Giovedì 25 Aprile 2024

Manfredonia e la sua capacità di reiventarsi

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La storia del nostro popolo è caratterizzata da un trauma storico che probabilmente ha condizionato lo sviluppo del nostro territorio. È probabilmente il 26 febbraio 1266 la data che segna la vera crisi della nostra città. Nella battaglia di Benevento, il giovane Manfredi Hohenstaufen di Svezia, figlio di Federico II e ultimo re di Sicilia viene sconfitto e perde la vita. Fu una tremenda battaglia contro le truppe dei francesi invasori di Carlo d’Angiò e fu anche questa, purtroppo, una storia di tradimenti che vide nobili e feudatari, napoletani e siciliani passare al nemico d’oltralpe con benedizione e laute ricompense papali. Muore la guida fondatrice del nostro popolo che aveva pensato di fare di Manfredonia la città più bella del mondo. La persona che, se avesse avuto più tempo, avrebbe, probabilmente, dato un indirizzo, cristallizzato un’indole ai suoi abitanti per poter porre le basi su fondamenta più solide. E se Manfredi vide oltre l’orizzonte la bellezza di Manfredonia in tutte le sue espressioni rimanendo avvinto dal fascino del luogo, così pieno di incanto, così magico, così diverso nei suoi tanti aspetti da sembrare un’antologia del mondo, i suoi successori hanno pensato solo a come abusare delle tante ricchezze ambientali del nostro magnifico golfo. Manfredi sapeva che sulla sabbia di Siponto non ci sarebbe stato un futuro, ed è questa l’unica eredità che è riuscito a tramandarci. È come se in quel momento la nostra città sia rimasta orfana di una guida politica e spirituale provocando degli effetti devastanti arrivati fino ai giorni nostri. Imparare a vivere in comunità non è cosa facile. Il mio bel giardino unito a quello del mio vicino, aggiunto a quello di vicino accanto, rende l’ambiente gradevole. Se poi si aggiungono i virtuosismi civili e delle giuste indicazioni politiche volte a soddisfare le esigenze della collettività, a questo punto viene fuori una città accogliente sia per chi ci vive che per chi ha voglia di visitare le sue peculiarità. E se il tema appare banale, crediamo sia il fondamento per spiegarci ciò che stiamo vivendo oggi: nei nostri teatri, nei luoghi di cultura, nei contesti imprenditoriali. Una città spesso sul banco degli imputati per effetto delle sue colpe e dei suoi errori accende metaforicamente le speranze decorando strade, proponendo iniziative per cercare di reinventarsi ogni giorno perché ha voglia di riscattarsi, di far capire e mostrare il meglio che è in lei. Se in cielo ci fosse una sola stella non esisterebbero le costellazioni e non potremmo ammirare il meraviglioso manto stellato.

di Raffaele di Sabato

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