Sabato 27 Aprile 2024

Il castello del sindaco Rotice si sgretola

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Violento documento della maggioranza che chiede l’azzeramento della giunta

LA RIVOLTA degli eroi. Di quei consiglieri comunali di maggioranza che il sindaco Rotice aveva definito appunto “eroi” al rientro delle dimissioni mantenute per venti giorni prima di ritirarle e proseguire nella sua avventura a Palazzo San Domenico. Una definizione esageratamente incensante nei confronti di quel manipolo di 12 consiglieri che gli consentivano di rimanere in sella. Ma è stata più che una constatazione della adesione dei suoi consiglieri al suo operato, una manifestazione di speranza che quegli eroi assicurassero la prosecuzione di una impresa amministrativa che ha manifestato tutti i limiti e le carenze possibili e non.

UN BLUFF clamoroso. Ancora una volta l’imprenditore Gianni Rotice, sindaco per caso di Manfredonia, ha voluto illudersi e illudere. Sapeva infatti che già da due mesi almeno, quegli “eroi” lo avevano contestato chiedendo seri e drastici interventi sull’assetto della giunta palesemente e ripetutamente deficitaria come del resto hanno dimostrato le illusorie giravolte con andirivieni di assessori fino all’altro giorno Conosceva la presa di posizione contestataria della sua compagine perché glie l’hanno messo per iscritto, nero su bianco con tanto di firme dei capigruppo del suo “esercito”.

AD ESPORRE in pubblico i “panni sporchi” dell’amministrazione, Sara Delle Rose, capogruppo di “Io voto Gianni”, una delle liste del firmamento di Rotice, che dopo aver pubblicato comunicati nei quali faceva intravvedere come le cose non andavano, ha reso pubblico un documento sottoscritto dai capigruppo della maggioranza «con il quale si chiedeva di azzerare la Giunta comunale, riformandola, sulla base anche dell’effettivo operato svolto in questi due anni, con elementi che garantissero una maggiore efficienza e competenza amministrativa e politica» ha spiegato.

«È ORMAI chiaro – afferma il documento – il logoramento delle relazioni tra i gruppi consiliari e la compagine di governo e di conseguenza con la tecnostruttura comunale» e «proprio per evitare il conseguente e crescente malcontento nella popolazione – rileva – si ritiene che sia obiettivo prioritario adottare le azioni necessarie, possibili e idonee per contrastare questa situazione che si inserisce in un complessivo quadro negativo per gli effetti della congiuntura economica». Il documento espone un lungo elenco di carenze e deficienze peraltro evidenziate e denunciate ripetutamente dalle forze di opposizione, per concludere con la richiesta al sindaco «di avviare, per l’improcrastinabile rilancio dell’azione di governo e della maggioranza, la sospensione di ogni attività ordinaria del governo e l’apertura di una fase di verifica e discussione, rimuova ogni veto e pregiudizio, e realizzi senza indugio, la totale rivisitazione di ogni posizione di governo ed istituzionale, nel rispetto della dignità e con l’indispensabile e attivo coinvolgimento delle singole rappresentanze consiliari, nel superiore interesse al perseguimento del bene della nostra comunità si Manfredonia».

LA SITUAZONE è dunque tornata al punto zero. Due anni persi durante i quali a nulla sono valsi gli interventi correttivi ad una amministrazione alla deriva. Ora la protesta e la denuncia forte e motivata vengono dall’interno, da quei consiglieri che sino ad ora hanno taciuto e ubbidito. Un moto di orgoglio e sentimento di riscatto. Ma fino a che punto? È l’interrogativo che si pone l’opposizione ma anche la stessa popolazione.

  Michele Apollonio

 

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