Sabato 27 Aprile 2024

In ricordo del maestro Matteo Colaianni

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Il 16 Gennaio scorso, all’età di 93 anni, ha lasciato la sua vita terrena, per ricongiungersi con la sua amata consorte, l’insegnate Matteo Colaianni.
Il “mitico” maestro Colaianni, uomo di grande onestà e pacatezza, mai sopra le righe, legatissimo alla famiglia alla quale ha dedicato tutte le sue energie, garantendo alla moglie e ai i figli ogni benessere. Nella sua quarantennale carriera ha trasmesso ai suoi alunni tutto il suo enorme bagaglio di conoscenze, onestà e attaccamento al lavoro e alla famiglia.
Ancora qualche settimana prima della sua dipartita, signori attempati con i capelli (quando presenti) più bianchi dei suoi, incrociandolo per strada, intorno alla sua abitazione con il suo bastoncino, su cui si appoggiava, lo salutavano “Ciao, Maestro”e si fermavano con lui per scambiare qualche parola riconoscendolo come un secondo papà.
Dopo aver accudito amorevolmente sua moglie (la compagna di sempre) per più di trent’anni, fino alla sua scomparsa avvenuta nel 2013, nonostante la grandissima forza di volontà, il suo fisico ha incominciato a vacillare. Malgrado ciò, a chi gli chiedeva il suo parere, un consiglio, con la mente sempre lucida fino alla fine, impartiva pillole di saggezza, di vita pratica.
Il maestro Matteo Colaianni lascia ai suoi figli ai suoi ex alunni e a chi lo ha conosciuto, una grande eredità, quei valori umani fondamentali, oggi ormai in disuso, quali: Onestà, Serietà, Bontà, Pacatezza, Attaccamento al lavoro e alla famiglia.
Ciao, Maestro!

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Commenti

  • Sono stato anch’io un suo alunno nel lontano 72-76 e ricordo benissimo i suoi insegnamenti ed i suoi rimproveri che mi hanno fatto crescere e diventare uomo

    Michele Ricucci 26/01/2017 20:20 Rispondi
  • Condivido tutto quanto scritto nel ricordo del Maestro Matteo Colaianni. Il mio Maestro.
    Una grande persona, che sapeva parlare ai bambini usando sempre le parole giuste ed educare senza inutile autorità e banali moralismi. Sapeva stimolare la fantasia dei suoi alunni tanto quanto sollecitare le loro capacità logiche. Sapeva raccontare e far raccontare e, senza preferenze o ingiustizie, ci faceva sentire uniti in classe. Con lui ho giocato a calcio la prima volta, quando ci portò tutti quanti a Siponto in pineta, in un bel giorno di sole.
    Una persona di grande umanità e che guardava avanti: quando finii la quinta elementare mi regalò un libro, “Lo straniero”, di un autore polacco, Jurgielewicz, il cui nome per me era incomprensibile. Raccontava di un ragazzo che, trasferitosi in un altro villaggio si scontra con un gruppo di ragazzi ma, alla fine, dallo scontro nasce una grande amicizia. Un libro stupendo, senza tempo, è come se me l’avesse regalato ora. Senza tempo, come quegli anni in classe con lui e con i miei compagni di scuola. Ciao Maestro, grazie.
    Andrea

    Andrea Pacilli 26/01/2017 13:02 Rispondi
  • Suo alunno, lo ricordo con immensa gioia e fierezza, ora leggendo tale notizia mi sovviene una mesta tristezza. Grande Maestro.

    so Io 26/01/2017 11:27 Rispondi

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