Domenica 28 Aprile 2024

Tutto Ok!

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Dalla Germania ci giunge questo messaggio di speranza di Florian Lettl, tedesco, ma manfredoniano nel cuore. Grazie Florian!

Cari amici in lontananza,
attendo con impazienza il momento in cui potremo abbracciarci di nuovo, ma arriverà.

Fino ad allora, sfuggo a questa ristrettezza nella mia immaginazione.
Proprio come mio padre, che era già gravemente ammalato nel 2005 e ha dipinto il quadro “Tutto ok” e Dietrich Bonhoeffer che ha scritto la poesia “Chi sono io?” in carcere.

Dietrich Bonhoeffer, teologo ed esponente di rilievo della Resistenza tedesca al nazismo, fu imprigionato, condannato a morte e infine impiccato, nell’aprile del 1945, per ordine di Hitler.
Durante la prigionia compose “Chi sono io?”, poesia che costituisce una particolare testimonianza di forza e profondità spirituale di fronte allo smarrimento e alla sofferenza inevitabilmente legati ad una situazione tanto drammatica. Le parole di Bonhoeffer ci invitano alla riflessione suggerendo possibili percorsi interiori per ritrovare noi stessi nei momenti più difficili.
Grazie a Rachele Totaro che ha tradotto il testo in italiano e grazie a Marzio di Lauro e Peppe Ruotolo per averlo registrato.

A speriamo presto
Florian

Chi sono io ? di Dietrich Bonhoeffer (1944)

Chi sono io? Me lo dicono spesso,

Uscirei dalla mia cella

pacato e sereno e forte

come un signore del maniero dal suo castello.

 

Chi sono io? Me lo dicono spesso,

parlerei con le mie guardie.

libero e amichevole e solare,

come se fossi io a comandare.

 

Chi sono io? Mi dicono anche,

sopporterei i giorni della sciagura

calmo, sorridente e orgoglioso,

come uno, che è abituato a vincere.

 

Sono davvero quello che gli altri dicono di me?

O sono solo quello che io stesso so di me?

 

Inquieto, nostalgico, malato, come un uccello in gabbia,

respirando a fatica, come se qualcuno mi stesse strozzando la gola,

affamato di colori, di fiori, di richiami di uccelli,

assetato di buone parole, di contatto umano,

tremando di rabbia per l’arbitrio e l’insulto meschino,

spinto dall’attesa di grandi cose,

temendo impotente per gli amici a distanza infinita,

stanco e vuoto per pregare, per pensare, per creare,

esausto e pronto a dire addio a tutto?

 

Chi sono io? Questo o quello?

Sono questo oggi e domani un altro?

Sono entrambi contemporaneamente? Un ipocrita davanti agli uomini

e di fronte a me stesso un debole piagnucolone in modo sospetto?

O ciò che resta ancora in me è uguale all’esercito sconfitto,

che in disordine arretra dinanzi alla vittoria già vinta?

 

Chi sono io?

Questo interrogare in solitudine si fa beffe di me.

Chiunque io sia, Tu mi conosci, io sono Tuo, o Dio!

 

 

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