Domenica 28 Aprile 2024

In fiamme la riserva naturale San Floriano

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Un grave attentato al prezioso patrimonio delle zone umide

LE FIAMME sono divampate vigorose alimentate dal forte vento. In breve si sono propagate alla Valle di San Floriana, parte cospicua della zona umida che da Zapponeta si estende verso Manfredonia, oltre la provinciale che cinge il litorale sipontino. Le fiamme hanno avuto facile esca nei canneti e arbusti secchi per la prolungata siccità. A dare l’allarme gli ispettori ambientali volontari Civilis del comandante Giuseppe Marasco, in zona per il consueto monitoraggi del territorio. Sul posto sono velocemente sopraggiunti i vigili del fuoco del distaccamento di Cerignola, i carabinieri forestali. Che non hanno potuto fare altro che circoscrivere l’estendersi dell’incendio. Di origine certamente dolosa. Essendo quella un’area umida è impensabile che potesse innescarsi un’autocombustione. Anche perché è stato accertato che gli inneschi delle fiamme sono avvenuti in più punti.

MA per quali motivi è stato appiccato l’incendio ad un’area di spiccato valore ambientale in una stagione, l’inverno, che non è quella per antonomasia degli incendi, vale a dire l’estate?

«L’INTENTO è quello di distruggere le peculiarità specifiche di un’area a forte impatto ambientale e trasformare un’area umida in terreno agricolo» ipotizza Giuseppe Marasco, profondo conoscitore del territorio, delle sue dinamiche occulte e palesi, rappresentate in centinaia di operazioni che hanno evidenziato un uso criminale del territorio. «Lo scopo dei piromani – osserva Marasco – è evidentemente quello di desertificare un’area di grande valore naturalistico. Non tanto, anche se sempre di notevole interesse, per la vegetazione pressoché esclusivamente canneti spontanei, quanto per la presenza di una fauna speciale, uccelli stanziali e migratori. Qui stanziava, tra gli altri volatili, il Fischione Anas penelope, la Folaga Fulica. Numerose le specie che nidificavano. Al primo svilupparsi delle fiamme si sono alzati in volo centinaia di uccelli, ma molti sono rimasti nei nidi che sono andati distrutti. Un danno incalcolabile ad un primario ecosistema».

LA V ALLE di San Floriano è parte cospicua con i suoi oltre 460 ettari, dell’area umida sub garganica che ha nell’Oasi Lago Salso nei pressi di Manfredonia, l’ultimo caposaldo della laguna primordiale che si estendeva sino all’attuale Foggia. Le aree umide vanno sempre più restringendosi nel mondo. Le loro molteplici funzioni sono vitali per la regolarizzazione e la mitigazione degli impatti causati dai cambiamenti climatici. Una preziosa insostituibile ricchezza naturale che va tutelata adeguatamente. «L’incendio di san Floriano – avverte il comandante Marasco – risuona come un campanello d’allarme per correre ai ripari. L’area in questione rientra in un sito di importanza Comunitaria eppertanto – chiede Marasco – andrebbe vincolata con l’istituzione di una riserva o inserita in un parco regionale delle zone umide di Capitanata. Un intervento indispensabile prima che succeda un altro disastro».

  Michele Apollonio

 

 

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