Sabato 27 Aprile 2024

ANIC – Società Chimica Dauna – Enichem – Appunti di un cronista – di Matteo Di Sabato

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Il libro di Matteo Di Sabato “ANIC Società Chimica Dauna – Enichem – Appunti di un cronista” si inserisce molto opportunamente all’interno di una profonda riflessione sull’Enichem, sotterraneamente sempre viva e presente nella nostra città, ma diventata pubblica e partecipata a partire dall’attuale vicenda Energas e dall’INDAGINE CONOSCITIVA SULLO STATO DI SALUTE DELLA POPOLAZIONE E DELL’AMBIENTE E NELLA CITTÀ DI MANFREDONIA” predisposta dall’IFC/CNR, la cui relazione conclusiva è stata recentemente consegnata alla Giunta Comunale.
Non è casuale, quindi, che il libro sia stato presentato e discusso il 23 settembre 2016, durante il Quarantennale dello scoppio della colonna dell’arsenico, con la presenza delle istituzioni ed il contributo di un dipendente Enichem, riuscendo a coniugare e rappresentare il passato ed il presente, oltre che le diverse facce, anche contrapposte, della vicenda Enichem. L’autore anche in questa occasione ha dimostrato sensibilità, tempismo e capacita di inserirsi nel dibattito in atto, facendo della sua memoria personale occasione e pezzo di memoria collettiva, vivificandola nel presente.
ISINGOLI EPISODI VANNO COLLEGATI AL CONTESTO ECONOMICO E SOCIO-POLITICO
Pertanto il libro, per meglio comprenderlo, va analizzato facendo un riferimento continuo e costante alla realtà culturale e socio-economica del nostro territorio e tenendo conto del suo approccio prevalentemente di tipo memorialistico – giornalistico. Di Sabato ha lavorato una vita come funzionario dell’Azienda Soggiorno del Turismo e contemporaneamente ha svolto e svolge attività giornalistica, con passione e professionalità, facendo di questa attività un fattore forte d’identità personale, famigliare e sociale. È un cronista che descrive giorno per giorno gli avvenimenti e contemporaneamente da cittadino ci partecipa attivamente con una sua specifica modalità e competenza: riflette e collega i singoli eventi riportandoli alle origini ed al contesto politico – sociale dell’insediamento dell’Enichem e della sua disastrosa localizzazione. Così procedendo egli porta avanti una sua tesi e cioè la distruzione di un territorio ad alta vocazione turistica per la bramosia di quanti, politici e non, ne hanno fatto scempio per proprio tornaconto e, contemporaneamente, dà un senso complessivo ai singoli e giornalieri resoconti, i quali nell’insieme diventano cronistoria, documenti, memoria viva di storia locale, a cui attingere e da tramandare.
IL CASO SCONOSCIUTO E OCCULTATO DEL VILLAGGIO TURISTICO MARIELLA NELLA PIANA DI MACCHIA
Un tassello, una perla, in questa direzione è la descrizione, il racconto della mancata attuazione del progetto “Villaggio Turistico Mariella”. Infatti dal libro si apprende una sconosciuta ed incredibile vicenda: la presentazione al comune di Monte Sant’Angelo nel periodo dell’insediamento Enichem del progetto Villaggio Turistico Mariella, proprio nella Piana di Macchia, nell’imponente Masseria Spezia, situata sulla Costa Merina, a circa 800 metri da Manfredonia. Tale progetto, occultato, tenuto nascosto dall’allora sindaco a tutti, anche ai consiglieri comunali, se attuato avrebbe consentito la salvaguardia ambientale della Piana di Macchia ed una diversa fisionomia e prospettiva di sviluppo, più coerente alle vocazioni e caratteristiche di quell’area e del nostro contesto. Anche se la storia non si fa con i se, questa vicenda è molto importante perché aiuta molto a capire come i potenti, di allora e di oggi, utilizzino i propri ruoli non al servizio della comunità ma contro e per interessi privatistici, specie se e quando non c’è partecipazione collettiva sociale e controllo pubblico del loro operato.
Il libro riesce a far rivivere in modo incalzante quei momenti di lotta della cittadinanza, così esaltanti e coinvolgenti, per la tutela della salute ed offre anche riflessioni sul senso della protesta e della lotta, da vedere nella sua articolazione dialettica.
L’ENICHEM È ANDATA VIA MA HA LASCIATO VIOLENZA AMBIENTALE E SOCIALE
Dall’epilogo, emerge che la situazione è peggiorata notevolmente. L’Enichem è andata via ma ha lasciato violenza ambientale e sociale, lasciando sul lastrico centinaia di famiglie, senza alcun risarcimento, neanche per coloro che si sono ammalati e/o sono morti. Qui la cronaca che il libro racconta si intreccia con il presente, con la vicenda Energas e la Ricerca Epidemiologica in atto a Manfredonia, in particolare con l’analisi storica di Giulia Malavasi, pubblicata sulla rivista EP dal significativo titolo “CATASTROFE CONTINUATA, CITTADINANZA RITROVATA E RIMOZIONE”. In tale articolo viene presentata una ricerca che “tenta di costruire la storia della città di Manfredonia in relazione alla presenza del petrolchimico del ENI. Oltre all’incidente del 26 settembre 1976, con la dispersione di arsenico, Manfredonia ha conosciuto una catastrofe continuata, segnata da numerosi episodi di fuoriuscita di sostanze chimiche. Il movimento popolare che si è sviluppato a fine anni 80 in opposizione all’Enichem ha prodotto una profonda riappropriazione di cittadinanza e, al contempo, dinamiche di forte conflittualità. L’impatto del petrolchimico sulla comunità di Manfredonia ha determinato disgregazione, memoria divisa e rimozione: quella di Manfredonia è stata una catastrofe dimenticata”.
Da queste brevi note è evidente la connessione del libro di Matteo Di Sabato con la suddetta Ricerca Partecipata, nei contenuti e negli intenti. Infatti nel libro gli avvenimenti non vengono solo descritti, ma considerati e valutati negli effetti sull’ambiente e la vita delle persone. Perciò viene stimolata una conoscenza ed una riflessione sui fatti ma anche una spinta ad intervenire, ad attivarsi per migliorare la situazione. La comprensione diventa così non semplice riflessione che resta dentro di sé o tra quattro mura, ma una forza e leva per agire, un conoscere per trasformare.
ALCUNE DOMANDE APERTE DEL LIBRO
Il libro pone anche tre domande, tuttora molto importanti: 1) è possibile un sviluppo nel nostro territorio, fondato su un intreccio tra il turismo e l’industria. 2) La stampa ed i giornali che ruolo hanno? Possono dare un contributo, essere fattore di trasparenza nell’analisi e proposte, in modo da contribuire allo sviluppo del territorio? A quali condizioni? 3) Tra le righe si può anche cogliere una terza domanda: gli intellettuali locali, gli appassionati ed i professionisti della cultura e del pensiero libero che ruolo hanno avuto nella vicenda Enichem? Che ruolo hanno oggi nel contribuire o meno allo sviluppo cittadino?
LA PARTECIPAZIONE COLLETTIVA E’ LA BASE DI OGNI PROSPETTIVA NUOVA
Dal libro è possibile cogliere anche indicazioni per una prospettiva nuova ed una speranza. La prospettiva è quella di fondare lo sviluppo ed il bene comune sulla partecipazione collettiva; la speranza è quella che la memoria storica, rivivificata, possa contribuire ad un rinascimento manfredoniano. Infatti la cronaca giornalistica, il resoconto episodico, fa intravedere un quadro generale, per cui i vari fatti e protagonisti della vicenda vengono presentati non solo nella loro singolarità ed individualità, ma anche nei loro effetti sulla comunità, a cui servizio e bene ogni attività ed iniziativa deve guardare. Così nel libro, gradualmente viene descritto l’emergere della presa di coscienza della comunità sipontina, la consapevolezza che la vera protagonista era e dov’era essere, sia e debba essere la comunità sipontina. Solo attraverso la partecipazione collettiva è possibile tutelare il diritto alla salute e uno sviluppo sano e solidale, egualitario. È una coscienza dirompente e straordinaria che, pur durata brevemente, pur non riuscendo a costruire una nuova prospettiva coerente e solida, lascia quel seme che vivifica nel presente, pronto a rinascere, ricrescere a ridare frutti. Pronto a mobilitarsi, di fronte alle nuove, recenti e drammatiche vicende dell’Energas e della tuttora mancata bonifica dell’area Enichem, che continua ad inquinare ed a produrre danni alla salute ed all’ambiente, come, tra l’altro, ha dimostrato la Ricerca Epidemiologica.
LA MEMORIA COLLETTIVA, RIPENSATA E VIVIFICATA, PUO’ STIMOLARE UN RINASCIMENTO MANFREDONIANO?
La memoria può farsi costruttrice di un nuovo rinascimento manfredoniano? Storicamente il rinascimento nasce da una profonda e graduale trasformazione e ripensamento culturale e religioso; a Manfredonia è possibile intravedere segni in questa direzione nelle numerose recenti pubblicazioni di studiosi e protagonisti della società civile, politica e religiosa del nostro territorio. Libri che sono memorie individuali, pensate e ragionate, non semplici ricordi nostalgici di un passato che non c’è più; esse, pertanto, si integrano e si fanno nell’insieme memoria collettiva. Memoria che, riveduta, corretta, confrontata e resa pubblica consente di capire il presente e soprattutto di dare al presente stesso una prospettiva, una luce che viene da lontano e da fuori, poiché il presente diventa cieco e bloccato se è chiuso solo dentro se stesso. Memoria collettiva che ripropone e fa emergere quella tensione ideale e creativa delle lotte contro l’Enichem e per uno sviluppo sostenibile, egualitario e solidale, memoria che addolcita e liberata dall’acredine, rinfrescata dalla comprensione storica della nuova generazione, mantiene una vivacità propositiva.
I LIBRI SONO COME FIORI
I libri sono come fiori di un giardino; vivono e profumano intensamente per poco, il momento della loro raccolta, presentazione e discussione, un mese, una stagione; poi passano. In realtà, però, non muoiono mai. I loro semi, nascosti e custoditi nella terra, nei cuori e nelle menti, sono pronti sempre a riprodurre nuovi fiori, nuovi profumi, nuove spinte ideali, ad ogni stagione. Perciò sono preziosi. Il libro “ANIC Società Chimica Dauna – Enichem – Appunti di un cronista” di Matteo Di Sabato è da considerarsi anch’esso un fiore, un tassello di questa memoria collettiva, una lucciola che, pur fiocamente, sa illuminare quel grande sociale prato verde, in cui tutti sogniamo di poter giocare e vivere.
Silvio Cavicchia

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Commenti

  • Sulla consapevolezza della comunità sipontina nutro qualche dubbio , dal momento che , ad esempio , molti ancora non si rassegnano a fare la raccolta differenziata e abbiamo immondizia ovunque.

    Cittadina 25/05/2017 13:14 Rispondi

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