Venerdì 26 Aprile 2024

Alimentazione: emendamento PD sui succhi di frutta si infrange in Europa

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Il Governo stamane è stato battuto in Commissione agricoltura su un emendamento del relatore alla legge europea bis riguardante la questione dell’innalzamento della percentuale di succo naturale nelle bevande analcoliche a base di frutta. L’obiettivo è la commercializzazione e la denominazione di queste bevande, come stabilito dal decreto dell’ex Ministro della Salute Balduzzi. L’emendamento, a prima firma Nicodemo Oliverio (PD) e la cui relatrice è la deputata pugliese Colomba Mongiello (PD), nonostante il parere contrario del Governo, ha trovato l’avallo di Sel e del Partito Democratico. Astenuti, invece, gli esponenti del MoVimento 5 Stelle.

 

Al solito la finalità politica prevale sul buon sensodichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate (M5S), componente della Commissione Agricoltura alla Camerama non cambia la sostanza delle cose. Come noto, la norma in questione, pensata per rendere più salutari le bevande a base di frutta e per favorire i produttori italiani di frutta non è mai entrata in vigore a causa dell’esito negativo della procedura di notifica della direttiva 98/34/CE. Di fattospiega L’Abbatela Commissione europea ritiene la misura introdotta lesiva delle norme europee in materia di libera circolazione delle merci e, pertanto, il 5 marzo 2012, ha aperto un caso Eu pilot, reiterando le già denunciate incompatibilità della norma con le disposizioni comunitarie”.

 

La “vittoria” targata PD, insomma, andrebbe a infrangersi contro la normativa europea. “Che il Partito Democratico presenti e faccia approvare un emendamento che circoscrive l’obbligo di innalzamento della percentuale di succo naturale alle bibite non commercializzate in UE e nei Paesi SEE, oltre a non risolvere il caso EU pilot, penalizza le aziende nazionali. Le costringe, infatti, o a rinunciare ad un indispensabile spazio di mercato, quale quello comunitario, oppure a suddividere la produzione a seconda della destinazione. In entrambi i casicommenta Giuseppe L’Abbate (M5S)ciò comporterà un aumento insostenibile dei costi di produzione”.

 

Un emendamento su cui gli esponenti della Commissione Agricoltura del MoVimento 5 Stelle hanno optato per l’astensione: “Non abbiamo votato questa norma perché risponde solamente ad una logica demagogica. Molte aspettative, legittime e condivisibili, si sono generate infatti intorno a questa misura, sia da parte dei consumatori sia da parte delle aziende produttrici. Così, però, non si risolve nulla: anzi si ingannano sia gli uni che gli altri. La vera soluzione è in Europaconclude il deputato pugliesealla quale chiediamo una evoluzione della normativa in materia alimentare sia per quanto riguarda gli alimenti che l’etichettatura”.

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