Venerdì 26 Aprile 2024

I benzinai: “Fango su di noi, sciopero il 25 e il 26 gennaio”

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«Per porre fine a questa “ondata di fango” contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità, le associazioni dei gestori, unitariamente, hanno assunto la decisione di proclamare lo stato di agitazione della categoria, su tutta la rete; di avviare una campagna di controinformazione sugli impianti e proclamare, per le giornate del 25 e 26 gennaio 2023, una prima azione di sciopero, con presidio sotto Montecitorio». Lo si legge in una nota Faib-Confesercenti, Fegica, Figisc-Confcommercio.

Le reazioni al provvedimento d’urgenza
Divampano le polemiche sulle misure prese ieri dal governo per favorire la trasparenza, con i gestori delle stazioni di servizio sulle barricate. I consumatori sono soddisfatti a metà perché da un lato apprezzano la richiesta di maggiore chiarezza dei listini dei carburanti ma dall’altro chiedono di intervenire a monte, sulla formazione dei prezzi. E venerdì presenteranno le proprie proposte in un incontro con il ministro delle Imprese e del made in Italy (Mimit) Adolfo Urso, anche sulla base del testo effettivo del decreto.

In calo andamento dei prezzi
Dopo i ribassi registrati nella giornata di martedì, è continuata la discesa della verde e del gasolio per Staffetta Quotidiana che indica in particolare un centesimo in meno da parte di Eni, Tamoil e Q8. Secondo l’elaborazione dei prezzi comunicati dai gestori all’Osservatorio del Mimit su circa 15mila impianti, la benzina self service si attesta a 1,820 euro al litro e il gasolio a 1,876 euro. La verde servita è a 1,961 euro al litro e il gasolio a 2,016 euro. In autostrada la benzina in self viaggia a 1,909 euro al litro (servito 2,165) e il gasolio a 1,959 euro al litro (servito 2,215). «Vedremo la traduzione in una norma, ma gli annunci non contengono nulla che abbia effetto sui prezzi», ha commentato il presidente della Fegica (Federazione italiana gestori carburanti e affini), Roberto Di Vincenzo, rilevando che «le accise rimangono tra le più alte del mondo, mentre gli speculatori internazionali e la criminalità che sottrae ogni anno 13 miliardi di euro all’erario italiano rimangono al riparo».

Graziano Sciannandrone

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