Martedì 23 Aprile 2024

L’Asl Fg cerca medici all’estero

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Verranno dall’estero i medici mancanti nelle strutture ospedaliere della ASL FG? Almeno questa è la speranza da ultima spiaggia del direttore generale della ASL FG, Attilio Manfrini, che si è rivolto ai consolati esteri col proposito di reclutare medici specialisti in grado di coprire le posizioni rimaste scoperte negli ospedali dell’azienda ospedaliera di Capitanata.

La “scoperta” è del consigliere regionale foggiano Gianluca De Leonardis, presidente della Commissione affari istituzionali della Regione, che a sua volta ha chiesto spiegazioni e l’intervento della assessore regionale alla sanità Elena Gentile.

La ASL FG dopo l’esodo forzato imposto al personale ospedaliero per via dei tagli inferti al settore cerca dunque medici da assumere. E per reperirli si rivolge all’estero. Perché – è il quesito – non se ne trovano sul suolo nazionale o perché non rispondono alla chiamata lanciata dalla stessa Asl?

Un prezioso capitale umano regalato. Il problema è ben più profondo e coinvolge implicazioni che esulano dallo stesso ambito sanitario. De Leonardis ne coglie solo un aspetto allorquando rileva che “non è possibile che un territorio nel quale esiste da anni una facoltà di Medicina e chirurgia e per il quale sono stati pianificati ingenti investimenti per la crescita e il consolidamento di strutture che dovrebbero essere il serbatoio naturale in grado di permettere a tanti studenti una adeguata collocazione, presenti poi delle lacune che necessitano addirittura di personale reclutato dall’estero per essere soddisfatte”. L’altro aspetto, quello che determina un fenomeno ormai dilagante e per tanti versi consolidato, è dato dall’ormai continuo e crescente flusso di giovani laureati verso Paesi esteri quali il Regno Unito, la Francia, la Germania, gli USA, fino alla Cina. Statistiche Istat attestano che ogni anno cinquemila laureati vanno direttamente all’estero. Sono ingegneri, medici, economisti, consulenti finanziari e così via. Le Università italiane sono ormai attrezzate per indirizzare i propri laureati verso Paesi esteri che a loro volta cercano i laureati italiani perché sono preparati. Le aziende offrono loro condizioni di lavoro e di retribuzione certe e migliori con prospettive di carriera allettanti. E’ il capitale umano che serve alla crescita di quei Paesi. Un capitale che a loro non costa niente. E’ Gratis. Lo stesso capitale umano che viene meno in Italia. Italia che ci rimette incenso e capitale. Per formare quei cinquemila laureati si spendono 175 milioni di euro. Un investimento senza ritorno, che se ne va in fumo.

I laureati preferiscono l’estero Succede allora, come il caso dell’ASL FG, che per cercare medici specialistici bisogna rivolgersi all’estero. Spesso con scarso successo. Ma perché un medico specialista, per proseguire nell’esempio della ASL FG ma il discorso vale per tutte le attività, dovrebbe tornare in Italia e rispondere all’appello del direttore Manfrini? Perché dovrebbe accontentarsi di uno stipendio pressoché dimezzato, accettare condizioni di lavoro precarie, e soprattutto un contrato a progetto e un avvenire fumoso?

Sono queste le considerazioni di fondo che spingono i nostri giovani ad andare via appena conclusi gli studi. I numeri esposti dalle statistiche che scandagliano le varie e diverse scansioni del problema che tocca una vasta gamma di implicazioni dalle economiche alle sociali, sono quanto mai impietosi e denunciano una Italia fuori dal modo del lavoro in genere, una perdita secca delle migliori energie, di generazioni di professionisti, delle classi dirigenti del domani che è già oggi. Siamo fuori dalla realtà, insomma.

Potrebbero venire in soccorso i laureati, i medici immigrati dall’estero, extracomunitari. In Europa e in Paesi di altri continenti è una pratica del tutto usuale, una risorsa da utilizzare integrandola nel sistema. In Italia no, gli extracomunitari sono visti solo come un problema. Cambiare e aggiornarsi E allora sarà problematico uscire dal vicolo cieco in cui ci ritroviamo. Il direttore della ASL FG Manfrini sarà difficile che trovi una sponda per sanare la tormentata situazione negli ospedali, al limite della sostenibilità dei servizi sanitari. Con quali gravi ripercussioni sulla salute pubblica non ci vuole moto ad immaginarla. A Manfredonia è dramma corrente.

Non può essere pertanto l’appello lanciato dal consigliere De Leonardis all’assessore regionale alla salute Elena Gentile (che ci mette parecchio di suo a complicare la situazione), invitata “ad individuare ed esaminare le criticità denunciate da Manfrini”, né tanto meno l’invocato “finanziamento aggiuntivo di borse di studio per un incremento e maggiore sostegno economico ai corsi e alle specializzazioni strategiche” ecc. ecc., a risolvere una condizione che reclama, si, grande attenzione, oggettiva considerazione e aperture di avanzato respiro. Pur apprezzando le buone intenzioni del consigliere regionale, sono suggerimenti da vecchia politica: le cose in Europa e nel Mondo del quale anche la Capitanata fa parte, sono cambiate. Se vogliamo rimetterci in corsa bisogna cambiare marcia e soprattutto mezzo di locomozione.

Michele Apollonio

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