La scena è quella tipica degli spaghetti western anni settanta: il cavallo azzoppato è riverso a terra su un fianco, l’eroe del film con una mano gli copre gli occhi per umanità e con l’altra estrae la sua Colt ed esplode un colpo per mettere fine alle sue sofferenze. Questo è quello che sta accadendo all’ospedale di Manfredonia. La differenza è che il pistolero non è l’eroe di turno e che la mano, forse, è stata messa sugli occhi di chi dovrebbe vedere e non vede. Il risultato, però, tra qualche tempo sarà il medesimo. Assurdo quanto sta accadendo al Presidio Ospedaliero di Manfredonia. Assurdo che tutto si stia verificando alla luce del giorno. Assurdo che nulla si stia facendo realmente per dimostrare che il nostro ospedale può funzionare, può essere all’avanguardia. E’ VITALE. Negli ultimi mesi si è riscontrato un evidente calo delle prestazioni, soprattutto quelle esterne, cioè quelle richieste da pazienti che non sono ricoverati all’interno della struttura ospedaliera. L’illusione che l’inversione di tendenza potesse trovare ragione nel miglioramento delle condizioni di salute della popolazione locale, purtroppo, ha lasciato immediatamente spazio ad un’altra realtà notevolmente meno apprezzabile. Un qualsiasi cittadino, non solo di Manfredonia, che volesse prenotare un esame esterno al San Camillo dovrebbe necessariamente farlo attraverso un numero verde o recandosi al locale CUP. Nel primo caso, l’operatore, valutata telematicamente la disponibilità, dovrebbe indicare, al richiedente, quale delle strutture dell’ASL provinciale è la prima disponibile. Questa è la teoria. In pratica prenotare un esame radiografico a Manfredonia, tramite il Call Center è quasi impossibile, anche se al San Camillo i tempi di attesa sono praticamente inesistenti. Agli operatori del Call center, infatti, risulterebbe che a Manfredonia non si effettua quasi nessun tipo di esame. Diversamente da quanto ci si prodiga a far credere, invece, il San Camillo è dotato di apparecchiature radiografiche all’avanguardia, se qualcuno ne garantisse la manutenzione, di una TAC di ultima generazione e addirittura di una Risonanza Magnetica Nucleare che, per ragioni sconosciute, è stata praticamente abbandonata. Gli inconvenienti vengono regolarmente segnalati. Il risultato è davanti agli occhi di tutti. Nulla è cambiato. C’è stato un tempo in cui ci si lamentava che nell’ospedale di Manfredonia non si partoriva. Risultato: reparto chiuso. È il tempo in cui gli esami si potrebbero fare ma, stranamente, alcuni inconvenienti lo impediscono. Se la misura è la stessa il risultato non tarderà ad essere il medesimo. Sempre per rimanere alla radiologia, è stato segnalato il malfunzionamento di alcuni software e del sistema di gestione dei dati. E’ stata sollecitata più volte la necessaria manutenzione delle attrezzature. Il risultato? Alcuni strumenti hanno avuto il tempo di rompersi, altri seguiranno a ruota. Se l’andazzo è questo la fine è inesorabile. Il caso della radiologia di Manfredoniana è emblematico perché senza strumenti radiografici il pronto soccorso viene privato di un supporto necessario. Per una volta non ci si lamenta che qualcuno non vuole lavorare, ma che quel qualcuno non venga messo nella condizione di farlo e, soprattutto, di fornire un servizio eccellente. L’impressione è che in una bolgia fatta di slogan, raccolta di firme, bilanci regionali e promesse di cavalieri erranti che si dicono pronti a scendere in campo a tutela del locale “stendardo”, si sta perdendo di vista il vero nodo della questione. Un ospedale non è un orpello architettonico, non è il campanile più alto di cui fregiarsi a dispetto dei paesi vicini. Un ospedale, quello di Manfredonia in particolar modo, rappresenta una speranza. Un ospedale può fare la differenza tra la vita e la morte per chi, suo malgrado, ha bisogno di aiuto, di cure, ha bisogno di credere di poter arrivare in tempo per la salvezza. La responsabilità, diciamolo chiaro, non è solo della politica. La responsabilità è anche di chi, in ottemperanza al Sipontino amore per il campanile forestiero è pronto a denigrare, disprezzare e svilire il lavoro di chi con dedizione e competenza s’impegna, nonostante tutto, a far funzionare il San Camillo. La responsabilità è soprattutto di coloro che dovrebbero vigilare e non vigilano, di coloro che dovrebbero segnalare e non segnalano, denunciare e non denunciano. Chi omette è responsabile al pari di chi commette. Ancor più responsabili sono coloro che hanno dimenticato che in un ospedale non si lavora, si compie una missione. La verità è che si fa finta di non sapere che il pistolero di turno ha già estratto la sua Colt e quando farà fuoco, con la deflagrazione svanirà, per i Manfredoniani, anche la speranza di arrivare in tempo alla salvezza.
Raffaele Di Sabato
Forse è il momento di dire basta,di riuscire a trovare il punto zero,anche se noi siamo arrivati molto sotto.Continue interpellanze,incontri di sindacati,denunce giornalistiche ,commissioni speciali a cosa hanno portato?Lo zero assoluto,forse anche meno perché non hanno fatto altro che diffondere nella mentalità della gente che questo nostro Ospedale e’ già chiuso,penalizzando anche quello che c’è .Non vuole essere un rimprovero verso qualcuno,riconoscendo un bel lavoro fatto da tutti,però bisogna iniziare a badare ai risultati,bisogna andare sul concreto,perché l’omissione ,la non curanza oppure fare le cose per apparire non fa altro accompagnare il nostro Ospedale verso la morte naturale.Forse in molti di noi c’è la convinzione che non serve,in altri c’è la convinzione che è solo uno stipendificio,un posto per raccomandati,ma vi assicuro che è una cosa sbagliata.Un giorno piangeremo per un qualcosa che non avremo più,quello sarà un giorno nefasto,perché sarà successo qualcosa di irreparabile che con un Ospedale aperto avrebbe cambiato lo stato delle cose.Secondo me bisogna lottare uniti tutti insieme,politici,sindacati,società civile,per difendere a denti stretti tutto quello che ci è rimasto,compreso l’Ospedale non solo con il mezzo della denuncia scritta,ma anche su obbiettivi concreti,mettendo di fronte alle loro responsabilità tutti i soggetti che hanno causato tale catastrofe.La strada intrapresa fino ad ora non ha portato a nessun risultato…..
5 stelle spazzerà via questa agonizzante gestione politica! Il tempo è scaduto…
Ai politici sipontini interessa solo assecondare Energas e convincere la cittadinanza con qualsiasi mezzo (calcio ad esempio!
Purtroppo questo succede perché la SANITA’ e gestita dai politici, i quali pensano solo agli affari LORO. Se uno di LORO dovesse ammalarsi ( speriamo presto ) non avrebbe difficoltà a farsi ricoverare, grazie alle(CONOSCENZE).
Mentre per un qualsiasi cittadino c’è il solito ritornello NON C’E’ POSTO.
Il Sig. Sindaco che fa DORME !!!!!
Poveri noi, 60.000 abitanti eppure si è pensato solamente all’ospedale di Foggia e a casa sollievo. Vergognoso atteggiamento a scapito della nostra città