Mercoledì 24 Aprile 2024

Valorizzazione dei beni comuni: Ecco casa M.I.A. !

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I beni comuni sono luoghi di proprietà pubblica e di uso pubblico accessibili e fruibile da tutti nel rispetto della convivenza civile. Sono luoghi che generano azioni di socialità, cultura, confronto, libertà d’espressione. Sono luoghi che rendono significativa la vita cittadina, e consistono in spazi aperti (strade, piazze, giardini, parchi) e in spazi al coperto (biblioteche, musei, teatri, ecc.). I beni comuni generano comportamenti sociali, e spesso questi ultimi possono essere diversi rispetto al loro uso etico. Possono essere esposti a forme di vandalismo da parte di alcuni, che trasformano questi luoghi in osceni e talvolta anche inagibili, oppure possono essere esposti a forme di comunicazioni alternative che esprimono la mancanza di spazi o progettualità a loro dedicati. Alcuni beni comuni possono essere valorizzati al meglio, sensibilizzando la pratica dell’uso civico in ambito sociale, artistico e culturale al fine di incentivare enti del terzo settore, organizzazioni culturali, associazioni, nonché soggetti privati al fine di creare progettualità utili alla nostra comunità e ridare vita ad alcuni beni oggi inutilizzati e nel contempo creare luoghi fruibili. In questo contesto, un patto di collaborazione per la gestione condivisa di alcuni beni comuni ad oggi inutilizzati è possibile, oltre che indispensabile, considerata la situazione economica – finanziaria in cui versa il nostro Ente. In disparte la possibilità di regolamentare la gestione condivisa tra pubblico e privato di numerosi beni comuni presenti nella nostra città, ad oggi abbandonati a se stessi e di cui tratteremo in modo ampio in separata sede, evidenziamo per il momento che con delibera n. 7 del 17/07/2019 del Commissario Straordinario è stato approvato il regolamento per la concessione in uso di alcuni beni immobili di proprietà comunale al fine di agevolare e promuovere le iniziative di carattere sociale, culturale, aggregativo, ecc., tra i quali ricordiamo le cd. “Fabbriche di San Francesco”. Un bene immobile di proprietà del nostro Ente da poco ristrutturato e quasi inutilizzato, anche per motivi burocratici, ma che deve necessariamente essere valorizzato. Ebbene, Noi di Molo 21, da alcuni mesi, stiamo sensibilizzando il nostro Ente e la nostra comunità al fine di realizzare,nella nostra amata città, un luogo, oggi non esistente, per il contrasto alla povertà educativa in cui ragazzi e ragazze possano essere effettivamente ascoltati e che abbiamo immaginato di denominare “CASA M.I.A.”. Proponiamo l’utilizzo delle cd. “Fabbriche di San Francesco”, situato nel centro storico della città, che immaginiamo come una casa per ragazzi e ragazzi da cui far partire la luce che ci proponiamo di accendere sugli antri più bui della vita sociale giovanile sipontina. Attenzione e formazione sono i due verbi che dovrebbero essere perseguiti al fine di dare risposte concrete ai bisogni delle nuove generazioni, oltrepassando l’immagine del divieto e dell’imposizione e immaginando quello dell’invito e dell’ascolto. Immaginiamo, infatti, che accanto all’elemento sociale, possa affiancarsi anche quello della ricerca e della sperimentazione pedagogica e formativa, costruendo una collaborazione con le istituzioni educative e formative più importanti del territorio. Sarebbe importante costruire una nuova idea di società e di città partendo dai giovani e dall’utilizzo di beni che appartengono alla nostra storia, legando indissolubilmente passato e futuro in una sola “casa”. Tramite questa progettualità, avremo un duplice effetto: valorizzare un bene comune ad oggi inutilizzato, nonché prevenire e contrastare forme di devianza giovanile in forte aumento nella nostra comunità. Come abbiamo detto in altre occasioni, i beni comuni se valorizzati correttamente potrebbero comportare benefici per la nostra comunità, se trascurati hanno un effetto di impoverimento per tutti.

 Emanuele Murgo

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