Giovedì 25 Aprile 2024

Per il parco di Siponto occorrono finanziamenti importanti

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Serve che i veri enti interessati facciano sistema

Il progetto “Siponto archeologica” messo a punto dagli archeologi dell’Università di Bari e Foggia, va pian piano recuperando la memoria di una città che ha attraversato la storia di oltre duemila anni e i cui resti giacciono sotto una spessa coltre del tempo. Giuliano Volpe, archeologo dell’Università di Bari (già rettore dell’Università di Foggia) ne illustra le finalità.

«Il progetto è quello di riportare a giorno la Siponto medievale. Stiamo lavorando in tre zone: anfiteatro, centro città e porto. L’intento è quello di capire quale è il potenziale informativo di ciascuna area, lo stato di conservazione della stratigrafia e la fattibilità di ricerche che pensiamo di condurre nei prossimi anni».

È in corso una nuova campagna di scavi, sono emerse indizi interessanti?

  «Con gli ultimi scavi si comincia a vedere qualcosa di concreto e di interessante. Siponto è una realtà non facile da indagare sia per l’enorme estensione del sito sia per la piccolissima parte del noto. Stiamo cercando di capire e pertanto bisogna avere pazienza».

Si sta procedendo alla sistemazione delle zone già scavate per mettere in evidenza i ritrovamenti evidenziati.

«Man mano che si procede, ci rendiamo conto che per rendere fruibili gli scavi di Siponto occorre non solo tempo ma soprattutto risorse molto più significative di quelle a disposizione oggi dalle quali dipende la lunghezza del tempo necessario per organizzare un Parco archeologico aperto al pubblico».

Il nocciolo della questione è costituito dalla disponibilità di risorse necessarie per realizzare opere complesse e straordinarie come quelle proprie di un Parco archeologico.

«Gli scavi non si possono fare con i pochi fondi messi a disposizione dalle Università di Bari e Foggia: occorre intercettare finanziamenti ben più importanti che consentano di lavorare in modo continuativo e non a singhiozzo come ora. Occorre pertanto mettere in piedi cantieri dotati di mezzi meccanici, operai da affiancare agli studenti che hanno fino ad ora svolto il lavoro degli scavi».

Si parla tanto di cultura, di promozione dei patrimoni di esperienze trasmesse dal passato, di incentivare le motivazioni positive delle nuove generazioni, ma poi all’atto pratico succede quello che si evidenzia per Siponto dove si trascura quantomeno un tesoro archeologico che, come dimostrano altri esempi compiuti, se opportunamente valorizzato costituisce la risorsa economica del futuro.

«Occorre fare sistema: tutti insieme lavorare per la realizzazione di un progetto comune integrato: Università, Ministero, Direzione regionale dei musei, Parco del Gargano, Soprintendenza, Istituzioni del territorio. Un movimento virtuoso tale da incentivare il coinvolgimento della cittadinanza, dell’associazionismo, delle imprese. Voglio vedere gli imprenditori che vengono a visitare il Parco per rendersi conto di quella che può essere una opportunità per tutte le imprese, non soltanto di quelle del turismo, ma anche di altri settori, che hanno tutto da guadagnare da investimenti sul patrimonio culturale».

  Michele Apollonio

 

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