Venerdì 26 Aprile 2024

Manfredonia: la Tari della discordia

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Manfredonia: la Tari della discordia: intanto è stato apportato un “piccolo” aumento

GIUGNO mese di pagamento rate tasse. Oltre l’Imu, l’Irpef ed altre, si profila anche la Tari, ovvero la tassa rifiuti sulla quale si stanno concentrando le polemiche dopo l’annuncio di un sia pur modesto aumento che «rischia di passare incredibilmente sotto silenzio», attaccano i consiglieri di minoranza in una nota. «A quanto pare – spiegano – la città si trova a pagare lo scotto di una gestione dell’ASE, Azienda Speciale Ecologica, che dopo il periodo commissariale va sicuramente rivista, ma su cui il sindaco e la sua giunta sembrano non avere alcuna voce in capitolo, pur essendo la stessa ASE una partecipata del Comune di Manfredonia al 100%».

CONTESTANO quanto dichiarato in consiglio comunale dalla assessora al bilancio Antonella Lauriola di «aver apportato soltanto un piccolo aumento che per le famiglie numerose sarebbe al massimo di 30 euro», mentre in realtà rilancia la minoranza consiliare, «secondo gli stessi dati forniti dall’amministrazione nella delibera approvata dalla maggioranza in Consiglio, più aumentano i componenti del nucleo familiare e più aumentano le tariffe per il 2022, fino ad arrivare anche a somme maggiori di circa 60 euro rispetto allo scorso anno». Osservano altresì che «i contributi statali per la Tari legate all’emergenza Covid, sono una tantum, mentre gli aumenti resteranno».

SOTTO accusa la gestione Ase, l’azienda ecologica in house del comune. Per il 2021 – analizzano in una nota il vice presidente Raffaele Vairo e la consigliera comunale Giulia Fresca di “Manfredonia nuova” – l’amministratore unico dell’Ase ha annunciato un utile di bilancio di 200mila euro non ancora approvato dall’ente che esercita il controllo analogo su quell’azienda. “Manfredonia Nuova” nel chiedersi come verrà utilizzato quell’utile di bilancio, rileva che «vi sono in quell’azienda gravi problemi non risolti» che riguardano una più accurata igiene della città; l’impiego del personale ancora insufficiente; i costi ancora molto alti della raccolta differenziata. A tal proposito, viene riproposta l’annosa e nebulosa questione dell’impianto per il trattamento del secco che oltre a poter richiedere una dotazione di personale aggiuntiva, potrebbe influire positivamente sulla riduzione dei costi aziendali. La domanda è la solita: perché non    viene attivata? Perché la Regione persiste nel diniego dell’autorizzazione consentendo che altri svolgano quel servizio?

DI QUI l’esigenza rappresentata dagli esponenti di “Manfredonia Nuova”, della «profonda ristrutturazione e riorganizzazione dell’Ase per rispondere alle sfide e alle opportunità del mercato e delle innovazioni tecnologiche». Un cambio di rotta che comporti «una nuova visione strategica della sua missione che punti a diventare una “multiutilities”, una società multiservizi che gestisce l’intero processo dei rifiuti, dalla loro produzione fino alla loro destinazione finale coinvolgendo quindi la fase di raccolta, trasporto, trattamento (smaltimento o riciclaggio) fino al riutilizzo dei materiali di scarto». Il tutto a beneficio – sostiene Manfredonia Nuova – della riduzione dei costi e dunque delle tariffe propinate ai cittadini. In tale prospettiva, Giovanni Mansueto coordinatore di “Molo 21”, auspica «una leale collaborazione tra Ente e contribuente, al fine di introdurre nel Regolamento generale delle entrate tributarie, altri strumenti deflattivi del contenzioso per il recupero dei cediti non ancora riscossi».

Michele Apollonio

 

 

 

 

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