Giovedì 2 Maggio 2024

Il “diverso” raccontato l’8 aprile al Teatro “Lucio Dalla” con l’Operetta Burlesca

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La serata dell’8 aprile si è aperta al Teatro “Lucio Dalla” con l’Operetta Burlesca dell’autrice Emma Dante. “E’ uno spogliarello dell’anima” così lo definisce. Vengono messi a nudo i sentimenti di Pietro che a 40 anni non riesce a far accettare ai genitori e alla società la propria omosessualità.  Vorrebbe andare nella grande città a Napoli per realizzare il proprio sogno, quello di formare una famiglia, come tante, e poter vivere senza problemi “l’amore” della propria vita. Anche il suo compagno è vittima degli stigmatismi della società post-moderna che di moderno non ha proprio nulla, considerando la “cecità” di quanti vedono ancor oggi con occhio “diverso” le coppie omosessuali. Infatti la storia d’amore  durata appena due anni in completo segreto turba la “serenità” dei genitori di Pietro e della famiglia del suo compagno tanto da dover stroncare per sempre quel rapporto “sbagliato”. Gli attori e i ballerini hanno interpretato la storia in modo straordinario, attraverso i toni ironici di battute che hanno toccato gli animi del pubblico, travolto dall’epilogo avverso che getta nello sconforto più profondo il protagonista, vittima di pregiudizi. Lo spettacolo è stato interpretato da Viola Carinci, Roberto Galbo, Francesco Guida, Carmine Maringola; coreografie di Davide Celona; luci Cristian Zucaro; produzione Sud Costa Occidentale.

Quanti “Pietro” vivono rinchiusi in un “corpo sbagliato” e dall’animo nobile che vorrebbero vivere appieno la propria esistenza senza preoccuparsi dei “giudizi” della gente che mormora perché temono il “diverso”. Ognuno di noi ha qualcosa di “diverso”compreso nell’inconscio che arricchisce il Sé e non lo inquieta. Di recente è stata approvata in Parlamento la legge sulle unioni civili, giunta in enorme ritardo in Italia rispetto a quelle in vigore, da tempo, negli altri paesi europei. Ha fatto tanto clamore soprattutto la parte stralciata sulle adozioni del figlio del partner, cosiddetta stepchil adoption, su cui le varie forze politiche non hanno trovato un accordo. La comunità progredisce se, attraverso un’adeguata formazione delle forme mentis, comprende che ciò che apparire “strano” e “diverso” costituisce solo una “ricchezza” da preservare e non da allontanare e combattere.

Grazia Amoruso

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