Martedì 19 Marzo 2024

Manfredonia, è giunto il tempo di pensare al futuro

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 Aldo Caroleo

Ripropongo  questo mio contributo ,aggiornato, in un momento in cui , in vista delle future elezioni , vedo un grande fermento  in città. Lo faccio scevro da qualsiasi impegno di questo tipo per  dare il mio contributo di idee e di esperienze sempre rivolte al bene di questa Città.

“L’esperienza, amara, del  Coronavirus che sta cambiando diversi  paradigmi, ci deve indurre a riflettere su quello che dovrebbe essere il panorama di questa Città dopo  questa crisi, e pensare con molta determinazione, col coinvolgimento di tutti gli attori della città, ovverosia  di tutti i cittadini manfredoniani e non che, come me, hanno vissuto e vivono in questa bellissima città.

“Io ho un sogno”, diceva Martin Luther King e questa frase ha accompagnato tutti coloro che vorrebbero che i sogni si realizzassero.

Questa città deve ripartire dalle sue potenzialità nascoste o volutamente nascoste

ma che costituiscono il  suo vero punto di forza.

Deve  comunque per prima cosa, cambiare l’atteggiamento negativo, deleterio   di quella parte dei cittadini che continuano a non rispettare questa città: in primis lo scarso senso del rispetto del suo ambiente, continuando a sporcare ,depositando rifiuti di ogni dove, non rispettando le regole più comuni del vivere civile.

Occorre  soprattutto  che i giovani non devono sentirsi impuniti quando lasciano dappertutto i resti dei loro bagordi notturni. Per le scritte sui muri anche quelli storici….per loro dovrebbero pagare i genitori per i danni apportati, così come il rispetto dei parchi giochi per i bambini ,le panchine, ecc. molto spesso vandalizzati

La Città deve ripartire dal suo ambiente e dalla sua storia: dal suo paesaggio rurale, dai suoi monumenti, e, soprattutto, dal suo mare che deve essere restituito alla Città, avendo il coraggio di togliere quegli obbrobri che sul Nazario Sauro tolgono alla città la vista e l’uso del suo mare. Città come Trani, Bisceglie, Molfetta, Giovinazzo, Monopoli, ecc. vivono del loro mare e mai si sarebbero sognati di togliere quella meraviglia di lungomare, senza soluzioni di continuità che va dalla pineta di Siponto fino alla spiaggia Diomede ed oltre. I Turisti rimarrebbero ammirati e  osservando quel magnifico Golfo , i contrafforti del Gargano con Monte S. Angelo fino a Monte Saraceno…Pensate se il Carnevale di svolgesse dal lungomare del Sole da Siponto a tutto il Nazario Sauro: altro che Viareggio! Ma qui per la costruzione del Porto turistico si è sacrificato un tratto do costa stupendo dove albergavano nel recente passato, anche degli straordinari “Trabucchi”.

Il Mare, poi, deve essere l’opportunità   dell’attività balneare,  della pesca, del turismo in barca attraverso gli  itinerari della costa garganica che da Manfredonia porta a Vieste se non addirittura a Peschici e quindi alle Tremiti.

Qualcuno, finalmente, come Dauniatur lo sta facendo, ma bisogna fare di più, coinvolgere, come fanno in Sicilia, i pescatori.

E poi le chiese e i monumenti.

Bisogna cambiare completamente mentalità   per la fruibilità e la gestione della cultura  storico religiosa.

Manfredonia vanta una storia bimillenaria: è stata con l’Antica Siponto, uno dei punti di riferimento  della civiltà dal Paleolitico fino ai giorni nostri: da qui è passata la Soria con la esse maiuscola: dal Neolitico di Grotta Scaloria Occhiopinto(sempre chiusa),a Coppa Nevicata(idem), ai villaggi della Daunia, dalla Siponto Romana e medievale fino a quella dei nostri giorni : un susseguirsi di straordinarie testimonianze che sono purtroppo  note più al di fuori di questa Città, piuttosto che dai tanti   manfredoniani che le ignorano: dalle lamine litiche di Coppa Nevicata, alle Stele Daunie, dall’anfiteatro Romano di Siponto ancora sotterrato, allo splendore della Basilica di santa Maria Maggiore di Siponto: esempio di unione e fusione di civiltà scolpite indelebilmente su quelle sacre pietre,

e la sua magnifica Cripta: una delle più straordinarie di tutto il panorama romanico pugliese e non solo.

E  San Leonardo di Siponto(sempre aperta grazie ai Padri Ricostruttori della Preghiera), esempio di incrocio di culture e  stili che tutto il mondo ci invidia e che al di là del fenomeno solare, per il resto è ignota  a molti .

Da qui la Fede Cristiana e  il Marianesimo si  sono diffusi, anche attraverso il contributo del Sacrificio dei tanti Martiri Sipontini: da qui, con Lorenzo Maiorano è partita quella grande stagione ,ancora viva, dei pellegrinaggi alla Sacra Grotta di San Michele a Montesantangelo, sulla Montagna del Sole. E poi le altre chiese di Manfredonia, che hanno continuato il percorso della Fede dopo la Siponto Antica : gioielli nascosti come San Francesco, Santa Maria delle Grazie, Santa Chiara con la sua acustica che ha incantato tanti famosi compositori da Paganini a Monteverdi, e la splendida rinascimentale San  Matteo, San Domenico con la Cappella della Maddalena, altro gioiello, e lo splendido Barocco di San Benedetto: un patrimonio che se fosse in un’altra città sarebbe valorizzato semplicemente tenendolo aperto.

Chiese piene di opere insigni: Le Icone della Sipontina e della Madonna di Siponto, il Crocifisso ligneo di San Leonardo, gli affreschi e e le sculture , gli altari le tele, le statue gli ornamenti, le suppellettili che non hanno nulla da invidiare a nessuno. Testimonianze sempre vive di un glorioso passato, ma vergognosamente nascoste perché sempre chiuse agli occhi e al cuore di chi ama l’Arte e la Storia e la Fede.

E le torri, le mura, il Castello, i Palazzi nobiliari  purtroppo violentati nel tempo ma ancora orgogliosamente belli e imponenti. Basterebbe aprire solo gli androni di ciò che è rimasto e sarebbe anche già tanto.

Per la moderna Siponto, poi vale un discorso a parte: quado arrivai qui dalla mia terra calabra, scesi col trenino a Siponto e ne fui letteralmente folgorato: strade in perfetto stato, villette tenute benissimo, un verde e un’armonia di fiori impagabile, e poi il mare da contorno a questo sviluppo del verde in verticale prima in armonia con le bianche costruzioni delle villette tinte in bianco mediterraneo.

Adesso Siponto è l’immagine negativa della Siponto del 1970: devastazione indifferenza, sporcizia, insomma abbandono colpevole di un luogo che deve essere ridisegnato, una specie di enclave: perché da Siponto è partita la Storia e da Siponto deve ripartire la rinascita di tutta una Città.

Una  città  che, tra le tante ,vanta una  eccezionale preziosità: gli invasi Lagunari del Lago Salso: 550 ettari di parte umida con una biodiversità unica e una storia unica : sono ciò che ancora rimane dell’immensa Laguna; chi in altri luoghi potrebbe dire: qui  cacciava col falcone lo “Stupor Mundi”, il grande Federico II di Svevia che definiva questi posti “Luce dei miei occhi” e in questi luoghi osservava e scriveva il “De Arte venandi cum avibus”?…ma che non sono fruibili: altra bestemmia!

Lodevole l’iniziativa della Riservetta che peraltro sta giustamente ottenendo un bel successo: ma pensate, e spero che ciò avvenga al piu’ presto, che questa esperienza sia moltiplicata  enne volte con l’apertura dell’Oasi del  Salso : 550 ettari di parte umida : un vero paradiso e io ho avuto il privilegio, negli anni ottanta a partecipare ad un progetto per la valorizzazione e a vivere quegli spettacoli di immensa bellezza adesso abbandonati a se stessi.

Ma su questo conto, se  chi mi  legge avra pazienza, di parlarne in maniera più approfondita. Tornando al punto  iniziale:

bisogna  cambiare radicalmente il modo di  pensare ad una città come è stato fino a questo momento, se non si vuole che la città muoia definitivamente.

E questo nuovo modo di  progettare  deve venire innanzi tutto dai cittadini che devono rispettarla.

Dagli operatori culturali che non si devono trincerare dietro a qualche convegno o Premio, ma devono essere in primo luogo operatori attivi sul territorio.

Dalla Curia e, conseguentemente dai Parroci che devono tenere aperte le chiese per renderle visitabili a quelli che verranno a visitare la Citta, così come lo splendido Museo Diocesano che è anch’esso poco fruibile..

Ai proprietari dei Palazzi Storici. che devono poter  rendere visitabili almeno gli androni dei palazzi.

Agli operatori turistici Pro Loco, ecc. che devono promuovere con tutte le loro capacità le potenzialità di Manfredonia e Siponto , non solo pensando al Canevale o altre saltuarie iniziative che poi hanno solo carattere semplicemente territoriale.

E qui devo  soffermarmi sull’operato del Polo Museale che tiene strette le chiavi della parte più importante della cultura locale . Il Museo di Manfredonia è uno scrigno che contiene delle preziosissime perle della cultura locale: dalla Sala delle Stele Daunie alle Sale del Neolitico, alla Sala dei reperti del mare ,al Lapidario con reperti della Siponto Romana e Medievale e tanto altro. Ma come è stato possibile che questo splendido forziere è stato chiuso da cinque, quasi sei anni? Dicono, per

lavori ; ma almeno se fai dei lavori delimita il cantiere ma  le sale, o qualcuna di esse, tenetele aperte!

E’ mai possibile che una generazione  studentesca dei Licei o di altre scuole non abbiano potuto vedere le Stele e le abbiano solo viste nelle foto?

Possiamo, ancora sopportare che i due tra i più fulgidi esempi di Romanico Pugliese, e cioè la Basilica di S. Maria Maggiore di Siponto e la sua straordinaria, unica Cripta siano chiuse (la Cripta sempre )e con degli orari che hanno fatto scappare letteralmente i Tours Operators, che dichiaratamente hanno da ormai quattro anni ,se non più, estromesso le visite a Siponto e quindi a Manfredonia? Bisognerebbe  finirla col “mantra” della burocrazia o della  massima  sicurezza, occorre invece che ognuno   deve prendersi delle responsabilità e se non lo vuole o si sente di non poterlo  fare,  dia la possibilità ad Associazioni di Volontariato senza fini di lucro, assicurate e certificate  a tenere aperti i siti rendendoli fruibili al turismo religioso, culturale, scolastico, ecc.

Con  il  “mantra”  della sicurezza e della burocrazia in Italia è chiuso almeno  il 70 per cento del patrimonio artistico , storico e archeologico.

Per anni, dieci volontari scelti dal Rettore della Basilica ,abbiamo tenuto aperte, mattina e pomeriggio, la Chiesa superiore, la Cripta e pulito le Basiliche paleocristiane del V e del VI Sec. su domus romana, poi ricoperte e stravolte per far posto ad una   struttura in metallo, che in realtà è un falso storico. I Registri dei Visitatori  di quegli anni, più di dieci, ne danno testimonianza..

Con molta modestia la Sede del l’Archeoclub di Siponto, che mi onoro di aver fondato, ha reso fruibili in maniera del tutto gratuita gli Ipogei di Santa Maria Regina di Siponto, e quelli di Scoppa nella Pineta di Siponto. Li abbiamo riportati alla luce dopo ottanta anni di incuria e di abbandono e di degrado, e abbiamo dato fino a qualche mese fa, l’occasione a tutti di poterli vedere, fermi restando gli accorgimenti di natura antinfortunistica .

Abbiamo fatto scuola di storia e archeologia locale ,nella nostra Agorà Sipontina all’aperto, a centinaia di ragazzi delle scuole, abbiamo fatto loro respirare il profumo della storia che quelle pietre emanano, a centinaia di gruppi di visitatori che trovavano altri siti chiusi, e ne siamo orgogliosi: non  abbiamo mai detto no a nessuno. E NON ABBIAMO MAI CHIESTO NULLA IN CAMBIO. E grazie anche alla disponibilità della Fondazione Melillo, abbiamo dato anche la possibilità di visitare  il Museo Etnografico Sipontino che dovrebbe essere meglio e più considerato. Abbiamo inviato anche alle sedi competenti: Comune di Manfredonia, Consorzio per la Bonifica di Capitanata, Soprintendenza  delle Belle Arti, una proposta progettuale per la realizzazione nella Pineta di Siponto e nel suo intorno, di un grande  PARCO VERDE ARCHEOLOGICO , recintato degnamente e con gli ingressi controllati.

Da quando il Polo Museale ha preso in mano l’apertura del sito della S. Maria di Siponto, e sono quasi quattro anni, ha chiuso(se non con qualche apertura molto liitata) letteralmente la Cripta oggetto di un magnifico restauro , e ha solo pensato a  quella  struttura di metallo peraltro poco fruibile dati gli orari, serrando il cancello di ingresso, storico, che dà sulla ss.89, chiudendo il sito due giorni  la settimana (lunedi e martedi),quindi per 96 giorni   all’anno. Per non parlare degli orari estivi che dal 1 aprile al 30 settembre erano dalle 12.30 alle 20.30, con chiusura totale durante la mattina, quando c’è il maggior afflusso turistico culturale. Praticamente si è tolta anche ai fedeli la possibilità di andare a pregare ogni qualvolta ne sentano il bisogno. Noi  come Archeoclub ci siamo proposti , dietro sollecitazione dell’allora presidente dell’Agenzia per il Turismo di Manfredonia, di riprendere le aperture volontarie, solo della chiesa Superiore, della Cripta nelle ore e nei giorni in cui del Polo Museale non c’erano gli   addetti:  Ci fu risposto che ciò non era possibile.

Analogamente dovrebbero fare altre Associazioni soprattutto di pensionati ,socialmente utili, possessori del reddito di cittadinanza, che potrebbero tenere aperti quelle chiese e quei Palazzi storici  e spalancare alla conoscenza queste straordinarie gemme di bellezza e di cultura che aspettano solo di essere ammirate. E vedrete, ne sono sicuro, quanto ne guadagnerà Manfredonia in prestigio ma anche in benessere.

In definitiva Manfredonia è come una bellissima donna che aspetta solamente di essere compresa ,rispettata e, soprattutto, AMATA.

E che poi ricambierà   l’amore dei suoi figli , come ha sempre fatto nella sua gloriosa storia….

Ecco, vorrei sentir parlare, da parte dei partecipanti alla tenzone elettorale, di queste cose, oltre alle ovvietà di reti fognarie, strade, ed altro.

LA CULTURA DEVE RITORNARE AD ESSERE L’IDEA PRINCIPALE E IL VERO MOTORE DI SVILUPPO DELLA CITTA’.

 

Aldo Caroleo  Archeoclub Siponto in formazione APS

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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