Sabato 27 Aprile 2024

Non disturbar il can "ops" il serpente che dorme

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Anche se la stagione estiva e ormai al termine le uscite fuori porta al mare, in montagna in collina sono all’ordine del giorno e possiamo facilmente incontrare serpenti. Ricordiamo che dopotutto “siamo noi che entriamo nel loro territorio” quindi massima attenzione . Ma se incontriamo un serpente e malauguratamente ci morde cosa dobbiamo fare?…………

Panicoooooooo !!!! niente panico. Vi informiamo circa alcuni comportamenti da tenere.

Centro Antiveleni di Foggia
Il morso della vipera come comportarsi
Durante il periodo primavera -estate diverse sono le specie di rettili che si possono avvistare sul territorio garganico tra cui la vipera la piu’ nota e la vipera aspis .In Italia le specie di serpenti sono 23, ma soltanto quattro di queste appartengono alla famiglia dei Viperini, che sono velenose e quindi pericolose per la specie umana.
– La Vipera aspis o vipera comune, è la più diffusa e provoca il maggior numero di casi di avvelenamenti, predilige luoghi caldi e aridi, frequentemente sotto i sassi, in mezzo ad
arbusti e siepi. È presente in tutte le regioni, esclusa la Sardegna ( dove non sono presenti serpenti velenosi ).
– La Vipera berus o marasso palustre, diffusa in montagna, è piuttosto aggressiva.
– La Vipera ammdytes o vipera dal corno, si trova nelle Alpi Orientali. È poco aggressiva, ma il suo veleno è il più pericoloso.
– La Vipera ursinii, si ritrova nel Gran Sasso, e alcune zone appenniniche ed è la meno velenosa ed aggressiva.
Come è fatta una vipera :

Biscia vipera

E’ lunga meno di un metro, generalmente fra 40 80 cm di colore grigio marrone a volte rossastro o giallo . La caratteristica che ci permette di poterla riconoscere e la sua testa triangolare che è più larga del corpo pupille a fessura verticale corpo cilindrico coda che finisce bruscamente dopo il corpo cilindrico.
La gravità dell’avvelenamento dipende dalla quantità di veleno iniettato; con un morso viene inoculato il 4-7% della quantità del veleno.In alcuni casi vi possono essere diversi attacchi consecutivi, fino a scaricare del tutto le ghiandole velenifere. In media un morso può contenere dai 5-40 mg di principio attivo.

Le sedi prevalentemente colpite sono: arti inferiori e superiori, ma i siti di aggressione più pericolosi sono il collo o la testa. Il quadro clinico varia in base alla:
– sede del morso
– tempo trascorso dal morso
– temperatura ambientale (il caldo, per la vasodilatazione, facilita il passaggio in circolo del veleno)
– attività svolta dalla vittima dopo il morso ( se la vittima inizia a correre, aumenta il passaggio in circolo del veleno)
– età del rettile (le vipere giovani hanno un veleno meno pericoloso)
Circa il 20% dei morsi di serpente sono morsi “secchi” in cui non vi è alcuna inoculazione di veleno essendo il veleno essenziale per la vipera.
Ecco perché a volte si ha evidenza della sede di puntura, ma non c’è comparsa di sintomi sistemici.

COME RICONOSCERE IL MORSO
Il segno caratteristico è la presenza di 2 piccoli fori distanziati di 0,5-1 cm, più profondi degli altri, corrispondenti ai segni lasciati dai denti veleniferi. Talvolta il morso può
presentare anche altri segni: oltre ai fori dei denti veleniferi, infatti, può essere presente il segno lasciato dagli altri denti, molto meno profondo ed evidente.
Il morso di altri serpenti non velenosi, non presenta i due fori maggiori, ma il segno dell’intera arcata dentaria, a forma di V. Attenzione, potrebbe capitare che la vipera abbia perso un dente velenifero, oppure che il morso non sia andato a segno completamente e a fondo. In tal caso puòessere presente un solo foro.
EFFETTI CLINICI LOCALI
Entro pochi minuti dal morso compaiono dolore urente e bruciore severo, seguito da edema duro, ingravescente , eritema, petecchie, ecchimosi e bolle emorragiche che
tendono ad estendersi lungo l’arto colpito. Entro 12 ore possono comparire flittene, linfangite, adenopatia.
EFFETTI CLINICI SISTEMICI
Ai segni locali, in relazione alla dose, alla zona interessata e alla taglia del soggetto, si aggiungono sintomi generali con turbe emodinamiche, digestive, coagulative, renali e
neurologiche.
Le turbe emodinamiche sono determinate da una fuga massiva di liquidi verso l’interstizio con conseguente comparsa di ipotensione e shock. Le turbe digestive per iperattività della
muscolatura liscia consistono in vomito, diarrea, nausea e crampi addominali. Le alterazioni della coagulazione possono includere fibrinolisi , trombocitopenia, emolisi, fino
ad una coagulazione intravascolare disseminata. Le turbe renali sono per lo più la conseguenza dell’ipovolemia acuta. Le turbe neurologiche (tardive) comprendono fascicolazioni, convulsioni, paresi, ptosi palpebrale e diplopia.
PREVENZIONE
La prima misura di prevenzione è quella di indossare un abbigliamento adeguato alle passeggiate in luoghi impervi (scarponcini da trekking o da montagna, calze, pantaloni
lunghi) che mantengano coperte e protette zone del corpo a rischio di morso. La seconda misura preventiva consiste nel porre la massima attenzione a dove si mettono le mani
senza protezione (ad esempio durante la ricerca di funghi, asparagi). Ricordiamo a questoproposito che la vipera non attacca, ma si difende solo se disturbata da vicino e alla
presenza dell’uomo reagisce primariamente con la fuga.
COSA FARE
– rimanere tranquilli: l’agitazione provoca l’attivazione incontrollata dei meccanismi da stress che provocano una più rapida diffusione del veleno. Prima che il gonfiore lo
impedisca sfilare anelli, bracciali, etc.
– disinfettare: è opportuno lavare la ferita con acqua ossigenata o acqua fresca, con permanganato di potassio o con acqua semplice perché il veleno di vipera è idrosolubile. Sono da
evitare disinfezioni con alcool o sostanze alcoliche, perché il veleno della vipera a contatto con alcool forma composti tossici.

Morso arti inferiori (gambe)
Applicare una benda larga almeno 10 cm. e lunga circa 10 metri, tirando ed esercitando una discreta pressione. Tale bendaggio va esteso il più alto possibile e comunque anche
al di sotto del punto morsicato. Per effettuare, infine, una buona immobilizzazione dell’arto, va applicata e congruamente fissata, una stecca rigida. Se queste due operazioni sono
state correttamente eseguite, la compressione così esercitata non risulterà fastidiosa per l’infortunato e soprattutto potrà essere mantenuta in sede per diverse ore. In ogni caso
NON DOVRA’ ESSERE RIMOSSA fino a che il paziente non sia giunto al più vicino posto di pronto soccorso ospedaliero.

Morso arti superiori (braccia)
Effettuare un bendaggio compressivo ( benda alta 7 cm e lunga 6 metri), partendo dalla punta della dita della mano, arrivando fino al gomito (purché non impedisca la circolazione
arteriosa: il polso deve essere percettibile); se si desidera comunque un margine di sicurezza superiore o se il morso è in prossimità o addirittura al di sopra del gomito, allora
è necessario e consigliabile fasciare l’intero braccio fino alla spalla. Si procederà, quindi, come per l’arto inferiore, alla completa immobilizzazione con una stecca, bloccando il
braccio al tronco.

Morso al tronco, al collo, alla testa
Anche in questo caso (peraltro fortunatamente molto meno frequente) si cerca di ottenere un ritardo della diffusione del veleno. E’ consigliabile applicare un tampone rigido sopra la
zona morsicata, tenendolo compresso con un cerotto elastico adesivo. Trasportare la persona colpita possibilmente senza farla camminare e nel più breve tempo possibile al più vicino posto di Pronto Soccorso.
COSA NON FARE
• evitare di applicare il laccio emostatico; il laccio rallenta o blocca il deflusso venoso creando una indesiderata stasi venosa, mentre non blocca il flusso linfatico, responsabile della diffusione del veleno
• evitare procedure di aspirazione o rimozione meccanica del veleno (suzioni, incisioni); non ne è dimostrata l’ efficacia e si possono causare ulteriori danni
• non succhiare il veleno dalla ferita con la bocca ( è infatti molto probabile avere nel cavo orale piccole ferite causate spesso dallo spazzolino da denti)
• non somministrare alcolici ( hanno effetto depressivo sul SNC e vasodilatatore periferico, facilitando quindi l’assorbimento del veleno).
“Il nostro consiglio “Se dovesse capitarci di essere morsi contattiamo il CAV di Foggia al N tel 0881/732326 h/24 e un esperto sarà a vostra disposizione.
CENTRO ANTIVELENI AZIENDA OSP.UNIV. OORR FOGGIA.
Dir.Resp.Dott.ssa Lepore Anna
Farmacista Borsista Dott.ssa Cugnidoro Annamaria
Farmacista Borsista Dott. Pennisi Leonardo
Inf.Coord. Mastrodonato Rosaria
Inf. Fulgaro Antonio Inf. Mazzilli Moira Inf. Mossuto A.Silvana
Inf. Santamaria Michele Inf. Savino Teresa Aus. Sig.ra Mendilicchio Rosanna

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