Giovedì 28 Marzo 2024

Solo oggi si comprende quanto è importante la Sanità. L’Ospedale di Manfredonia.

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Quotidianamente la Regione Puglia pubblica il Bollettino epidemiologico da cui emergono dati sconcertanti. Siamo in guerra! Quella contro il mostro invisibile COVID-19. I guerrieri che combattono in trincea sono muniti di occhiali, tute speciali, mascherine e guanti per proteggere se stessi e i pazienti dal coronavirus. Da settimane emergono i dati agghiaccianti dei decessi anche tra gli operatori sanitari: gli eroi di questi giorni bui. Ogni giorno rischiano la vita per salvaguardare quella dei loro pazienti. La regione Lombardia è quella che registra i maggiori casi di positivi al coronavirus e di decessi che fortunatamente stanno calando in questi ultimi giorni e pare che le misure governative di restrizione aiutino a contenere i contagi. Ecco l’importanza di “stare a casa”. La Puglia ha emanato il Piano Ospedaliero Coronavirus, stabilendo quali Ospedali, Case di cura e Enti ecclesiastici possono o no entrare nella Rete di cura del coronavirus. L’Ospedale “San Camillo de Lellis” di Manfredonia è stato decretato NO COVID19. Il De Lellis declassato da tempo ad Ospedale di base, ha ormai pochi reparti ancora operativi. Cardiologia (8 posti letto), Chirurgia generale (18 p.l.), Gastroenterologia (10 p.l.) al momento effettua solo servizio ambulatoriale, i letti sono vuoti. Ortopedia al momento chiusa e Traumatologia (16 p.l.), Psichiatria (15 p.l.), Medicina generale (24 p.l.), Lungo Degenza (14 p.l.) situata nell’ex reparto di Ginecologia, trasformatosi nel tempo in servizio ambulatoriale come la Pediatria i cui ambienti ospitano il servizio di “Recupero e Riabilitazione” con 28 posti letto. Altri servizi garantiti sono: il Pronto Soccorso, l’Anestesia e quelli di supporto in rete di guardia attiva e in regime di pronta disponibilità sulle 24 ore di Radiologia, Laboratorio ed Emoteca. “Ho lavorato presso il nostro ospedale per 40 anni, fino al 2011”. Ha dichiarato ai nostri microfoni Michele Troiano. “Sono stato responsabile dell’Ufficio Pubbliche Relazione. Nel 1971, l’ospedale contava 143 posti letto. Con gli anni la situazione è migliorata con le divisioni di base: Medicina, Chirurgia, Ostetricia, Pediatria, Psichiatria, oltre ai servizi diagnostici. Oggi in ospedale i posti letto sono ridotti all’osso e questo a causa di una politica che negli ultimi dieci, quindici anni ha operato tagli alla sanità eliminando posti letto e tradendo i principi della famosa Riforma Sanitaria del 1978 che creava un Servizio Sanitario Nazionale invidiato da tutto il mondo. Non è una questione di sinistra o di destra, è stata una questione di uomini.  Manfredonia aveva bisogno di un Tatarella. Infatti, le cose per alcuni ospedali limitrofi non sono andate male, quanto per il nostro. L’ospedale di Manfredonia, per posizione geografica e bacino di utenza è stato il più bistrattato in provincia a causa di un atteggiamento di debolezza di troppi politici che hanno sempre sottovalutato il pericolo di una probabile chiusura dell’ospedale, o depotenziamento che equivale ad una chiusura, non avendo reparti strategici operativi”. La gestione dei casi Covid per l’ospedale di Manfredonia era, per una frangia di operatori sanitari, oltre che un atto di senso del dovere, anche un’occasione per potergli dare strutture ed una maggiore funzionalità, magari anche per il futuro. Di avviso contrario l’altra ala dei sanitari che chiedevano una maggiore esperienza del personale medico e scientifico del nostro Ospedale. Secondo loro, attrezzare un ospedale Covid richiede molta attenzione, una logistica adeguata, personale a sufficienza, sistemi di protezione per chiunque opera all’interno dell’ospedale ed una strategia chiara e definita poiché non è possibile sbagliare, perché se si sbaglia l’organizzazione succede quello che è capitato in vari ospedali d’Italia che hanno diffuso la pandemia nella stessa città. Concetti di sicurezza e di efficienza per pazienti ed operatori sanitari che sono comuni denominatori in questi casi per evitare le tragedie che oggi ci fanno piangere uomini e donne che si sono buttati nel fuoco a mani nude. La Regione Puglia giustifica il ritardo nell’adeguamento della sua struttura sanitaria anche per via di un piano di rientro debitorio durato troppi anni. Oggi, l’ultimo dei problemi è la disponibilità finanzia. Un paradosso.

di Grazia Amoruso

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