Venerdì 26 Aprile 2024

Caons: per la tutela del territorio sulla questione Energas

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Noi Sipontini siamo diretti eredi della civiltà dei Dauni sviluppatasi lungo il corso del fiume Candelaro, il cui territorio è caratterizzato dalla presenza di insediamenti che vanno dal Paleolitico al Neolitico. La zona di S. Spiriticchio, su cui ora l‟Energas vuole installare un impianto di stoccaggio di GPL, è classificata come uno dei più importanti siti della Daunia che hanno restituito materiale ceramico dell’Eneolitico, così come riscontriamo nel volume Venti del Neolitico. Uomini del rame. Preistoria della Puglia settentrionale (Grenzi Editore, Foggia Giugno 2015, pp.76-80; (all. n.1), a cura della dott.ssa Anna Maria Tunzi della Sovrintendenza Archelogica Pugliese. Inoltre, in questa „„striscia di terra‟‟, così come scrive la Delano Smith nella sua opera Daunia Vetus, terra, vita e mutamenti sulle coste del Tavoliere, p. 170, Amministrazione Provinciale di Capitanata, traduzione di Marco Tizzone, sono state rilevate tracce d’una strada romana nei pressi di masseria S. Spirito. Strada che avrebbe collegato sia l’interno del Tavoliere e Barletta, che la via costiera a Sud fino al Candelaro (all.2,3).

Il MiBAC, con nota del 27-01-2000 (prot. n.1968), aveva espresso parere contrario al progetto evidenziando carenze nella documentazione presentata relativamente al gasdotto e al raccordo ferroviario e fornendo la seguente motivazione: “l’opera comporta ingenti movimenti di terra e scavi per le fondazioni dei serbatoi dei tumuli e dei corpi di fabbrica a servizio delle attività […] L’ingombro volumetrico dei tumuli dei serbatoi di GPL rappresenta una vistosa alterazione e un grande impatto alla lettura dei tratti costieri del paesaggio […]” (all. 4,5).

L‟Energas impugnava il suddetto provvedimento davanti al TAR e al Consiglio di Stato che ribaltavano il deliberato del Ministero e della Regione Puglia, costringendo ad avviare una nuova istruttoria di VIA. Per cui il progetto di massima presentato nel lontano 1999 dall‟allora ISOSAR, oggi Energas, è stato riproposto nel 2013, con alcuni aggiornamenti relativi allo studio di impatto ambientale, ma l‟impiantistica nella sostanza è rimasta quella presentata nel 1999.

L‟Energas ha l‟obbligo di attenersi a tutte le leggi vigenti e alle normative approvate, a partire dal 1999 fino ad oggi, come si evince dal D.Lgs. n. 152 del 2006 e successive integrazioni che hanno imposto la redazione del progetto definitivo dell‟opera o, almeno, una stesura prossima al progetto esecutivo. Tutto questo al fine di tutelare maggiormente l‟ecosistema, la sicurezza e il patrimonio culturale.

La società non si è risparmiata nell‟utilizzare, a suo esclusivo vantaggio, leggi più recenti, come il Dlgs 35/2012 che con l‟articolo 57 individua i depositi di stoccaggio di GPL, di capacità autorizzata non inferiore a 200 tonnellate, come infrastrutture strategiche e quindi di pubblica utilità.

Ci chiediamo. Strategico per chi? Il nostro territorio produce in abbondanza energia da fonti alternative ed è servito egregiamente da metanodotti. Nella provincia di Foggia ci sono giacimenti di metano che alimentano anche la rete metanifera nazionale. Con la TAP transiteranno nella nostra Regione milioni e milioni di mc. di metano, per cui oggi riteniamo una mera forzatura ed

Progetto di installazione di deposito di GPL, in comune di Manfredonia loc. S.Spiriticchio

un‟assurdità considerare il GPL strategico e di pubblica utilità. Tra l‟altro, trattasi di un combustibile fossile, impattante per l‟ecosistema marino e terrestre.

L‟archeologa Cinzia Mazzotta, a seguito dell‟incarico, affidatole dall‟Energas, „„per valutare il possibile rischio in cui incorrerebbero eventuali evidenze archeologiche presenti sul fondale marino e lungo tutto il percorso su terraferma dove passerà il gasdotto fino alla località di Santo Spiriticchio, area prescelta per il deposito costiero di GPL‟‟, dopo aver monitorato tutta l‟area interessata, ha redatto una “Relazione di valutazione archeologica preventiva”. Detta relazione riporta anche una cartina illustrativa (PTCP – Stralcio Tavola B2 Tutela dell’identità culturale del territorio di matrice antropica) in cui vengono messi in chiara evidenza alcune peculiarità che hanno caratterizzato nell‟antichità l‟area di Santo Spiriticchio: l’ipotesi di viabilità romana di grande collegamento (confinante con l’area del deposito); ipotesi di viabilità romana secondaria; percorso micaelico, ecc. (al. 6).

A pag. 110 della stessa relazione, la dott. Mazzotta dichiara: La ricognizione a terra non ha individuato resti archeologici superficiali. Scarsi frammenti ceramici acromi, molto fluitati e di piccole dimensioni (max due centimetri) sono stati rinvenuti in prossimità delle Unità di ricognizione 10 e 13. Dalla lettura dell‟Unità n. 5, che si riferisce proprio al sito dove dovrebbe essere ubicato il deposito di GPL, notiamo che la dott.ssa Mazzotta non ha individuato alcun frammento di ceramica. Affermazione espressa chiaramente nella colonna Resti archeologici con il monosillabo NO ( all. 7,8).

Non è stato eseguito un monitoraggio accurato in quanto anche ad occhi inesperti appare chiara la presenza di una messe alquanto ricca di resti ceramici. Inoltre, non comprendiamo perché sia stata dichiarata nulla la visibilità della superficie pur in condizioni meteorologiche e di luce buone al momento della ricognizione stessa, così come si evince dalle due foto panoramiche inserite a corredo della Unità in questione. Ci sorprende ancora il fatto che alla dott.ssa Mazzotta i rinvenimenti delle Unità 10 e 13 non sembrano costituire un vero sito archeologico, ma più probabilmente un’area di dispersione. Le due Unità ricadono in un‟area in località di Siponto, vincolata sotto il profilo archeologico ai sensi della Parte II del Codice dei beni culturali e del paesaggio con D.M. 27-04-1992, dove insiste anche un vincolo paesaggistico (al.9).

La Società Energas S.p.A., con nota del 26-11-2013, trasmetteva al Ministero e alla Soprintendenza per i beni archeologici la “Relazione di valutazione preventiva del rischio archeologico ” redatta dall‟archeologa Cinzia Mazzotta.

In considerazione che la ricognizione a terra non aveva individuato resti archeologici visibili e dalla dichiarata disponibilità dell’Energas a far sì che tutte le operazioni di scavo, sia a terra che in mare, siano effettuate alla presenza continua di un archeologo di provata esperienza secondo gli standard metodologici indicati nel format disponibile sul sito della Direzione Generale delle Antichità e in considerazione di quanto premesso veniva concesso il nulla osta alla realizzazione del gasdotto, ritenendo superata la prescrizione fatta in precedenza di effettuare dei saggi archeologici preventivi.

Durante una escursione naturalistica effettuata nella zona di S. Spiriticchio, nell‟attraversare l‟area dove si intende realizzare il deposito di GPL, sono stati individuati, a livello superficiale, una sufficiente quantità di pezzi ceramici, prontamente consegnati, più di un anno fa, alla Sovrintendenza Archeologica della Puglia nelle mani della dott.ssa Anna Maria Tunzi. In nostra presenza ci comunicava che si trattava di reperti risalenti a varie epoche e, quindi, classificati come „„multicronologici‟‟.

Del ritrovamento abbiamo informato il Sovrintendente ai Beni archeologici della Regione Puglia, dott. Luigi La Rocca. Il 16 settembre 2015 abbiamo inviato una lettera al Ministro per i Beni e le Attività Culturali, On. Dario Franceschini, invitandolo ad intervenire nella questione con la speranza di scongiurare la costruzione del suddetto impianto, altamente invasivo e distruttivo dal punto di vista paesaggistico e archeologico.

Dopo aver letto attentamente la relazione dell‟archeologa Cinzia Mazzotta, non convinti di quanto da lei dichiarato (cioè la mancata esistenza di pezzi o frammenti di ceramica nella zona di S.

Spiriticchio), per constatare se il primo nostro ritrovamento fosse stato puramente occasionale, nei giorni scorsi, durante una passeggiata dedicata al birdwatching, trovandoci nell‟area destinata al deposito di GPL, anche questa volta, numerosi sono stati i ritrovamenti di pezzi ceramici di varie dimensioni (da 2 fino a 15 cm) affioranti sul terreno, nonostante la presenza di erba e pietre (all.10,11,12).

Secondo noi, per giungere a conclusioni corrispondenti alla realtà, è necessario che si utilizzino tecnologie e strumenti altamente idonei ad effettuare indagini di ricognizioni di archeologia preventiva: geo-radar, side scan sonar e multibeam echosounder, ecc.

Tutto viene rimandato alla Trivellazione Orizzontale Controllata (TOC), persino, nell‟area archeologica di Siponto, vincolata.

Non riusciamo a comprendere come sia stato possibile che le decisioni del TAR Puglia e del Consiglio di Stato abbiano sovvertito i pareri negativi, rilasciati dai Ministeri e della Regione Puglia e scaturiti a seguito di innumerevoli verifiche, riunioni di commissioni e di autorevoli esperti.

Chiediamo, cortesemente, al Sovrintendente dott. Luigi La Rocca, di fissare un incontro con i rappresentanti del CAONS per consegnare nelle sue mani i reperti per le opportune valutazioni. Il Sovrintendente prenda in considerazione la possibilità di effettuare, in via precauzionale, saggi di archeologia preventiva a tutela di potenziali siti archeologici.

Cogliamo l‟occasione per invitare il Sovrintendente a fare un sopralluogo, in località S. Spiriticchio, in nostra compagnia.

Comitato CAONS

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