Venerdì 26 Aprile 2024

La primavera della natura si ripercuota anche sull’animo

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Sono questi giorni complicati. Da un momento all’altro ci siamo ritrovati con le abitudini mutate, le routine quotidiane stravolte da quello che da tutti viene definito un “nemico invisibile”. Gli hashtag sono divenuti virali. #Restiamoacasa è quello che va per la maggiore al quale i bambini e le bambine rispondono con #andràtuttobene, con illustrazioni e arcobaleni che aprono le porte alla speranza. La defuturizzazione è deleteria, smettere di pianificare, di progettare, ci rende inermi. Quanto durerà – ci si chiede. Non è dato saperlo. L’unica cosa certa è imparare ad abitare la crisi, ad adattarsi ai cambiamenti, ad essere elastici e flessibili, dotati di una mente plastica e proteiforme, senza cedere alla liquidità e al passivismo di cui parlava Bauman. Rinunciare alle relazioni, specie durante l’adolescenza può essere complesso a causa della mancanza, a volte, di rispecchiamento sociale. “L’uomo è un animale sociale” affermava Aristotele. Lo sguardo dell’altro diviene perciò fondamentale per la costruzione dell’identità. E’ l’altro che mi permette di esistere, come dimostrano gli studi di psicologia dinamica. I giovani hanno però dalla loro il mondo virtuale, i social network, le videochiamate come si vede nelle diverse storie instagram. Queste piattaforme digitali aprono uno spaccato sul mondo, una finestra che permette loro di essere comunque uniti. Non vanno pertanto demonizzate, come per lungo tempo è accaduto. La rete però offre anche dei bombardamenti mediatici, notizie allarmistiche e audio che rimbalzano da un gruppo all’altro, il più delle volte principali veicolo di fake news, notizie false. Tante sono le persone che stanno cedendo alla paura, che vivono “in apnea”, a causa di un altro grande stigma: la solitudine. Occorre dunque recuperare quei valori di humanitas e filantropia per superare “la tirannia dell’effimero e del superfluo”, per ritornare alla radice, all’essenziale, cominciando ad adottare comportamenti virtuosi per sè e per gli altri. “Vite di corsa” non fanno altro che incentivare “pensieri sbrigativi” basati sul sentito dire che sfociano sempre più in comportamenti individualistici e autocentrati. Ritorniamo dunque alla dimensione del dono, del donarsi all’altro in un rapporto di reciprocità e di ascolto. Che sia una quarantena in grado di farci riscoprire la nostra umanità, il nostro essere humus (terra), imparando a cogliere da ogni difficoltà un insegnamento. Stare nel tempo, senza colpevolizzarsi di lasciarlo scorrere. Facciamo in modo che la primavera della natura si ripercuota anche sull’animo.

di Angela la Torre

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