Sabato 20 Aprile 2024

In attesa della riforma delle Autorità portuali

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C’è anche l’Autorità portuale di Manfredonia nel lotto di quelle Autority messe in discussione dall’on. Liuzzi (M5S) e altri parlamentari, in una circostanziata interpellanza urgente presentata al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi.
Una disamina cruda e nuda del settore con in risalto le numerose situazioni anomale se non paradossali che dimostrano come l’ambito portuale sia stato tenuto in scarsa considerazione tanto da essere ritenuto un comodo refugium peccatorum di ex politici marginali. Alquanto pesante e documentata la reprimenda nei confronti del Ministro Lupi il cui modus operandi è stato definito “inaccettabile sia alla luce di sentenze del Consiglio di Stato e sia perché in forte contrasto con i principi di trasparenza e meritocrazia che devono contraddistinguere la scelta di chi ricopre i ruoli di un amministratore al servizio del cittadino”.
Gli interpellanti ripercorrono l’iter della istituzione delle Autorità portuali, di quelle a norma della legge 84/94 ma anche delle altre aggiunte successivamente al di fuori di quella normativa come per l’appunto l’AP di Manfredonia, ne evidenziano i compiti e le finalità, ricordano quali sono gli organi che sostanziano l’Autorità portuale a cominciare dal presidente “nominato con Decreto del Ministero delle infrastrutture e trasporti e della navigazione, previa intesa con la regione interessata (articolo 12 legge n. 84 del 28 gennaio 1994), che rimane in carica quattro anni e può essere confermato solo una volta; il comitato portuale; il segretario generale e il collegio dei revisori dei conti. Il presidente, così come sancito dalla legge, deve essere nominato nell’ambito di una terna di esperti di massima e comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale, designati rispettivamente dalla provincia, dai comuni e dalle camere di commercio competenti territorialmente”.
Denunciano la nomina di presidenti che, senza tralasciare gli aspetti degli emolumenti “molto elevati”, non sono rispondenti alla qualificazione richiesta dalla legge. Citano ad esempio i casi di La Spezia, di Napoli (il presidente è addirittura un medico). Si soffermano sulle nomine dei commissari evidenziando il caso emblematico di Cagliari dove il Ministro Lupi ha nominato commissario un ex parlamentare di Forza Italia già presidente della stessa AP che aveva dovuto lasciare a seguito di un ricorso presentato da un docente universitario di diritto della navigazione, al Consiglio di Stato che, annullando la precedente sentenza del TAR che aveva lasciato l’ex parlamentare a capo dell’Autority, ha sentenziato che non era in possesso delle competenze per svolgere il ruolo ricoperto.
Rammentando l’affermazione dello stesso Ministro Lupi “Non ha più senso avere 24 Autorità portuali”, gli interpellanti ricordano “che l’autorità portuale di Manfredonia è stata istituita, senza alcuna verifica dei requisiti richiesti dal comma 8 dell’articolo 6 legge n. 84 del 1994, con la legge 350/2003 (Legge finanziaria 2004) che ha modificato il comma 1 dell’articolo 6 legge n. 84 del 1994, inserendo il porto di Manfredonia nell’elenco dei porti sedi di Autorità portuale. Tale procedura anomala ha eluso nei fatti il coinvolgimento del Ministero dei trasporti e della Regione Puglia la quale, con la riforma del titolo V della Costituzione, è chiamata a svolgere un ruolo significativo in materia di portualità, anche al fine di assicurare l’integrazione tra gestione del sistema portuale e assetto territoriale generale”. Una situazione limite con ben due commissari che in otto anni non sono riusciti a dare corpo all’Autorità portuale.
Gli interpellanti chiedono “la massiccia riduzione delle Autorità portuali soprattutto di quelle che non possiedono i requisiti previsti dalla legge, di rivedere i criteri di nomina delle Autorità portuali per garantire maggiore competenza e capacità gestionale dei porti”.
Le richieste dei deputati del M5S è peraltro in linea con quelle che dovranno essere le innovazioni introdotte dalla riforma portuale predisposta dal Ministro Lupi la cui bozza è all’esame delle Camere. L’attesa del mondo portuale non solo italiano, è quella di una nuova normativa che rispecchi e soddisfi le esigenze che sempre più insistentemente vengono espresse dal mercato dei traffici marittimi. Non vorremmo insomma che pur di confermare il deleterio clientelismo politico, l’Italia rimanesse (completamente) fuori dal giro di quel fondamentale movimento.

Michele Apollonio

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