Martedì 23 Aprile 2024

Settimana corta a scuola: sì, anzi no

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IL CARO bollette imperversa e sta creando una serie di problemi al di là e al di sopra di quelli monetari per far fronte al loro pagamento. Nel gran calderone delle discussioni per come fare per realizzare risparmi sui consumi di energia elettrica e gas da riscaldamento, è finita anche la scuola. I Comuni hanno pensato agli edifici scolastici per realizzare risparmi sulle bollette. Il che significa riduzione di orari delle lezioni e dunque settimana corta, con il sabato libero.

DETTA così la cosa sembrerebbe cosa facile e semplice. Invece non è così. La realtà che si è evidenziata e si va sempre più accrescendo, è quella una serie di difficoltà che rendono quell’idea apparentemente di facile attuazione, ben complessa e complicata che ha prodotto una serie di pro e contro di non facile armonizzazione fra loro. A questo tipo di problematica non poteva escludersi Manfredonia.

IL SINDACO Rotice è partito in quarta: ha convocato una riunione con i dirigenti scolastici, e sbandierando i maggiori costi in bolletta, ha proposto di applicare alle lezioni l’orario ridotto a cinque giorni dei sei settimanali. Una proposta che appena uscita fuori da Palazzo San Domenico, è stata oggetto di un serrato dibattito fra i sostenitori dei pro e quelli dei contro. Con questi ultimi in maggioranza. L’obiezione di fondo è quella di aver pensato alla scuola per realizzare risparmi: la scuola che dovrebbe essere, è il fondamento del sistema educativo e sociale, formativo alla cittadinanza e alla vita democratica. «Prima di risparmiare sulla scuola e sulla didattica, è più opportuno pensare ad un piano di risparmi e razionalizzazione dei consumi cittadini» ha postato un cittadino.

«BEN CINQUE edifici scolastici di Manfredonia sono provvisti di pannelli solari che producono corrente per i propri bisogni energetici» ha rivelato la consigliera comunale Maria Teresa Valente che ha chiesto che «vengano attuate misure urgenti per il contenimento dei costi energetici di tutti gli immobili di proprietà comunale a cominciare dalla gestione della pubblica illuminazione, accedendo anche ai fondi del PNRR».

ASPETTO di fondo è quello tecnico-legale sulle procedure da adottare. C’è da considerare e rispettare l’autonomia degli istituti scolastici, le singole esigenze legate alla organizzazione didattica, al personale. «Una iniziativa – osserva Valente, rappresentante dei genitori alla scuola “Maria Teresa di Calcutta” – che piove a percorso scolastico già avviato che manderebbe la programmazione scolastica in tilt a tutto svantaggio degli alunni».

DI CONCRETO non c’è ancora nulla, non è stata emanata nessuna ordinanza. È però circolato un messaggio anonimo che fa sapere che «il sindaco si rende disponibile ad un incontro per informare e confrontarsi con i rappresentati dei genitori e spiegare loro le motivazioni di tale scelta e condividere le migliori soluzioni didattiche. Vi aspettiamo mercoledì 19 alle ore 16 al Comune» conclude l’anonimo autore che raccomanda di «far girare». Dal Palazzo municipale nessuna comunicazione, né tanto meno le scuole hanno avuto istruzioni in merito. Non solo negli ambienti scolastici, non si nasconde un certo sconcerto per il modo alquanto “leggero” di affrontare un problema di grande importanza.

  Michele Apollonio

 

 

 

 

 

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