Sabato 27 Aprile 2024

L’arroganza di Giorgia ammacca il centrodestra 

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La sconfitta rimediata dal centrodestra nel micro-continente della Sardegna ha un nome ed un cognome: Giorgia Meloni. La causa: la sua arroganza. Non sembrerebbero esserci dubbi su un giudizio così tranciante anche perché, per una volta, sono tutti d’accordo, tanto a sinistra quanto a destra. Prosit! E difatti, non è solo la compagine vincente a indicare nella premier, da Schlein a Conte, da Prodi a Boccia e finanche Renzi, l’unica responsabile di una sconfitta che poteva anche non stare a calendario, ma anche nell’area del centrodestra il “messaggio in bottiglia”, per dirla con Riccardo Barbin di Policy Maker, suona come un’accusa neanche tanto velata nei confronti di una Meloni “arrogante e supponente”.

Vero, falso?

Rileghiamo allora insieme quel che ha scritto Augusto Minzolini sul Giornale, quotidiano notoriamente di centrodestra, sulla vicenda elettorale che si è appena conclusa e che ha consegnato il governo dell’isola ad Alessandra Todde, pentastellata della prima ora. Scrive Minzolini: “per vincere la coalizione di governo deve mettere da parte innanzitutto l’arroganza che l’ha contagiata fatalmente dopo la vittoria alle ultime politiche”, mentre il navigato senatore forzista Maurizio Gasparri rincara la dose: “Abbiamo vinto le elezioni politiche ma questo non significa che abbiamo vinto per sempre. Ci vuole meno arroganza e una maggiore attenzione nella scelta dei candidati”. Ci mette del suo anche lui, Giorgio Mulè di Forza Italia, sempre molto acuto e puntiglioso con Fratelli d’Italia, che su Repubblica afferma insidioso “c’è stato un problema evidente di analisi: imporre è sempre sbagliato”. Non sono mancate neanche le frecciate di Andrea Crippa, braccio destro di Matteo Salvini, che sul Fatto Quotidiano ammette “la coalizione va governata come faceva Berlusconi, che era molto generoso e concedeva qualcosa a tutti. Non si vince da soli”, cui si aggiunge il velenoso giudizio di Mario Sechi, un tempo capo ufficio stampa a Palazzo Chigi, che su Libero dice “la candidatura di Truzzu è, in ogni caso, il primo vero errore di valutazione fatto da Giorgia Meloni da quando è premier”. Senza peli sulla lingua l’affondo ironico di Giuseppe Conte: “Truzzu è stato molto generoso nei confronti della presidente Giorgia Meloni perché è lei che l’ha scelto. In realtà Giorgia Meloni ha riempito la campagna elettorale di gigantografie con la sua faccia: non so se ha dichiarato qualcosa ma non ci ha ancora messo la faccia, forse è il caso di mettercela personalmente perché credo abbia gestito questa vicenda un po’ con arroganza”, riflessione ribadita al Corriere della Sera. La musica non cambia nelle parole della Schlein: “Con arroganza Meloni ha fatto una forzatura per imporre una candidatura”. Per chiudere, Matteo Renzi: “C’è una sconfitta clamorosa di una donna, Giorgia Meloni, perché con tracotante arroganza ha voluto umiliare i suoi alleati. Ha scelto un candidato che ha perso nella sua città. La sconfitta è chiara”. In questo clima di certo non tranquillo nell’accampamento governativo ora si dovrà pensare al voto in Abruzzo, poi in Basilicata, quindi in Umbria ed in Piemonte. Un bel grattacapo per la compagnia.

di Micky dè Finis

Articolo presente in:
News · Venti ed Eventi

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