Sabato 27 Aprile 2024

TRA SPORT, CULTURA e TRADIZIONE IL FASCINO DI UN’ARTE ANTICA (Foto & Video)

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È lontano il tempo in cui le battaglie si combattevano viso a viso, con la forza delle braccia e la prontezza dei riflessi. In quel tempo, spesso, venivano chiamati alle armi semplici cittadini piuttosto che professionisti dell’arte della guerra. Uomini che pur non avendo nobili natali e titoli cavallereschi si sono battuti con coraggio per difendere i propri principi. Era il tempo in cui “il signore” di turno disponeva della vita e della morte dei propri sudditi. Un tempo, segnato dalla semplicità della vita e dalla povertà quasi assoluta, in cui chi non poteva permettersi un’arma combatteva con quello che la natura e l’ingegno gli forniva: bastoni e semplici attrezzi da lavoro. Questo è il momento in cui in terra “sipontina” iniziano a raffinarsi alcune pratiche di combattimento che trovano la propria collocazione storica nella notte dei tempi. La nostra terra, infatti, ambita per la sua posizione geografica è da sempre stata terra di conquista e teatro di un impressionante numero di combattimenti, non sempre riportati sui testi di storia. Queste le ragioni principali per le quali in terra Dauna l’arte del combattimento “all’arma bianca” ha trovato terreno fertile e prolifero per valenti paladini. L’interazione culturale garantita ad un popolo fulcro di scambi commerciali tra oriente ed occidente hanno, con gli anni, accelerato l’infinito processo di perfezionamento dell’ars pugnandi propria della nostra tradizione culturale. Anche quando l’evoluzione scientifica ha, purtroppo, trasformato lo scontro bellico in impersonale carneficina, la tradizione marziale Sipontina, grazie a pochi appassionati, ha continuato a bruciare fervida. Contro il tempo, contro gli uomini e anche contro le inibizioni normative che per decenni hanno proibito la pratica delle arti da contesa, la scherma con armi bianche ha continuato a diffondersi di padre in figlio secondo uno schema non codificato ma ben radicato. Ciò è stato possibile anche grazie a coloro che hanno saputo seguire l’evoluzione dei tempi trasformando cruente pratiche di combattimento in un vero e proprio sport. Tra questi va dato grande merito al maestro Michele Valente che, tra i più conosciuti cultori di tale arte, nel corso della sua vita si è prodigato affinché si tramandasse non solo la mera tecnica di combattimento ma anche lo spirito che deve accompagnare chi a tale pratica si avvicina. Lealtà, fedeltà, onestà e dedizione alla famiglia sono i principi che, secondo il mastro Valente, devono accompagnare il “tiratore” per tutto il percorso della sua vita. Principi che devono essere garantiti non solo in segno di rispetto per tutti quei cavalieri in pectore che hanno dato la vita per difendere i propri ideali, ma anche e soprattutto per sottolineare la limpidezza dei propositi di colui che può approcciarsi alla tecnica sportiva, solo se decide di sposare il codice etico che ne ha garantito a quest’arte di essere tramandata nei secoli. Il maestro Valente, forgiato all’insegnamento dal maestro Matteo Marinaro, proprio per continuare la tradizione storica di cui è stato fatto depositario e scongiurare ogni forma di contaminazione ha deciso di fondare “la Scuola di Arte Antica Stile Michele Valente” che si trova in via Calle del porto a Manfredonia e che verrà inaugurata, con l’apertura dei corsi, il 18 giugno 2016.

Paolo Licata

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Commenti

  • bellissima manifestazione all’insegna dei valori morali e del rispetto reciproco.
    Un ringraziamento al Maestro MICHELE VALENTE.

    MIky 19/06/2016 12:36 Rispondi

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