Martedì 23 Aprile 2024

Consiglio comunale: quando il gioco si fa duro…

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Il Consiglio comunale di ieri sera andava vissuto, perché i 12 punti all’ordine del giorno sono tanti da raccontare, ma non solo: l’amara anticipazione sui social del consigliere Taronna (FI), il fervore di La Torre (Movimento E.S.T.), il muro compatto dell’opposizione (FI, M5S e Manfredonia Nuova), i nuovi assessori in Giunta e la passione del Sindaco meriterebbero tutti articoli a parte e ce ne occuperemo dedicando spazio ai temi. Nel frattempo, è giusto citare tra i punti più scottanti la conferma delle aliquote T.A.S.I. ed I.M.U. che – da quanto emerso – è vero che non aumenteranno, ma non aumenteranno poiché già al tetto massimo imponibile secondo le normative vigenti. Poco importa se l’opposizione spinge per una riduzione delle stesse, la maggioranza regna. Altro pomo della discordia, l’accorpamento della discussione dei punti 8, 9 e 10 (proposta di riconoscimento legittimità debiti fuori bilancio ex art. 194, 1° comma, lett. a) del D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267 per pagamento sentenze esecutive; proposta riconoscimento legittimità debiti fuori bilancio ex art. 194, 1° comma, lett. a) derivante da decreto ingiuntivo n.192/2016 del Giudice di pace; Proposta riconoscimento  ex art. 194, 1° comma, lett. a) sentenza n. 4850/2016 Tribunale Lavoro di Foggia), che hanno addirittura portato a una sospensione della seduta dopo un’accesa discussione tra Riccardi e il consigliere Magno). Paradossalmente, nonostante le sentenze esecutive sul banco fossero ben 17 – tutte approvate dalla maggioranza con la sola opposizione interna del Movimento E.S.T. -, la loro discussione ha richiesto meno tempo della discussione sulla sentenza del Tribunale di Foggia circa un caso già noto di mobbing consumatosi a Palazzo San Domenico e che costerà ai cittadini più di 120.000 euro tra
risarcimenti e spese legali. Romani si chiede lecitamente chi pagherà e per cosa esattamente pagherà,
conscio che questa causa graverà sulle già appesantite spalle dei contribuenti. Pungente Magno, che provoca chiedendosi se non sia un sotterfugio per dare lavoro ai legali, per poi entrare nella pedagogia del caso specifico scagliandosi contro l’attitudine constatata di vantare atteggiamenti emarginanti all’interno delle istituzioni (attivando l’ira di Riccardi che gli chiede di fare nomi e cognomi piuttosto che colorare di politica il suo intervento). Insomma, non bastano i debiti dovuti alla routinaria amministrazione, ma si aggiungono anche sentenze che – se evitate con buon senso e nei tempi giusti – tolgono soldi ai servizi che peraltro sono ampiamente tassati. L’ultima faida prima di tornare negli spogliatoi si è consumata circa l’approvazione del Piano economico finanziario servizio gestione rifiuti anno 2017 dell’A.S.E. (il terzo in due anni): a nulla è servito l’ottimismo della nuova Assessora Innocenza Starace (che ha acceso in Magno un dubbio circa un conflitto di interesse, scongiurato egregiamente – per ora, forse, – dal “team” del Sindaco), perché un brillante intervento di Ritucci ha scavato nei meandri della partecipata scoprendo i nervi della stessa. Una gestione poco trasparente, poco organizzata e inefficiente che ha portato il consigliere a chiedere il ritiro immediato del provvedimento. La maggioranza c’è e Riccardi è raggiante, seppur sia visibilmente provato dagli scheletri dell’armadio del passato e dai problemi accumulatisi di recente; con la retorica si risolvono i problemi nel breve periodo, ma nel lungo periodo le carte sono più eloquenti di qualsiasi politico.

Antonio Raffaele La Forgia

foto di Lorenzo Tagliamonte

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