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Il nervosismo lo porta anche a dimenticare che negli scorsi anni mi sono occupato come professionista del problema proprio su incarico delle imprese insediate sull’area, compresa la sua, arrivando ad un passo dalla soluzione, oltre ad essermene occupato come amministratore (approvandone il progetto urbanistico ed ottenendo il finanziamento per le opere di urbanizzazione, tutte a carico dello Stato) e poi come cittadino che ha sempre avuto a cuore lo sviluppo di quell’area, prendendo posizione, scrivendone e denunciando i colpevoli ritardi accumulati dalle amministrazioni successive, da lui invece acriticamente e fattivamente sostenute, almeno fino a ieri.
L’ultima volta ne ho scritto poco più di un anno fa, quando la mia candidatura nemmeno si prefigurava, con un articolo (dal titolo “L’area industriale ancora senz’acqua. Fino a quando?”) che l’invito a leggere perché quella ricostruzione dei fatti, che assegna alla sciattezza della burocrazia comunale la principale quota di responsabilità per tanti anni di ritardo, è ancora attuale.
Proprio perché ne conosco a fondo le ragioni e le possibili soluzioni, so che il problema si potrà risolvere in tempi brevi, e non mi pare che il candidato della destra, al di là dei toni e degli insulti, affermi il contrario. Lo ribadisco: si può fare e lo faremo. Se ne faccia una ragione.