Venerdì 19 Aprile 2024

Marketing, inclusione e bonus sono le strategie della ripartenza

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La pandemia mondiale legata al Covid 19 è, o almeno sembra, alle spalle eppure la nostra economia fatica ancora a ripartire. Colpa dell’incertezza legata al conflitto in terra ucraina e dei tassi di crescita veramente lenti, che hanno riportato l’economia all’anno 2018. Per iniziare a riprendere il cammino, allora, servono idee all’avanguardia per parlare ai consumatori e per arrivare a nuove fasce di popolazione.

La risposta, in questo caso, può arrivare dal marketing, uno dei settori che sta giocando un ruolo chiave all’interno della ripresa economica dell’Italia e non solo. E per gli esperti le strategie che permettono di rimettere in moto la macchina finanziaria sono soprattutto due. Il primo arriva da un settore che non ti aspetteresti: parliamo del gambling, il segmento del gioco d’azzardo pubblico e legale. Qui infatti i brand hanno messo in campo un programma basato su bonus immediati senza deposito per gli utenti, un sistema marketing capace di arrivare a fette mai viste prima di giocatori. Il procedimento è semplice: grazie alle agevolazioni e alle gratuità nella fase di iscrizione, i nuovi utenti vengono invogliati a scegliere siti che prima d’ora non avevano mai visitato. Così si accrescono i numeri degli iscritti, che dovranno essere convinti a restare nella piattaforma con la forza e la qualità del prodotto e del servizio offerto.

La seconda strategia è invece quella che fa riferimento al marketing inclusivo per la promozione del proprio brand. Come spiegano da Ninja Marketing, è questo il trend sociale che più degli altri sta modificando le strategie di business delle aziende. Il 70% dei giovani ha infatti affermato di fidarsi maggiormente di brand che rappresentano la loro diversità nella loro comunicazione mentre il 49% degli intervistati ha affermato di aver smesso di acquistare servizi o prodotti di aziende che non rispecchiano o non rispettano i loro valori. Sono dati della ricerca, condotta in piena pandemia dalla Microsoft, dal titolo “The Psychology of Inclusion and the Effects in Advertising: Gen Z”. L’idea giusta, insomma, è quella in grado di rappresentare l’unicità, con riferimento non solo all’orientamento sessuale, al genere o all’etnia ma qualsiasi sfumatura individuale: dall’aspetto fisico all’età, dalla lingua parlata al reddito.

Il marketing, dunque, deve ricalibrare il suo modo di comunicare. Deve uscire dalla scatola, piccola e chiusa, in cui si è ritrovato per capire che arrivare alle persone vuol dire arrivare a tante forme di unicità. Capire questo renderà più facile arrivare all’utente. E renderà più facile, di conseguenza, anche la ripartenza.

Articolo presente in:
Dall'Italia

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