Giovedì 25 Aprile 2024

Manfredonia Nuova: “Un “incubo” da cui non riusciamo a liberarci”

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Qualche giorno fa abbiamo finalmente conosciuto le intenzioni della società SEASIF e della partecipata  Geochen Srl. La lettura del progetto – in cui vi è solo un elenco di cose che hanno intenzione di realizzare – ci ha lasciati interdetti: un mega deposito di gasolio per autotrazione, in vecchi silos di cemento vecchi di 70 anni (con una capacità complessiva di 55.000 mc), una centrale elettrica di 400 MWH, impianti per il trattamento di polimetalli (terre rare), impianti di produzione di e-metanolo (liquido tossico con vapori facilmente infiammabili) e tanto altro…

La società Geochem (controllata dalla SEASIF) avrebbe già acquistato tutte le infrastrutture necessarie da Eni e ottenuto già da Patroni Griffi l’assegnazione del pontile 2, 3 e 5, nonostante l’opposizione delle Associazioni ambientaliste e politico culturali che il 17 marzo 2021 hanno fatto pervenire, in tempo utile, alle autorità competenti una diffida ad adottare quel provvedimento, ma senza ottenere alcuna risposta.

Ovviamente prima ancora di farci conoscere il progetto, SEASIF. ha fatto circolare da mesi voci d’investimenti per centinaia di milioni di euro, con una ricaduta complessiva di circa 200 occupati (sic!).

In sostanza, si sta agendo con la stessa politica di sempre:  mettere l’aut aut tra lavoro e salute, economia e vivibilità e vocazioni del territorio.  E poi, alla fine, si scopre che i posti di lavoro che si creano sono molto meno di quelli tolti al TURISMO, alla PESCA, all’AGRO-ALIMENTARE, ecc. e senza dimenticare i gravi rischi per la stessa salute e la vita degli abitanti di Manfredonia e di Macchia che pagano ancora oggi un prezzo altissimo per le scelte sciagurate del passato, a motivo delle sostanze tossiche, nocive e cancerogene ancora largamente presenti in quell’area.

Prima una bonifica di tipo industriale per far posto velocemente alle attività del Contratto d‘Area , dal 2020 è in atto una bonifica – comunque superficiale e ridicola (due esempi su tutti) –  “famosa” ISOLA 5, “tombata” con una copertura di uno strato spesso di materiale da risulta sul cemento già esistente, idem per l’ISOLA 9, sede della Centrale Termoelettrica, dove veniva usata ogni sorta di sostanza tossica, dall’atrazina agli idrocarburi.

L’Arpa avrebbe certificato (sic!) che il mare è pulito e che il processo di lavaggio delle falde ha funzionato, tanto da indurre il Ministro della Transizione Ecologica Cingolani a proporre la  riperimetrazione del sito SIN Manfredonia per escludervi il mare prospiciente.

Come mai allora l’Arpa, alla richiesta inviatole da Manfredonia Nuova a maggio 2022  di conoscere le date, il numero dei prelievi del mare e dei sedimenti, la profondità degli stessi, e di ottenere copia semplice in formato cartaceo o digitale degli stessi, non ha mai risposto?

Come fa ad essere pulito il mare da contaminanti se solo tre anni fa l’Intervento n. 3, come da deliberazione n. 22 del 04.12.2019 della Commissione Straordinaria del Comune di Manfredonia, prevedeva la  “messa in sicurezza d’emergenza delle aree di uso agricolo di privati e di proprietà di soggetti pubblici che rientrano nell’“Area Sud Est, comprese nel Sito di Interesse Nazionale (Sito Ex EniChem), al fine di contenere la diffusione della contaminazione da Cromo esavalente, Arsenico, Boro, Benzene, Triclorometano? Contaminanti trasportati, è ovvio, dal processo di risalita delle acque di falda.

Per le autorità portuali, l’Asi, il Presidente della Zes esiste solo il profitto se possono anche semplicemente pensare di far allocare attività industriali, cosi inquinanti e pericolose, a meno di 200 metri in linea d’area da scuole, case, uffici,  negozi.

Un progetto simile non può passare sulla testa di una popolazione già duramente provata. Pertanto

è giunto il momento di dire basta e di chiedere alle Autorità e alle Istituzioni:

1) di essere informati in tempo reale e non a cose già decise, perché intervenire a priori consente una scelta di indirizzo industriale condivisa e consapevole;

2) al dott. Gino Simone, Presidente della delegazione di Macchia, di informare la sua comunità del pericolo che sta correndo e spinga il sindaco di Monte Sant’Angelo a fare chiarezza sul progetto della SEASIF;

3) al sindaco di Manfredonia, ing. Rotice, di convocare un consiglio comunale urgente monotematico aperto alla società civile e alle associazioni per fare chiarezza su questo progetto che sta allarmando, ancora una volta, la popolazione di Manfredonia, nonché di promuovere nel contempo un incontro bilaterale, partecipato però,  per individuare criteri di sostenibilità dell’area ex Enichem,

 

 La Presidente

Prof.ssa Iolanda D’Errico     

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Comunicati · News

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