Venerdì 26 Aprile 2024

Il battello ecologico fantasma

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Meglio tardi che mai. L’antica ma mai superata massima popolare si attaglia perfettamente alla vicenda del “battello spazzamare” di Tremiti. Un battello fantasma. Pochi ne sanno qualcosa dal momento che non ha mai svolto il suo mestiere rimasto come è stato praticamente all’asciutto parcheggiato in un cantiere navale su una banchina del porto di Manfredonia.

A riportarlo all’attenzione pubblica una determina dirigenziale del Parco del Gargano che impegna la spesa di euro 2.430,24 (Iva inclusa) per il servizio di sosta del battello presso il cantiere “Zeta Elle” (nuova ragione sociale in sostituzione di “Marli”), nel porto di Manfredonia per il periodo dal 1.1.2014 al 31.12.2014. Per un anno. L’ultimo, in ordine di tempo, dei diversi che imbarcazione ha trascorso in quella posizione. Che dovrebbe abbandonare nel prossimo mese di giugno. “Dopo aver trovato i soldi per il finanziamento dell’attività di gestione del mezzo con il Ministero – rivela il presidente dell’Ente Parco del Gargano, Stefano Pecorella – posso affermare che il battello spazzamare pulirà le coste di Tremiti dal prossimo mese di giugno. Non era più possibile sopportare – aggiunge – la situazione di abbandono in cui versava”.

Naturalmente la notizia del recupero di un “importante strumento di tutela dell’Area protetta delle Isole Tremiti” non può che far piacere. Se tutto andrà come dalle previsioni del presidente Pecorella, si porrà fine ad una vicenda che si trascina or sono dieci anni.

Quel battello spazzamare venne infatti consegnato al Parco del Gargano e al Comune di Tremiti nel maggio 2005. Faceva parte del gruppo di trenta battelli ecologici che il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare fece costruire nei cantieri navali di Gaeta e distribuiti alle trenta Aree marine protette sparse per i mari italiani.

Quello assegnato a Tremiti venne presentato con il dovuto clamore nella Capitaneria di porto di Manfredonia presenti tra gli altri il presidente dell’Ente Parco e il sindaco delle Isole Tremiti dell’epoca, rispettivamente Giandiego Gatta e Giuseppe Calabrese, che sottoscrissero un protocollo d’intesa con l’autorità marittima.

L’obiettivo principale sarà quello – venne tra l’altro evidenziato – di avvistare e recuperare qualsiasi tipo di rifiuto solido galleggiante che possa portare nocumento all’ambiente marino della riserva, e di provvedere, contemporaneamente anche alla sorveglianza e alla manutenzione delle boe. Secondo le disposizioni impartite dal Ministero, il battello spazzamare doveva essere impiegato per l’opportuna vigilanza, su un percorso di circa 36 miglia lungo la fascia costiera di ciascuna isola dell’arcipelago osservando i seguenti turni di: dall’1 giugno al 30 settembre, 6 giorni a settimana per 8 ore giornaliere di operatività; dall’1 ottobre al 31 maggio, 3 giorni a settimana per 8 ore di lavoro. (Ma è così sporco il mare delle Tremiti da richiedere tanto spazzamento?)

Un impiego alquanto gravoso che però non venne svolto. “Il Ministero – spiega Pecorella – ha consegnato il battello all’Ente che non poteva gestirlo con il personale e gli esigui fondi ad esso destinati”. Un problema che fu risolto parcheggiando a terra il natante. Con buona pace di tutti. Un sonno che ha comportato delle spese anche di un qualche rilievo  non certo inferiori a quelle necessarie per farlo funzionare con i fondi concessi dal Ministero nell’ambito del piano di gestione 2014 dell’area marina protetta di Tremiti. A parte l’interrogativo sul dopo 2014, rimane quello sul perché quella spesa per l’intero anno per il parcheggio del battello in cantiere. Una precauzione?

Michele Apollonio

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