Venerdì 26 Aprile 2024

“Tutti decidono il futuro del nostro Territorio tranne i cittadini”

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Il dott. De Paolis, presidente del Consorzio per l’Area di Sviluppo Industriale di Foggia (ASI), a proposito dell’istanza presentata dalla Seasif Holding, in una intervista ha testualmente dichiarato:  “Dopo il sogno iniziale abbiamo iniziato a ragionare coi piedi per terra per evitare che si possa ripetere quanto avvenuto nei decenni scorsi. La proposta richiede una grossa attenzione è questo che l’ASI sta facendo. La stiamo valutando. Può segnare il destino della zona industriale e quindi richiede un tempo superiore al solito’’.

A quanti frettolosamente chiedevano il rilascio delle autorizzazioni, rispondeva:“Dobbiamo valutare gli aspetti urbanistici e ambientali”. Il 27 marzo 2021 ha altresì affermato: “Le sollecitazioni e i legittimi interessi dei privati non faranno accelerare i tempi necessari per le ponderate scelte che l’ASI deve fare. Non ci facciamo condizionare in alcun modo. Siamo titolari delle valutazioni sul procedimento e faremo tutte le valutazioni che riteniamo opportune. Noi vogliamo che prevalga l’interesse pubblico”. Il 30 marzo 2021, su richiesta della SEASIF, si è svolta una riunione indetta dalla Regione Puglia, Sezione Competitività e Ricerca dei Sistemi Produttivi, alla quale sono stati invitati il Consorzio ASI di Foggia, l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale, il Comune di Manfredonia ed il Comune di Monte Sant’Angelo. Nella riunione la Regione Puglia ha espresso il proprio interesse nei confronti dell’iniziativa industriale della Seasif Holding e ha invitato il Consorzio ASI ad accelerare l’istruttoria del procedimento.

Il 16 aprile 2021, durante i lavori del Consiglio di Amministrazione del Consorzio A.S.I. di Foggia, il Presidente De Paolis, appena dopo 20 giorni dalla dichiarazione sopra riportata, ha comunicato l’esito della riunione regionale e, dopo aver illustrato dettagliatamente ciascuna parte del progetto della SEASIF, con il verbale n° 4 ha dichiarato “di valutare positivo e di interesse generale il progetto di insediamento industriale della Seasif Holding Ltd, …”

Tale progetto prevede, tramite due società italiane controllate dalla Seasif, la TERMINAL 107 DCM SRL e la GEOCHEM LOGISTIC SRL (con modesti capitali sociali, rispettivamente di €.10.000 e di €. 40.000), attività d’importazione dei prodotti liquidi necessari alle produzioni industriali, alla gestione della logistica relativa alla distribuzione di Biocarburanti nonché alla produzione di carburanti sintetici; importazione dei prodotti polimetallici e delle materie prime per la produzione di bentonite ad uso civile ed industriale.

L’ASI, quindi, conosce perfettamente il progetto della Seasif. Perché non lo rende di dominio pubblico, in considerazione del fatto che ha deciso, per conto della popolazione locale, lo sviluppo industriale di alcune aree territoriali? Per incanto sono stati fugati i dubbi e le perplessità iniziali. LA’ASI ritiene prevalente l’interesse generale e non più quello pubblico. Ci chiediamo: ‘‘L’interesse generale di chi’’?

Dalle notizie in nostro possesso pare che tale decisione sia rivolta a beneficio di pochi privati “privilegiati” : della Seasif Holding e di alcuni già presenti nell’area richiesta in concessione (questi ultimi tutelati ampiamente dall’ASI).
Tutto ciò ci sorprende, credevamo che l’ASI valutasse con maggiore cautela e attenzione il progetto, come dalla stessa enunciato in alcuni precedenti comunicati e ci aspettavamo che coinvolgesse e condividesse con le popolazioni del territorio interessato. Nella sostanza tutti decidono sulle sorti del Territorio di Manfredonia e di Monte Sant’Angelo:
l’ASI, la Regione Puglia, l’Autorità del Sistema Portuale dell’Adriatico Meridionale, l’Amministrazione Comunale di Monte Sant’Angelo, tranne i cittadini dei territori interessati. Eppure, l’art.1 della Costituzione così recita: “La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Anche il Papa recentemente ha ricordato ai nostri governanti questo concetto, e che essi rappresentano i loro elettori e che devono rispettare la volontà popolare. Dai mass media abbiamo appreso che l’ing. Favilla nelle varie conferenze di servizi ha
presentato il progetto industriale ai rappresentanti istituzionali e ad alcuni operatori economici, ma, fino ad oggi anche lui non ha ritenuto opportuno coinvolgere e rendere partecipi le popolazioni del territorio interessato. C’è di più. Ha fatto presente “che intende presentare il progetto solo a cosa fatta dopo aver conquistato le autorizzazioni prima di partire”. Rigettiamo queste affermazioni  con tutte le nostre forze. Vogliamo che venga scandagliato il progetto prima della sua approvazione, deve essere di dominio pubblico per non “comprare la gatta nel sacco”; vogliamo essere noi i detentori della scelta del nostro futuro perché non ci giunga ancora una volta la mannaia sul collo. Questo inconsueto ed anomalo modo di procedere (quello di decidere per gli altri) ci indigna enormemente perché non tiene in alcuna considerazione il nostro tragico passato. Ancora una volta le popolazioni limitrofe alle aree richieste, per di più non ancora interamente bonificate, saranno a stretto contatto con iniziative industriali impattanti e poco rispettose dell’ambiente e della salute delle persone, in considerazione del fatto che vengono proposti megadepositi di plastica e altri rifiuti, megadepositi di carburanti, oltre a quelli già presenti, bentonite, ecc. Ci sorge il dubbio che l’ENI, che tanto dolore ha procurato a Manfredonia, direttamente o indirettamente è ancora sempre presente in quell’area. Le nostre associazioni, libere da condizionamenti di partiti politici, allorquando è in giuoco il bene comune e l’interesse della collettività, ritengono doveroso ed improcrastinabile organizzare un
fronte comune per tutelare l’ambiente, la salute e il lavoro. Il nostro vescovo, Mons. Franco Moscone, in una sua dichiarazione riportata nella lettera pasquale rivolta ai fedeli, rafforzava quanto da noi messo in evidenza: “É tempo di pensare come mettere in pratica nuove forme di cittadinanza, di partecipazione e di corresponsabilità, per ridare
valore e dignità come arte di tessere rapporti sociali; per costruire una governabilità ispirata all’onestà e alla ricerca del bene comune”. Ma ancor più significativa questa Sua affermazione: “Non possiamo costruire le nostre città fondando i nostri rapporti sociali unicamente sul denaro e sugli affari, sui guadagni e sul profitto…”.
Però qui da noi è tutta un’altra storia.

Per il CAONS
Ing. Matteo Starace

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Comunicati · News

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