Venerdì 26 Aprile 2024

"Arte e salute mentale", Katia Ricci presenta "Séraphine de Senlis" al Centro Alda Merini

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L’autrice presenterà le immagini delle opere dell’artista.Katia Ricci, animatrice importante e preziosa del Circolo “La Merlettaia di Foggia”, ha realizzato una rivisitazione delle relazioni fra gli artisti nell’epoca in cui operò Mary Cassatt. Nel libro, all’inizio, pochi accenni a ciò che è risaputo di Séraphine: una serva autodidatta, cresciuta in un convento, che dipinge, si dichiara ispirata dalla Madonna e muore in manicomio. Poi con una appassionata e amorevole immaginazione ne insegue la sensibilità, i turbamenti di una artista che si è imposta nel mondo dell’arte come grande artista.Per vent’anni visse in convento dove “le preghiere, i canti religiosi, le immagini sacre, i colori delle vetrate, le vesti preziose delle immagini della Vergine” le offrirono quell’ “atmosfera magica” che, insieme alla natura, fu la fonte di ispirazione e di nutrimento della sua opera.  A lei toccò una vita dura, complessa, tragica, finita in un manicomio, ma allo stesso tempo esaltante. Artista autodidatta, raggiunse il successo e la fama grazie all’incontro con il “mecenate e critico d’arte, il tedesco Wilhelm Udhe” che, insieme alla sorella Anne Marie, vide in lei una grande artista da sostenere, apprezzare e fare conoscere.  L’autrice nel corso del libro, corredato dalle figure delle opere di Séraphine,  ci porta, con grande competenza, dentro le creazioni dell’artista parigina, rivelandoci la “ricerca di identità femminile di chi, seppur confusamente, non si accontentava e non si identificava nella condizione in cui la società del tempo l’aveva confinata”. L’eccellenza di Séraphine, infatti, – come ci dice l’autrice –  non consiste solo nella qualità artistica delle sue opere, incredibile se si pensa che fu un’autodidatta, ma nel suo desiderio di essere e diventare la donna che voleva, artista e libera di coltivare il suo sogno, il suo desiderio enorme, la sua passione totalizzante: esprimere il suo io creativo, con la convinzione di avere un’ispirazione divina. E’ questo che fa di lei, come di ogni donna, una donna e un’artista libera e grande, e perciò non compresa dai suoi concittadini. Per Séraphine la spinta a dipingere era di natura spirituale, l’arte era un modo per esprimere i colori della sua anima, la propria necessità: dipingere per essere. Il vestirsi in modo eccentrico, l’avere comportamenti inusuali, il creare il contatto con la natura e, poi, il dipingere, erano per lei i modi per segnalare il proprio essere, la propria soggettività, l’enorme potenziale creativo che sentiva dentro di sé. Katia Ricci, con grande capacità linguistica e simbolica, riesce a farci vedere e incontrare Séraphine  mentre cammina per le strade della sua città;  mentre di notte, durante la bella stagione, dipinge davanti alla finestra aperta della casa in cui abitava e canta con voce acuta e stridula canti religiosi; mentre cammina incessante senza meta, ingiuriando i passanti e lanciando maledizioni, quando, ormai, la sua stravaganza è divenuta follia e tutti la evitano e la chiamano  <Séraphine la folle”. Morirà in manicomio l’11 dicembre del 1942, dove non creò più nulla perché <troppo vecchia>, come lei soleva dire. Con il suo libro, scritto bene, piacevole alla lettura, Katia Ricci ha reso giustizia alla donna e all’artista Séraphine de Senlis, che ancora aspetta di essere riconosciuta e annoverata nel panorama dei maestri del ‘900, al pari dei grandi artisti dell’avanguardia, perché lei è < un’artista senza rivali>.

L’ Arte si intreccia con la salute mentale   stimola lo sviluppo di potenzialità e talento delle persone affette da disagio mentale. Gli artisti del centro avranno modo di esprimere nell’occasione la loro creatività e di mostrare al pubblico i loro lavori artistici.

Dott. Michele Grossi

 

 

 

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