Venerdì 26 Aprile 2024

Giornata mondiale della poesia, Giacomo Leopardi

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L’infinito

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s’annega il pensier mio:
E il naufragar m’è dolce in questo mare.

Giacomo Leopardi

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Commenti

  • Questo canto, nato dall’animo di un uomo ormai non credente, è più vicino a Dio di tanti testi di alta teologia prodotti!

    Pietro Formisani 21/03/2015 21:13 Rispondi
  • Bellissima

    Lettore 21/03/2015 15:36 Rispondi

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