Giovedì 28 Marzo 2024

Processo Nettuno punto e accapo

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SI DOVRA’ rifare il processo ai militari della Capitaneria di porto di Manfredonia coinvolti nell’indagine penale incentrata sulla commissione di reati commessi in servizio. La Suprema Corte di Cassazione con sentenza emessa il 28 ottobre scorso, ha infatti accolto il ricorso della Procura della Repubblica di Foggia e ha annullato la sentenza del Giudice dell’Udienza preliminare del Tribunale di Foggia che aveva disposto l’assoluzione di alcuni soggetti, tra cui due militari della Capitaneria di porto di Manfredonia, coinvolti nell’indagine penale etichettata come “Operazione Nettuno”, accusati di reati compiuti in servizio.

«IL GUP aveva motivato l’assoluzione – spiega un succinto comunicato della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia – ritenendo inesistente la qualifica di polizia giudiziaria degli Ufficiali e Agenti (anch’essi appartenenti al Corpo delle Capitanerie di Porto Guardia – Costiera) che avevano svolto gli atti investigativi, nonostante fossero stati delegati dal pubblico Ministero». La Corte di Cassazione riservandosi di spiegarne le motivazioni nelle prossime settimane, ha pertanto disposto il rinvio allo stesso Tribunale di Foggia per un nuovo giudizio.

TORNA alla ribalta un caso che all’epoca dei fatti, nel dicembre 2019, ha destato sorpresa e stupore nell’opinione pubblica, che ha sempre visto nella Capitaneria di porto una istituzione immacolata come la divisa che indossano i marinai in estate. Le accuse erano pesanti e per tanti aspetti incredibili. Scattò subito una indagine interna alla Capitaneria di porto coordinata dalla Procura di Foggia, che si rivelò ostica e complessa. Al termine sono stati contestati a ben 27 uomini della Guardia costiera, il falso ideologico. Sotto osservazione il “Bollino blu”, il contrassegno che dimostrava la regolarità ai controlli effettuati dai marinai della Guardia costiera. Un controllo ordinario nell’ambito delle misure di sicurezza dei natanti. Le indagini avevano accertato tredici casi di imbarcazioni cui erano stati applicati i bollini senza però effettuare i dovuti controlli.

LA PROCURA della Repubblica di Foggia aveva chiesto 17 misure cautelari. Per 15 indagati il gip aveva ritenuti sussistenti i gravi indizi di reato. Ma solo quattro di essi (tre di Manfredonia e una di Vieste) sono stati raggiunti da misure cautelari: due marescialli agli arresti domiciliari e due sospesi dal servizio per 12 mesi.

UNA DECISIONE che non ha trovato d’accordo il Procuratore Vaccaro che ha anzi pubblicamente contestato in una conferenza stampa, il deliberato del Tribunale daunio: «Avevamo chiesto misure cautelari per diciassette indagati» ha rivelato Vaccaro evidenziando come «per 15 delle 17 persone indagate lo stesso gip ha ritenuto sussistenti i gravi indizi di reato; a nostro avviso – ha soggiunto – è una sottovalutazione delle esigenze cautelari».

IL “CASO NETTUNO” ora torna nella competenza del Tribunale di Foggia presso il quale la vicenda sarà riesumata, analizzata e giudicata.

  Michele Apollonio

 

 

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