Domenica 28 Aprile 2024

Inaugurato il Museo Archeologico Nazionale di Mattinata “Matteo Sansone”

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La collezione “Matteo Sansone” donata allo Stato italiano (12 agosto 2022) è costituita da oltre 2500 reperti ceramici, metallici, litici, numismatici, provenienti in massima parte dalla provincia di Foggia, in particolare dal Gargano e dall’area della piana del Tavoliere, che rimandano soprattutto alla locale cultura dei Dauni, cui appartiene anche un nucleo di frammenti di stele, alcuni provenienti dal promontorio di Monte Saraceno.

La Direzione regionale Musei Puglia, in accordo con la Direzione Generale Musei e in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Barletta-Andria-Trani e Foggia, ha curato i lavori di riallestimento dello storico Museo civico, riorganizzando e riqualificando gli spazi del percorso di visita anche in chiave accessibile.

L’esposizione racconta attraverso i reperti della collezione lo sviluppo della civiltà dei Dauni, valorizzando laddove possibile i contesti di provenienza indicati nella documentazione di vincolo e mettendo in evidenza i contatti e le relazioni con l’esterno che hanno nel tempo caratterizzato o modificato usi e comportamenti dell’antica popolazione italica.

La prima sezione “La collezione e il territorio della Daunia. Il Gargano e la Piana del Tavoliere” è dedicata al sito di Monte Saraceno, contesto fortemente identitario per il territorio da cui provengono alcuni materiali della collezione, tra cui i cosiddetti scudi litici con sostegno a colonnetta usati come segnacoli funerari delle tombe. La sezione è arricchita da altri reperti litici finora conservati nel Museo archeologico nazionale di Manfredonia e nei depositi della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle province della Bat e di Foggia.

La sezione 2 è dedicata alle note stele daunie, che riproducono schematicamente il defunto con la sua veste funeraria, riccamente decorata con gioielli personali, ornamenti o armi, e che costituiscono l’espressione artistica più caratteristica e originale dell’antico popolo dei Dauni.

La sezione 3 La Daunia e l’Adriatico, racconta attraverso i reperti della collezione i rapporti che i Dauni, già a partire dall’età del Bronzo finale, iniziano a intrattenere con la costa dalmata e l’area balcanica. Queste relazioni sono confermate da alcuni oggetti in bronzo, come le fibule a occhiali di ambiente adriatico, e dalla presenza della nota ceramica geometrica daunia su entrambe le coste adriatiche. All’Adriatico è legata anche la particolare diffusione di ambra tra le varie popolazioni italiche, soprattutto durante la tarda età del Ferro e nel periodo orientalizzante, quando emergono alcuni gruppi familiari aristocratici che iniziano ad assumere un ruolo di prestigio. Nella fase successiva le ambre figurate sono particolarmente diffuse in Daunia. Fanno parte della collezione Sansone alcune ambre provenienti da Monte Tabor e dall’area garganica, di particolare raffinatezza e pregio.

La collezione comprende inoltre una ricchissima raccolta di ceramica geometrica daunia con forme in parte provenienti dai tre centri di produzione conosciuti (Canosa, Ascoli Satriano e Ordona) esposte nella sezione 4 La produzione ceramica in Daunia. Nella stessa sezione ci sono due approfondimenti, uno sui vasi a figure rosse della collezione, prodotti nelle botteghe dei ceramografi apuli nella seconda metà del IV secolo a.C. ad imitazione della ceramica greca e l’altro sulle terrecotte architettoniche daunie provenienti da centri del territorio (Arpi, Lucera, Ascoli Satriano, Salapia, Cupola).

Per i secoli dal IV al III a.C., nella sezione 5 “La Daunia in età ellenistica”, i cambiamenti della società daunia sono raccontati attraverso la presenza di nuove produzioni ceramiche, a vernice nera, sovraddipinta monocroma, Gnathia, geometrico-floreale, policroma, che mostrano un’epoca di vitalità delle produzioni artigianali grazie alle influenze ellenistiche.

La presenza di un frammento di terracotta con iscrizione osca ha consentito di creare un approfondimento su questa scrittura che si sviluppa a partire dal IV sec. a.C. in funzione di scrittura “nazionale” dei popoli italici, diffusa tra i moderni Lazio, Campania, Molise e nella Capitanata fino al I secolo a.C. Nell’ultima sezione La Daunia in età romana vengono presentati alcuni reperti provenienti dalla villa romana di Agnuli (Mattinata).

 

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Capitanata · Comunicati · News

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