Mercoledì 8 Maggio 2024

Il porto di Manfredonia: sorvegliato speciale

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Notificate le diffide ai proprietari d’imbarcazioni, di natanti e singoli corpi morti ancorati sul fondale non in possesso di regolare autorizzazione amministrativa ormeggiati nello specchio d’acqua antistante il porto commerciale di Manfredonia. Quindi l’ingiunzione ai rispettivi proprietari di rimuoverli, pena il sequestro e conseguente confisca. Le indagini, partite il mese di settembre scorso su disposizione della Procura della Repubblica di Foggia, sono state affidate congiuntamente alla Capitaneria di Porto-Guardia Costiera, al comando del C. F. (CP), Giuseppe Turiano e alla Compagnia dei Carabinieri di Manfredonia, diretta dal Cap. Piergiuseppe Zago. La fase preliminare di rimozione delle barche e lo stato dei luoghi è stata anticipata dall’intervento del nucleo subacqueo Guardia Costiera di San Benedetto del Tronto. Nei giorni scorsi, infatti, ha effettuato attività subacquee, rilievi fotografici e video degli ormeggi (corpi morti e catenarie) utilizzati per l’ormeggio abusivo di natanti da diporto e di altre imbarcazioni all’interno del porto commerciale di Manfredonia. L’area d’intervento è stata delimitata ad una particolare zona all’interno del porto commerciale, così come evidenziato dal poligono visibile nella foto, escludendo, però, una piccola zona dove risultano essere ormeggiati altri natanti. Su disposizione dell’Autorità giudiziaria, le imbarcazioni illecitamente ormeggiate, saranno sottoposte a sequestro e rimosse per la successiva custodia a cura dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale e, “extrema ratio”, confiscate. I proprietari delle imbarcazioni identificati saranno deferiti all’Autorità giudiziaria. All’interno del porto, nei pressi degli specchi acquei abusivamente occupati sono stati posizionati appositi cartelli monitori dell’imminente attività di rimozione delle stesse imbarcazioni e dei gavitelli. Fin qui la cronaca. Operazione giustissima e degna di lode per l’alta professionalità degli organi dello Stato impegnati. Sorprende però, che ancora oggi si sia giunti ad adottare simili, drastici provvedimenti, oltremodo necessari, visto che il problema è atavico, preso, forse, un po’ sottogamba. Prima d’ora, in troppi, militari e non, hanno girato la testa dall’altra parte, noncuranti, o fingendo che, il potere dilagante della mafia, da tempo, si era tranquillamente insinuato nel tessuto socio economico della città, allungando i suoi tentacoli in quasi tutti i settori produttivi della città, compreso quello della pesca. Oggi, bene si è fatto, ad iniziare a mettere  ordine, nel settore della pesca, da tempo in ginocchio. Attività di vitale importanza per la nostra economia che, fino a qualche anno fa contava una notevole flotta peschereccia (circa cinquecento unità), oggi ridotta a meno della metà, per non parlare della chiusura del mercato ittico. Da considerare, inoltre che a molti di quei gavitelli fino a ieri erano ormeggiate imbarcazioni utilizzate per la piccola pesca che  alimentava la micro economia, consentendo ai loro proprietari di guadagnarsi, comunque, la giornata. Sarebbe, dunque il caso di trovare una soluzione legale ma equa. Stessa cosa dicasi per la vendita dei prodotti ittici lungo i marciapiedi, azione indegna che mette a rischio la salute dei cittadini, alimentando l’abusivismo più sfrenato, che non aiuta certo a migliorare la nostra economia. Intanto, a seguito dei tragici avvenimenti che hanno messo alla gogna Manfredonia finita nelle fauci della mafia, i vari organismi dello Stato, in primis la Magistratura e le Forze dell’Ordine sono più presenti sul territorio, segnale forte, molto importante e efficace, visti gli eccellenti risultati riportati che ridanno forza, sostegno e fiducia al cittadino. Auspicio al quale da tempo tutti disperatamente aneliamo.

 

di Matteo di Sabato

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