Sabato 27 Aprile 2024

Goethe, Mefistofele e il denaro

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Johann Wolfgang von Goethe, celebre letterato tedesco dal multiforme ingegno (1749-1832), autore, tra l’altro, del monumentale poema “Faust”, una delle opere più importanti e famose della letteratura europea e mondiale, evocato nel suo blog “Futuri paralleli” da Paolo Cascavilla, per delle acute riflessioni sui mutamenti politico-sociali contemporanei. Tra i grandi temi universali della

terra trattati, Goethe riserva anche una parte all’economia. Quella in cui l’imperatore si rivolge a Mefistofele, ovverossia il diavolo, per chiedergli cosa fare per uscire dalla carestia che ha prostrato il regno. “A tutti manca qualcosa e tutti si lamentano per qualcosa. Qui quello che manca davvero è il denaro. Il pavimento purtroppo non è seminato… ma la sapienza sa scovarlo… Ci vuole fantasia” è la risposta di Mefistofele che suggerisce per sanare le falle, di stampare carta-moneta. La storia racconta che nel tempo ci sono stati dei Governi che hanno risolto i propri problemi ricorrendo appunto a trasformare la carta in moneta. Ma come recita un detto popolare “il diavolo fa le pentole ma non i coperchi”: come a dire che i suggerimenti del diavolo finiscono male. Una storia che ci riporta ai tempi nostri e alla situazione della nostra città. A parte l’acclarato debito del Comune, che è poi di tutti i cittadini, è evidente che la città non goda di una economia florida. Anzi. Riprendendo le parole di Mefistofele, si può dire che a tutti manca qualcosa, tutti si lamentano di qualcosa, ma quello che manca è il denaro. Ma sarà vero? Nel recente convegno tenutosi nel castello di Manfredonia dall’accattivante tema “Innovazione, cultura e risparmio” organizzato da esperti in finanza ben lontani dal vestire i panni del diavolo, men che meno a dare suggerimenti surreali, hanno anzi sostenuto che addirittura quello che non manca è il denaro. “Nel nostro territorio c’è tanta ricchezza della quale non c’è consapevolezza: ricchezza che non significa solo risparmio accumulato, ma anche patrimonio culturale, del sapere e del saper fare” ha evidenziato Tommaso Rinaldi, noto economista locale, candidato sindaco alle ultime amministrative. È la prima volta e in pubblico, che si è parlato in quel modo, che si è affrontato un problema fondamentale che coinvolge, per l’appunto, la cultura del risparmio e dell’innovazione. Il cambiamento nel farsi parte attiva, dinamica dei processi economici, dell’innovazione, dello sviluppo. Paiono argomentazioni illusorie, da…diavolo. Ma è realismo che altrove viene attuato normalmente. “Il punto cruciale – spiega Rinaldi – è quello di mettere a frutto quella ricchezza, di responsabilizzare i cittadini, di acquisire la consapevolezza che si può, anche perché il territorio è dotato di risorse strutturali di grande pregio che attendono di essere opportunamente utilizzate”. I dati sono ragguardevoli. “Attualmente – riferisce Tommaso Rinaldi – nella nostra provincia sono depositati oltre dodici miliardi di euro tra conti correnti e depositi postali che rendono zero euro di interessi, variamente distribuiti fra le maggiori città. Solo di depositi bancari Foggia conserva circa tre miliardi di euro. I milioni di euro per città: San Severo 744, Cerignola 715, Manfredonia 570, Lucera 474, San Giovanni Rotondo 457, fino ad Ascoli Satriano ultima con 65,761 euro”. I mercati finanziari offrono varie e diversificate opportunità di investimenti redditizi. “Avere consapevolezza di come funzionano i mercati finanziari vuol dire che, anziché lasciar morire i risparmi sui conti, si possono allocare con più saggezza e più efficacia e dare possibilità di crescita nel prossimo futuro a centinaia di nostri giovani vogliosi di intraprendere o a decine di nuove imprese, senza chiedere nulla a nessuno”. Esempi di attività create con questi presupposti ce ne sono. Insomma, per quanto assurdo possa sembrare, i soldi ci sono, sono tanti e basterebbero a riaccendere i sogni dei nostri giovani vale a dire il nostro futuro più prezioso.

di  Michele Apollonio

 

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