Venerdì 26 Aprile 2024

Ampliare il concetto di Casa

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Restiamo a casa. Questa è la frase ormai divenuta virale che sintetizza queste giornate di pandemia. Cosa intendere però per casa? “Non c’è niente di meglio di restare a casa per un vero benessere” così affermava Virginia Woolf che aveva fatto della casa il luogo sicuro, il nido tanto decantato da Pascoli. Il limite di tutto ciò è però quello di irretire allo spazio circoscritto del privato il proprio pensiero, delineando confini che si tramutano in muri, non solo fisici, ma soprattutto simbolici. La casa, il quartiere, la città, se si è ottimisti, divengono gli unici oggetti d’indagine e d’interesse. La siepe di cui parlava Leopardi ci impedisce di rivolgere il nostro sguardo al di là, Oltre e anche un’esperienza stra-ordinaria come questa (da intendere appunto come qualcosa che eccede l’ordinario, il consueto, il conosciuto) diviene occasione per tracciare separazioni tra loro e noi, tra italiani e stranieri, intesi come nemici, come hostes, non comprendendo forse l’unico messaggio positivo che Covid-19 vuole inviarci. Si tratta di una pandemia, lo ha dichiarato l’OMS, ma quanti sono andati alla radice della parola? Quanti ne hanno analizzato il nucleo originario? Pandemia deriva dal greco: pan= tutto e demos=popolo. E’ una problematica dunque che riguarda tutti i popoli del mondo. Covid-19 non ha passaporto, non ha confini, viaggia di paese in paese, di nazione in nazione. E’ perciò opportuno dotarsi di un pensiero ecologico che ci permetta di “agire localmente, per pensare globalmente”, come si afferma nell’Agenda 21. Del resto la parola ecologia possiede la stessa radice etimologica di casa, deriva infatti da oikos=casa, ambiente. La casa è considerata uno dei primi disegni che i bambini tracciano sui fogli, spesso con le belle finestrelle, magari quella circolare posta sul tetto, la finestra della soffitta delle case di montagna che abbiamo visto in cartoni animati tipo Heidi. Quelle graziose finestre ci trasformano in “Don Abbondio affacciato alla finestra” pronti a giudicare gli altri, a guardare chi esce, senza saperne le motivazioni. Invece di divenire più responsabili e più altruisti, il rischio di questo restare a casa potrebbe solamente acuire quel guscio autocentrato del nostro individualismo.

di Angela la Torre

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