09 t/procapite anno; calcolando quindi la popolazione equivalente in termini per produrre quella quantità di rifiuti speciali pericolosi in quell’area si ha: 310.142,01 abitanti (FOCUS ARPA 2015 – Tabella 1 – TABELLA DI RIEPILOGO CON RIFLESSIONI): dalla analisi di quanti rifiuti siano stati accumulati sul suolo e nel sottosuolo (senza considerare la falda e la non completa bonifica del suolo e sottosuolo), risulta che la pressione ambientale, in merito alle quantità rimosse,

equivale dunque a quanto produrrebbe una città, concentrata nel sito ENICHEM, pari a 310.142,01 abitanti (dati elaborati dall’ ing. Andrea Trotta per il 47 ° anniversario scoppio Enichem).

Il dato è raccapricciante, angosciante e suscita immediatamente alcune domande essenziali:

  1. Ma era il caso di affidare la bonifica a chi ha inquinato?
  2. Possibile che non si poteva prevedere che si sarebbero prodotti tutti quei rifiuti?
  3. Ma nella fase di produzione, c’era qualcuno che sorvegliava?

 

La questione centrale: le bonifiche

Innanzitutto, chiediamo un monitoraggio preciso sull’AREA ENICHEM. Vogliamo sapere quali sono le strutture realmente e concretamente esistenti in tutta quella zona, quali attività economiche sono in atto sia pubbliche che private. Tutta la situazione reale dell’area Enichem è infatti avvolta nella nebbia, dato che non esiste un registro ufficiale di tutte le attività economiche finora operanti e quelle proposte.

Tutto questo però è possibile se prima di tutto c’è chiarezza sulle bonifiche: quanto è gia stato bonificato? ( poco . Solo la parte di proprietà Eni) quanti ettari dell’area SIN, compresi quelli in mare, sono ancora da bonificare? E se le aree che risultano bonificate lo sono sulla base di determinati valori soglia scelti per un uso industriale, che sono di molto superiori rispetto a quelli previsti per altri usi, ci sono comunque determinate attività che non sono opportune per quei siti?

 

I criteri base per l’avvio di nuove attività produttive

 

I criteri di base per poter avviare attività produttive nei territori interessati dovrebbero essere chiari, condivisi e fondati non solo dal punto di vista normativo ma anche sociale e ambientale, in un’ottica che tenga in considerazione le vocazioni del territorio, le sue caratteristiche e il contesto di riferimento.

E’ necessario dunque partire da quelli che sono leggi e regolamenti attuali, che vanno applicati in tutte le sedi quando sono adeguati allo scopo, ma dei quali bisogna sollecitare modifiche ed integrazioni quando sono insufficienti nel difendere i territori dalle speculazioni a suo danno o quando non tengono conto di cautele e precauzioni che bisognerebbe adottare.

Non si tratterebbe, pertanto, di porre paletti da parte delle singole istituzioni di volta in volta interessate, i quali sembrerebbero più che altro merce di scambio per indicibili compensazioni, ma di una unità di intenti per promuovere la crescita di attività produttive in conformità a criteri trasparenti, derivanti da pubbliche consultazioni, che applicherebbero pienamente quei livelli di accesso all’informazione e alla partecipazione dei cittadini previsti prima di tutto dalla normativa europea. La Casa della Salute e dell’Ambiente di Manfredonia, istituita con delibera unanime dal Consiglio Comunale ha, tra i suoi scopi, proprio quello di favorire l’accesso e la partecipazione alle scelte in materia di ambiente e salute, dunque sarebbe senz’altro uno dei soggetti che potrebbero interloquire in questo processo e si dichiara fin d’ora disponibile.

Centralità dell’Istituzione Comune

Perché questo nuovo corso possa realizzarsi, bisogna dare al Comune di Manfredonia la centralità che gli spetta per assumere in pieno la Responsabilità delle scelte politico- economico- culturali da fare.

L ‘Istituzione Comune deve riprendere il ruolo che le è stato tolto e giocare la partita a tutto campo attraverso rappresentanti autorevoli e competenti inseriti nei luoghi decisionali (vedi ASI, AUTORITA’ PORTUALE,ZES ecc.) presso cui esercitare le scelte prese di concerto con la cittadinanza.

In questo senso, servirebbe anche realizzare un accordo con le Comunità vicine come Mattinata, Zapponeta e San Giovanni Rotondo ed in particolare con il Comune di Monte S.Angelo, proprio in funzione di un’alleanza istituzionale  per poter contare di più  superando  antiche e desuete inimicizie e suggellare  una nuova alleanza per la  RINASCITA DEL GARGANO che veda le popolazioni partecipi del progresso economico e culturale.

La tutela del nostro mare

Abbiamo molto a cuore il nostro mare! Nel mare si trova la maggior parte del nostro SIN, chiediamo perciò  che la Capitaneria di Porto assuma le sue responsabilità rispetto alla sua tutela, sorveglianza e salvaguardia, perché il mare è un bene prezioso che non viene curato sufficientemente. Vogliamo che Manfredonia torni ad essere la PORTA DEL GARGANO (“Manfredonia la bella”, come veniva chiamata) e non invece sito di mare inquinato e soggetto a logiche economiche poco trasparenti, nonché ad un diffuso inquinamento proveniente da varie fonti e cause. Vogliamo lanciare la campagna: RI/VOGLIAMO IL NOSTRO MARE, e vogliamo che Manfredonia col suo golfo diventi centro attivo e attrattivo del Gargano e della Capitanata.

 

Proposte conclusive

Per arrivare agli scopi  che ci siamo prefissi, possono essere in sintesi  tracciati degli orientamenti da perseguire:

1)occorre UN TAVOLO CITTADINO UNITARIO o una commissione consiliare aperta per raccogliere documentazione, conoscere, studiare, monitorare, proporre ed esprimersi con cognizione di causa ed in modo documentato, elaborare una visione, una prospettiva comune e condivisa;

2) bisogna REALIZZARE FORME DI PARTECIPAZIONE ATTIVA, continua e sistematica, del Comune e della cittadinanza negli enti che attualmente sono centrali nelle politiche di sviluppo;

3)bisogna CHIARIRE CHE I VANTAGGI FISCALI, doganali, amministrativi devono essere concessi solo ad attività economiche coerenti con le vocazioni del territorio. 4)Bisogna INDICARE IN MANIERA TRASPARENTE in quali settori si intende rilanciare l’economia locale, fermo restando che ogni decisione di reindustrializzare le aree inquinate deve giocoforza preventivamente prevedere bonifica e disinquinamento come occasione di trasformazione sociale ed economica, e che le valutazioni di nuovi insediamenti devono tenere in debito conto dell’attuale situazione di inquinamento dovuto alle aziende insediate e sommarlo a quello delle nuove, presupposto di cui al momento nessuna legge tiene conto.

In conclusione, raccogliendo l’eredità di 40 anni di lotte cittadine, della  Sentenza della Corte Europea a favore delle Donne di Manfredonia( febbr.1998) e raccogliendo il senso della perdita di tanti operai in nome di Nicola Lovecchio e dei tantissimi cittadini e cittadine che ancora muoiono a causa degli inquinanti lasciati dalla fabbrica che ci ha rubato la salute, chiediamo a coloro che dovranno assumersi la responsabilità di dare un Domani diverso alla nostra Città: è possibile invertire, o comunque rimodulare, il percorso autorizzativo che attualmente vede piovere dall’alto richieste di installazione di impianti industriali, dando priorità a ciò che vuole un territorio rispetto a ciò che vogliono pochi gruppi privati? Come si può stabilire questo luogo fisico-istituzionale dove gli interessi diffusi della popolazione siano il punto di partenza per pianificare le politiche di sviluppo? Quali sono gli spazi di partecipazione all’interno di questi processi e come metterli al centro e dargli valore?

Nel percepire e ribadire l’urgenza di questi temi, chiediamo risposte e impegni precisi rispetto a queste domande e speriamo di ricevere riscontri positivi riguardo agli impegni proposti.

per la Casa della Salute e dell’Ambiente

Rosa Porcu, Presidente

 

 

 

 

 

 

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Comunicati · News

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