Venerdì 29 Marzo 2024

Incendio Ghetto Rignano, striscioni Collettivo InApnea in città

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Mentre nella nostra cara città si consumava l’ennesima kermesse carnevalesca, fatta di festeggiamenti, risate, vitalismo esasperato e slogan inneggianti la felicità e la spensieratezza, a pochi km si consumava l’ennesima tragedia. Due notti fa, durante l’incendio che ha colpito il ghetto di Rignano sono andate in fumo le vite di  Mamadou e Nouhou, 33 e 36 anni, entrambi provenienti dal Mali, verosimilmente impegnati nella raccolta che interessa tanti ragazzi africani nelle terre della Capitanata.
Purtroppo, al netto di quanto sta accadendo al ghetto di Rignano, ci sembra veramente disonesto parlare di tragedia. Cosa c’è di tragico in una bombola del gas mal funzionante, in un luogo dove manca qualsiasi condizione dignitosa in termini igienico-sanitari e dove gli strumenti basilari per vivere come acqua e cibo sono presenti in forma sporadica e insufficiente?
Non è dunque una “tragica fatalità”, come buona parte dell’informazione dipinge questi eventi. Si tratta di un efferato duplice omicidio compiuto da un killer professionista: l’indifferenza. L’indifferenza di una società civile (?) che dimentica i suoi componenti più deboli discriminandoli e marginalizzandoli in catapecchie di cartone, in condizioni di vita quotidiana disastrose, schiacciati dalla morsa della povertà e dal ricatto del caporalato. L’indifferenza delle istituzioni che, prima di assumersi la benché minima responsabilità su quello che doveva essere il futuro del ghetto (da qualche giorno in fase di sgombero), ha macchiato il proprio volto del sangue di numerosi innocenti, di cui purtroppo Mamadou e Nouhou rappresentano solamente la punta dell’iceberg.
Così, in questi giorni di festa e di effimeri bagordi, alla luce di questi avvenimenti, non riusciamo a non chiederci: Quanta morte è passata per la nostra passata? Quante vite ci costa un pomodoro?
Il risultato di queste domande sono gli striscioni che abbiamo affisso presso la Piazzetta Mercato e presso il Monumento dei Caduti (si, perché cosa sono Mamadou e Nouhou se non due caduti di una guerra pluridecennale e sanguinosissima?), accompagnati da alcuni barattoli di passata che, fino alla fine, rappresentano il senso della loro vita e il frutto della loro morte.

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Commenti

  • Come non si può condividere ciò che esprimono questi ragazzi del collettivo? E come non pensare con angoscia ai bagordi con cui ci sollazziamo noi ricconi occidentali mentre questi nostri fratelli muoiono nella miseria?

    censore 05/03/2017 16:35 Rispondi

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