Martedì 23 Aprile 2024

“Arsenico40”: una indagine scientifica da aprire al futuro

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In questi anni come Associazione Lavoro&Welfare  di Capitanata siamo stati impegnati in prima linea, tra l’altro, nella attivazione delle iniziative per difendere i principali presidi territoriali della salute e dell’ambiente, sostenendo la salvaguardia e la funzionalità delle nostre strutture ospedaliere e della sanità territoriale, la difesa delle risorse naturali dall’invasione di pale eoliche a mare, l’opposizione all’insediamento del megadeposito di GPL Energas, questioni che tutt’oggi investono e preoccupano la nostra comunità.

Per queste ragioni abbiamo guardato con buoni auspici all’avvio di un percorso di indagine scientifica epidemiologica e di analisi sugli eventi che hanno segnato la nostra storia produttiva ed ambientale,  con particolare riferimento allo scoppio della colonna di arsenico dell’ex ANIC avvenuto 40 anni orsono, il 26 settembre 1976.

Salute e sviluppo sostenibile, valori comuni da tutelare e potenzialità da programmare

Lo scoppio della colonna d’arsenico del settembre 1976, la vita produttiva dell’ex petrolchimico, le successive fasi delle operazioni di bonifica hanno visto spendersi con pulsioni e con responsabilità memorabili decine di migliaia di cittadini, Istituzioni, settori interi della società locale e mondi dell’impresa e del lavoro. Un insieme di attori del nostro territorio i quali mai finora hanno realizzato in modo compiuto una lettura aggiornata e il più possibile unitaria della pagina produttiva partita dall’ANIC e approdata al Contratto d’Area.

L’indagine, che si pone l’obiettivo di una conoscenza più approfondita delle ripercussioni della presenza del petrolchimico sullo stato di salute dei cittadini, offre l’occasione auspicabile di rilanciare la discussione su un modello di sviluppo imposto dall’alto, ovvero quello, dimostratosi sbagliato e nocivo, degli anni ’60 nel nostro territorio, per prospettare finalmente una visione più aggiornata di sviluppo industriale/manifatturiero e/o territoriale sostenibile e confacente con le nostre vere potenzialità.

Infatti, una ragionata programmazione delle potenzialità settoriali e delle politiche produttive possibili è assente nell’area di Manfredonia dalla fine degli anni ’90 e quelle precedenti sono state, appunto, o decise altrove, o dettate dalle emergenze e dai contraccolpi occupazionali causati dalle dismissioni dell’Enichem.

                                   Al centro rimane il diritto al lavoro

Per fare ciò occorre superare una logica che colloca ogni iniziativa e ogni processo territoriale nel solco del particolarismo e della autoreferenzialità, così come lo sono stati ed in alcuni casi lo sono tuttora aspetti produttivi, economici e sociali strategici mai esplosi nella loro reale ed auspicata valenza, quali le economie del mare, il Porto alti fondali, la promozione delle potenzialità turistiche, le stesse risorse già utilizzate della programmazione negoziata, ciascuna –ahinoi!- erroneamente interpretata nell’ultimo ventennio come fattore di gestione localistica e difatti lasciata prima o poi decadere o rovinare, senza forza né contrattuale né propositiva, nelle più autorevoli e purtroppo inappellabili dinamiche globali.

Pensiamo che affrontare i temi della tutela della salute e dell’ambiente in rapporto ad attività produttive di impatto rilevante resta puro esercizio accademico se fatto a posteriori e se non si sostiene un progetto di come realizzare nel concreto condizioni di vita giuste e decorose, le quali sono fondate in ogni caso sul diritto al lavoro.

Un lavoro dignitoso come fondamento della qualità della vita dei cittadini, che sia rispettoso delle risorse naturali e della salute, che esprima al meglio il saper fare, le competenze e le potenzialità produttive di un territorio  come il nostro, in cui le attività manifatturiere siano unite ed integrate in modo funzionale con quelle del terziario e con quelle culturali e sociali, per non restare fuori dal resto del mondo che cammina, per attivarsi con l’impegno necessario a far rimanere i nostri ragazzi nel nostro territorio, vivendoci con dignità e da primi attori. Un lavoro motore di progresso e di condivisione tra le forze e le energie vive della comunità.

Indispensabile una partecipazione ampia

Una indagine scientifica ed un percorso di analisi come quelle riferite al quarantennale dello scoppio della colonna di arsenico devono ricercare, rendere necessaria e significativa la più ampia partecipazione attiva dei cittadini, dei giovani, delle forze sociali, di quelle del lavoro e della produzione. Ciò finora, obiettivamente, non si è ancora realizzato nelle iniziative del Coordinamento Cittadino Ambiente Salute, interfaccia funzionale della indagine con la popolazione.

Viste le condizioni di contesto e le risposte impegnative che è necessario dare alle domande di una migliore qualità della vita nel nostro territorio, ai cittadini ed alle loro aggregazioni sociali serve un luogo di confronto che su temi di tale rilevanza sia aperto e plurale e non adotti un modello di analisi parziale e limitato.

Nei fatti, com’è evidente, la pagina dell’ex petrolchimico non risulta ancora archiviata come punto di non ritorno da diversi protagonisti, interni ed esterni, delle vicende istituzionali, sociali e produttive  che ci interessano. È questa la ragione principale delle recenti avances di più insediamenti eolici nel nostro mare e dell’Energas, cui come cittadini abbiamo assistito allibiti e sorpresi, manifestando la nostra civile ma determinata opposizione.

Perciò necessita un bilancio, un monitoraggio ed una lettura prospettica che coinvolga davvero tutti, senza esclusioni dettate da finalità propagandistiche o da pregiudizi e supponenze  che ledono non solo la dignità ma la stessa immagine e la vita democratica di un territorio che ha urgente bisogno di riprendere a valorizzare e programmare con coerenza il miglior impiego delle proprie risorse.

Il futuro, i giovani, la condivisione sociale

Solo se l’impegno avviato con la ricerca di ARSENICO40  proseguirà con una  visione che accomuna e valorizza le energie e le competenze dei giovani e le forze sociali sane e disposte ad agire insieme e con pari dignità, su progetti condivisi, in una prospettiva che guarda al progresso ed allo sviluppo sostenibile, senza inutili protagonismi di parte, rivincite personali e vendette, si potrà fare con la necessaria lungimiranza e meglio l’interesse di tutti i cittadini e del territorio.

Vorremmo dunque che il 40ennale dello scoppio della colonna di arsenico e l’iniziativa di ricerca da quell’evento ispirato venissero colti, soprattutto da chi riveste responsabilità istituzionali, per portare la nostra comunità oltre i fantasmi delle laceranti divisioni vissute, finalmente nel futuro, puntando sulla condivisione sociale delle priorità di uno sviluppo territoriale che rispetti la salute e l’ambiente e investendo sulla responsabilizzazione e sul protagonismo di nuove leve.

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