Giovedì 25 Aprile 2024

'La verità non può essere infoibata'. Manfredonia per la Giornata del Ricordo

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Oggi, 10 febbraio, è il Giorno del Ricordo. Il Comune di Manfredonia aderisce per onorare la memoria delle vittime. “La storia non può e non deve essere strumento di lotta politica, ma parte integrante della cultura e della tradizione di un popolo, senza amnesie né colpevoli dimenticanze”, dice il Sindaco Riccardi.

Il Comune di Manfredonia aderisce al “Giorno del Ricordo” in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale. Eventi che hanno segnato profondamente la nostra nazione, che sono altresì perenne monito per le genti della necessità di respingere ogni forma di violenza e discriminazione e di trovare, insieme, una via per la pacifica convivenza, la solidarietà e la pace.

“Purtroppo tutte le guerre e le persecuzioni, nascono dall’odio politico, sociale, culturale, e ancor più dall’incomprensione degli uomini. La storia – dice il Sindaco di ManfredoniaAngelo Riccardi – non può e non deve essere strumento di lotta politica, ma parte integrante della cultura e della tradizione di un popolo, senza amnesie né colpevoli dimenticanze”.

Tra l’ottobre del 1943 ed il maggio del 1945 numerosi italiani della Venezia Giulia e della Dalmazia furono catturati nei luoghi di lavoro e nelle proprie abitazioni, imprigionati e poi gettati ancora vivi nelle foibe dagli uomini di Tito. Altri trecentocinquantamila furono costretti, dagli accordi italo-jugoslavi, a lasciare le terre dov’erano nati e vivevano, abbandonare tutto e scegliere la via dell’esilio in Italia.

Nel 2004 il Parlamento Italiano ha votato una legge che fissa il 10 febbraio come Giorno del Ricordo: una data simbolica perché rimanda al 10 febbraio 1947, quando fu ratificato il trattato di pace che sanciva il passaggio alla Jugoslavia delle ex province italiane dell’Adriatico. Una giornata utile affinché le future generazioni ricordino sempre il massacro delle foibe e delle persecuzioni in Istria, Dalmazia e nelle varie province durante l’occupazione Jugoslava di Trieste, Gorizia ed Istria.

Oggi attraverso libri, documentari, dibattiti e studi possiamo capire cosa è accaduto. “Possiamo, quindi, onorare degnamente la memoria di migliaia di connazionali che persero la vita dopo essere stati barbaramente gettati nelle foibe. Ma possiamo anche comprendere meglio – conclude Riccardi – il dramma che vissero altri 350 mila italiani che da esuli, perché scacciati dalle proprie case, dovettero peregrinare per la Penisola in cerca di un rifugio. A loro, al dolore che provarono, alle violenze e alle umiliazioni che subirono, va il nostro deferente ricordo”.

Matteo Fidanza
Ufficio Stampa e Comunicazione – Città di Manfredonia

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