Sabato 20 Aprile 2024

Eolico, quale VENTO prendere?

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Notizie dell’ultim’ora è che sia stato rispolverato un vecchio progetto proposto dalla Trevi Energy spa (2007) volto alla realizzazione di un Parco Eolico Offshore al largo delle coste garganiche. Non sono ancora note le caratteristiche, anche perché non c’è nessun progetto presentato ad organismi di valutazione, nazionali, regionali o provinciali. Allora perché parlarne? Per creare consapevolezza e perché la conoscenza svia la paura, le polemiche i dubbi e le incertezze. Umilmente e senza la pretesa di convincere nessuno, voglio solo provare con voi, a sovvertire lo statico pensiero che sia, il vento in poppa il migliore, ma che se necessario, bisogna navigare di bolina. Non stabiliremo se una cosa vada o meno, fatta, ma cercheremo di capire insieme, “dove siamo” quale “direzione prendere” per raggiungere gli “obiettivi” fissati/imposti. Stabiliamo in pratica una rotta o anche una Roadmap. Partiamo da “Dove siamo?”. La terra negli ultimi 800.000 anni ha subito 8 ere glaciali (raffreddamento, avanzamento dei ghiacciai) e altrettante ere interglaciali (riscaldamento, ritiro dei ghiacciai). In generale le ere glaciali durano 100.000 anni mentre quelle interglaciali 15.000 anni. Noi siamo in un’era interglaciale (riscaldamento), iniziata circa 11.700 anni fa, in sequenza alla fine dell’ultima era glaciale, detta “glaciazione Würm”. Pertanto, la nostra civiltà (circa 10.000 anni fa) ha approfittato di un periodo interglaciale chiamato di “Ottimo Climatico’ per svilupparsi. Poi dal periodo della industrializzazione, la popolazione del pianeta, in poco meno di 100 anni è saltata da 2 miliardi di abitanti a circa 7,5 miliardi. Il grafico mostra uno studio eseguito dall’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change), dove rileviamo, per area geografica e mondiale, l’andamento demografico passato e le previsioni future. La stessa IPCC stima che diventeremo 8 miliardi entro il 2030 e circa 10 miliardi per la fine del secolo. Quindi siamo in una situazione di innalzamento della temperatura, dovuta ai naturali cicli del nostro pianeta (cicli lunisolari) e ad un surriscaldamento aggiuntivo dovuto all’azione Antropica per l’eccessiva immissione in atmosfera di gas serra. L’azione antropica non è mai stata registrata nelle ere interglaciali passate e i suoi effetti aggiuntivi, non sono assolutamente trascurabili o secondari. Sempre l’IPCC, con l’ultimo rapporto AR6, formato da tre autorevoli lavori a cura delle tre Working Group, (per approfondire www.cmcc.it – https://ipccitalia.cmcc.it/) presentati tra set/21 e mar/22, lancia un grido di allarme generale, mettendo in seria difficoltà la COP26 tenutasi a novembre del 2021 e dimostrando che gli obiettivi di Parigi del 2015 sono fuori dalla rotta intrapresa dai Governi. Qual è quindi l’Obiettivo primario per garantire condizioni di vivibilità sul pianeta? Tenere al di sotto dei 2°C, meglio 1,5 °C, il livello di riscaldamento globale (Global Warming Level – GWL), definito come l’aumento della temperatura media globale dell’aria in prossimità della superficie terrestre rispetto al periodo preindustriale. Sinteticamente ed in maniera molto riduttiva dal rapporto dell’IPCC, (AR6), evidenzio solo tre delle innumerevoli conclusioni: “Gli aumenti osservati nelle concentrazioni di gas serra (GHG) dal 1750 sono inequivocabilmente causati da attività umane. Dal 2011 le concentrazioni in atmosfera hanno continuato ad aumentare, raggiungendo nel 2019 medie annuali di 410 ppm per l’anidride carbonica (CO2), 1.866 ppb per il metano (CH4), e 332 ppb per il protossido di azoto (N2O); la temperatura superficiale globale nel periodo 2001-2020 è stata di 0,99°C superiore a quella del periodo 1850-1900, ed è stata più alta di 1,09°C nel periodo 2011-2020 rispetto al periodo 1850-1900, con aumenti maggiori sulla terraferma (1,59°C) rispetto all’oceano (0,88°); L’influenza umana è la causa principale del ritiro dei ghiacciai a livello globale dagli anni ’90, della diminuzione del ghiaccio. Questa diminuzione è di circa il 40% in Settembre (mese del minimo annuale). Inoltre, le attività umane hanno contribuito alla diminuzione della copertura nevosa primaverile dell’emisfero settentrionale dal 1950 e allo scioglimento superficiale osservato della calotta glaciale della Groenlandia negli ultimi due decenni.” Allora viene da chiedersi, rivolgendosi a tutti noi, singoli individui abitanti di questa terra: forse non abbiamo assimilato la gravità del problema? Facciamo finta di niente? O, peggio, non sappiamo cosa fare? Ebbene l’IPCC ci viene in aiuto anche in questo, ci indica la direzione da prendere ed anche cosa fare per l’adattabilità della vita alle nuove condizioni climatiche future. Non dimentichiamo che anche se oggi ponessimo a 0 (NET ZERO) le emissioni, v’è comunque l’era interglaciale che per almeno altre 1000-2000 anni deve esaurire il suo ciclo. “Direzione da prendereROADMAP. Nella immagine a canto, che invito tutti ad analizzare e tenere presente, nel quotidiano, è riportato quanto ognuno di noi come cittadini, educatori, genitori, responsabili delle società civili, amministratori governatori ecc. siamo tenuti a fissare come obiettivi. Come si può vedere non è una roadmap con vento in poppa, ma tutt’altro. Richiederà cambiamenti radicali di decrescita di inviluppo cioè di progresso ecologico, sostenibile. Oltre alla esigenza di interventi radicali per l’adattabilità ai cambiamenti climatici, che oltre alla eliminazione di immissione di gas serra ci vedrà impegnati nella sottrazione e deposito della CO2 emessa in eccesso nel passato. Solo dopo aver assimilato almeno questo, inizieremo a parlare se fare o meno qualcosa e come farlo e a cosa rinunciare per dismettere attività altamente inquinanti. Concludo con una citazione: “L’aver considerato l’educazione come un mezzo per promuovere la sostenibilità ambientale, nonostante le migliori intenzioni, ha spesso dato luogo a modelli gerarchici di pianificazione, insegnamento, programmazione e valutazione (mediante pacchetti formativi standardizzabili), lasciando in secondo piano (come se fossero non problematici) i saperi e i valori degli educatori, degli educandi, del contesto nel quale vivono”. (Bonnett, 2002).

di Andrea Trotta (ingegnere)

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Ambiente · News

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